martedì, Maggio 21, 2024
Ambiente

Grazie al riciclo, rifiuti in calo in Italia

La produzione di rifiuti in Italia sembra esser diminuita: infatti dai dati Eurostat emerge che nel 2017 la quantità di rifiuti pro-capite in Italia si è ridotta rispetto al 2016, passando da 497 chili a 489 chili. Una buona notizia, quindi, per un Paese che rappresenta il 12% della produzione di spazzatura dell’Unione Europea, anche a causa del fatto che quella italiana è una delle popolazioni più numerose.

Dei ben 29,5 milioni di tonnellate di spazzatura prodotti nel 2017, è stato infatti riciclato il materiale di scarto di quasi un terzo del totale (circa 8,2 milioni di tonnellate). Se il conferimento nei siti di stoccaggio resta comunque la seconda opzione (con 6,9 milioni di tonnellate), risulterebbe che l’Italia stia ora gestendo il problema in modo diverso, visto che il “sorpasso” del riciclo sull’accantonamento risale al 2015 e le tendenze seguono ormai ritmi opposti. Dunque la quantità, sempre enorme, di immondizia in discarica sta calando, mentre quella riciclata è in aumento, anche se è ancora molto lontana dall’ammontare di tonnellate che potrebbero essere trattate se ci fossero impianti adeguati e più numerosi.

Ad aumentare è anche la frazione di spazzatura che viene utilizzata per il compostaggio, cioè la trasformazione degli scarti organici dei rifiuti urbani, che rappresentano una gran parte della quantità totale: questa è la terza forma di gestione degli scarti in Italia (che nel 2017 sono arrivati a 5,9 milioni di tonnellate), e si vede anche questa in costante aumento. L’ammontare di rifiuti destinato all’incenerimento a fini di produzione energetica, invece, diminuisce con un progressivo ribasso per il secondo anno successivo (era 5,6 milioni di tonnellate nel 2017). Forse sarà stato in parte il risultato delle condanne europee per le trasgressioni o forse un cambio di politiche di gestione frutto di una diversa cultura, fatto sta che la multa semestrale di 28 milioni di euro dovuti dall’Italia all’Unione Europea ha avuto indubbiamente il suo peso. Causa di questo, l’incapacità del nostro Paese di regolarizzare le duecento discariche di rifiuti non a norma e pericolosi individuati dall’UE nel 2014: una penale che si dovrà continuare a pagare, quindi, seppure in misura decrescente in base alle discariche che man mano verranno sanate.

Gianluca De Angelis

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