Europa in fiamme: allarme incendi nel Lazio
Clima estremo e incuria alimentano roghi devastanti in tutta Europa e nel centro Italia
Negli ultimi anni, l’Europa è stata messa a dura prova da incendi boschivi di dimensioni e intensità mai viste prima. Tra il 2023 e il 2025, il riscaldamento globale ha aggravato condizioni meteorologiche estreme, trasformando vaste aree del continente in zone ad altissimo rischio di incendio.
Secondo i dati ufficiali di Copernicus Emergency Management Service, la superficie totale bruciata in Europa tra il 2023 e la prima metà del 2025 supera i 400.000 ettari, con punte record in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia. In particolare, il nostro Paese ha vissuto stagioni incendiarie drammatiche, segnate da numeri allarmanti e ingenti danni ambientali ed economici.
L’incendio in Europa: numeri e impatti
Nel 2023, gli incendi hanno colpito pesantemente la regione mediterranea:
- In Spagna, circa 120.000 ettari sono andati in fumo, con incendi di dimensioni eccezionali in Andalusia e Catalogna.
- La Grecia ha subito una delle peggiori stagioni incendiarie degli ultimi decenni, con oltre 100.000 ettari distrutti.
- Il Portogallo, non nuovo a emergenze simili, ha perso circa 80.000 ettari.
Il Regno Unito, sebbene meno frequentemente colpito, ha registrato la superficie più ampia bruciata dal 2012, soprattutto in Scozia e Galles, a causa di incendi nei torbiere e nelle brughiere.
Il cambiamento climatico, che ha portato temperature medie più elevate e siccità prolungate, è il fattore principale secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Il segretario generale Petteri Taalas ha commentato:
Questi megaincendi sono diventati la nuova normalità. Il riscaldamento globale amplifica ogni fenomeno estremo.
La situazione in Italia e il focus sulla regione Lazio
L’Italia si trova in una posizione particolarmente critica. Nel 2023, la superficie totale bruciata ha superato i 1.073 km², uno dei valori più alti degli ultimi anni. Nel 2024, nonostante un leggero calo della superficie, il numero di incendi è aumentato, con episodi più violenti e difficili da contenere.
Tra le regioni più colpite, il Lazio emerge come una delle aree più a rischio. Secondo i dati della Protezione Civile Regionale, tra giugno e agosto 2024 si sono registrati oltre 2.700 incendi, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, con 560 di questi classificati come boschivi.
La provincia di Latina, in particolare, è stata la più colpita, seguita da Frosinone e Roma, con vasti territori di macchia mediterranea e boschi distrutti. Il danno non è solo ambientale: si rischiano anche perdite economiche per il turismo e danni a infrastrutture vitali.
Le cause: clima, uomo e gestione del territorio
Il quadro delle cause è complesso e multifattoriale. Il cambiamento climatico ha reso gli ecosistemi più vulnerabili, aumentando la frequenza di ondate di calore e periodi di siccità.
Ma la mano dell’uomo non è estranea:
- Molti incendi sono causati da comportamenti negligenti, come roghi agricoli fuori controllo, abbandono di rifiuti infiammabili o atti dolosi.
- L’espansione urbana e il progressivo avvicinamento delle costruzioni alle zone boschive aumentano l’esposizione al rischio incendi e complicano le operazioni di spegnimento.
Come spiega Leonardo Corbo, esperto di Protezione Civile:
Se non si investe seriamente in prevenzione e manutenzione del territorio, con fasce tagliafuoco e campagne di informazione, il rischio cresce esponenzialmente.
Strategie e risposte: cosa si sta facendo
La Regione Lazio ha reagito con un piano straordinario, stanziando oltre 8 milioni di euro per potenziare i mezzi di intervento e il personale. Sono attivi circa 4.200 volontari AIB (antincendio boschivo), supportati da droni, elicotteri e 300 pickup con moduli idrici.
Inoltre, la Protezione Civile ha intensificato il monitoraggio satellitare e ha avviato corsi di formazione specifica per migliorare la rapidità di risposta agli incendi. Ordinanze restrittive vietano accensioni di fuochi nelle aree più sensibili, soprattutto nei mesi estivi.
Un appello globale e locale
L’emergenza incendi è un campanello d’allarme per tutta la società. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha lanciato un monito chiaro:
La crisi climatica sta distruggendo ecosistemi e vite. La risposta deve essere globale, urgente e concreta.
La sfida che abbiamo davanti è enorme e richiede l’impegno di istituzioni, comunità scientifica, amministrazioni locali e cittadini. Solo con azioni integrate, informazione e una gestione attenta del territorio sarà possibile contenere questo fenomeno che mette a rischio il nostro patrimonio naturale e la qualità della vita.