martedì, Dicembre 3, 2024
Turismo in Italia

Il futuro del turismo ferroviario riparte dalle origini

Dopo il lungo stop da pandemia, domenica 27 febbraio torneranno sui binari del Lazio, in occasione del 160° anniversario dell’inaugurazione della ferrovia Roma-Ceprano, i treni storici della Fondazione FS. Con il Recovery saranno recuperati 600 km di linee ferroviarie del progetto “Binari senza tempo”.

Era il 27 gennaio 1862 quando, dalla stazione romana di Porta Maggiore partiva il treno, oggi patrimonio del museo Centrale Montemartini, con a bordo Papa Pio IX, per compiere il viaggio inaugurale della stazione ferroviaria di Velletri, aprendo così al traffico la seconda stazione dello Stato Pontificio, dopo quella di Frascati.

Locandina dell’iniziativa – Fondazione Magni Mirisola

Domenica prossima, 27 febbraio, il vecchio convoglio della Fondazione FS composto di carrozze del tipo “Centoporte” e “Corbellini” e trainato da locomotiva Diesel in livrea d’epoca, tornerà su rotaia e da Roma Termini raggiungerà Velletri in circa un’ora. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola, dall’Associazione “A Passi Ferrati”, da quella del Dopolavoro Ferroviario di Roma con il patrocinio di numerosi enti e associazioni. La Fondazione FS è stata costituita nel 2013 e conserva un parco di 400 rotabili storiche oltre ai fondi archivistici e bibliotecari, ai musei di Pietrarsa e Trieste Campo Marzio e alle linee ferroviarie sospese, oggi recuperate a una nuova vocazione turistica con il progetto “Binari senza Tempo”.

Il percorso del 27 febbraio – Fondazione FS

La sua ambiziosa attività è stata resa possibile dall’incontro tra le capogruppo FS italiane, RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e Trenitalia, a cui si è aggiunto nel 2015 il Ministero della Cultura come “aderente istituzionale”. La Fondazione opera per valorizzare e consegnare integro alle generazioni future l’enorme patrimonio delle ferrovie italiane, tassello significativo della storia nazionale, recuperando in chiave turistica vecchi convogli e tratte dismesse. Le mitiche Centoporte, a 3 e 4 assi, erano state progettate per i treni locali, affollati già all’epoca, e le carrozze di alcuni tipi arrivano ad avere fino a 10 porte per ogni fiancata in modo da consentire la rapida salita e discesa dei passeggeri. Le Centoporte furono tra le prime carrozze italiane a cassa metallica. I sedili interni, in legno, offrivano 78 posti. Durante la Seconda guerra mondiale alcune furono trasformate in carrozze-ospedale per il trasporto dei feriti e poi furono anche impiegate per pellegrinaggi nei santuari europei. Dopo la radiazione ne sono rimasti 52 esemplari a disposizione dei treni storici.

Una carrozza d’epoca del treno di Pio IX – Fondazione Magni Mirisola

Il treno, del resto – spiega la Fondazione FS – ha rivestito un ruolo fondamentale nella vita degli italiani, oggi come a inizio ‘900: milioni di persone si sono spostate quotidianamente lungo tutta la Penisola su convogli che sono stati simbolo di progresso, di elevazione sociale e di modernizzazione. I treni storici e i cammini sono anche al centro degli investimenti per la ripartenza nell’ambito del Recovery. Sono in programma interventi di recupero per 600 km di linee ferroviarie del progetto “Binari senza tempo”. Insomma, come ha dichiarato il ministro Dario Franceschini, “la cultura guiderà la ripartenza del Paese”. L’appuntamento del 27 febbraio prossimo sarà anche l’occasione per presentare il progetto di recupero e riqualificazione della stazione di Velletri con cui gli ambienti RFI diventeranno un polo culturale.

Riedizione del volume stampato all’inizio del 1940 per celebrare i primi cento delle ferrovie italiane – Fondazione FS

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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