martedì, Maggio 14, 2024
Ambiente

E’ nelle case modulari il futuro dell’edilizia sostenibile

di Gianluca De Angelis

Nella corsa alla sostenibilità, un ruolo importante è sicuramente giocato dalle costruzioni: in un periodo che ha visto una ritrovata redditività dell’edilizia, infatti, lo scopo primario è diventato quello di cercare soluzioni che permettano una fusione tra la rinnovata crescita del settore e il perseguimento di obiettivi di natura ambientale e sociale. A darci un indizio su dove stia andando il settore delle costruzioni per perseguire questo scopo, ad esempio, come ogni anno è la fiera REbuild, che nella sua edizione 2018 (il 29 e 30 Maggio a Riva del Garda) si concentrerà su come dare voce alla sostenibilità ambientale guardando allo stesso tempo ad una crescita delle imprese. Unire la qualità degli interventi e la scala degli investimenti è dunque il perno centrale di questa nuova edizione, con un forte focus rivolto verso i nuovi paradigmi del costruire e alla loro capacità di adattarsi.

Dai primi indizi che trapelano, pare che un ruolo particolarmente importante verrà ricoperto nei prossimi anni…dalle case prefabbricate. O meglio, dalle “case modulari” (è questo il termine moderno con le quali vengono definite): il nuovo sistema di prefabbricazione è infatti progettato da Pre Metal e Habitech (promotore della manifestazione), con la collaborazione dell’Università degli Studi di Trento e da Evotre. Attenzione però: dobbiamo innanzitutto specificare che qui stiamo parlando di strutture molto diverse dalle “baracche” a cui verrebbe spontaneo pensare immaginando le case prefabbricate: le nuove case modulari sono invece prodotti altamente high-tech, che coniugano perfettamente l’utilizzo di materiali come legno e acciaio e uniscono adattabilità e conservazione a standard qualitativi molto alti.

Sono molte le ragioni che permetterebbero a queste case modulari di compiere una piccola rivoluzione nel campo dell’edilizia sostenibile: per prima cosa quella che si otterrebbe sarebbe una drastica riduzione dagli sprechi, con un controllo garantito dalla produzione in fabbrica delle componenti che andrebbero poi a formare l’edificio. Non si potrebbe più parlare infatti di “cantiere” in senso stretto, quanto più di produzioni estremamente mirate: una vera catena di montaggio dove ogni industria sarebbe indirizzata a produrre in serie pavimenti, pareti, strutture portanti, in un’ottica di ottimizzazione che, oltre ad accelerare notevolmente le tempistiche di produzione, riuscirebbe a tagliare di quasi il 52% lo spreco edilizio dei cantieri.

In aggiunta, tutti i materiali utilizzati per produrre i vari componenti delle case modulari sono eco-sostenibili: come abbiamo detto esse sono fatte in larga parte in legno, ma non solo. Sono usati, infatti, molti materiali riciclati, atossici e addirittura stampati in 3D, con una grande attenzione a renderle perfettamente isolate: in questo modo si va anche a ridurre drasticamente l’utilizzo del riscaldamento e del raffreddamento interno (riducendo ulteriormente, quindi, l’impatto ambientale della singola abitazione). La progettazione delle case modulari, oltretutto, prevede sempre la dotazione di pannelli solari, così da godere di una relativa autonomia almeno per quello che concerne l’elettricità, con appositi serbatoi di accumulo per sfruttare l’energia anche durante le ore buie della giornata.

REbuild, quindi, promette ancora una volta di presentare iniziative e progetti molto interessanti per l’edilizia green italiana e globale, con novità che potrebbero finalmente risolvere le annose questioni della sostenibilità e dell’impatto sull’ambiente.

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