giovedì, Maggio 9, 2024
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Denuncia LAV: “dopate” le mucche da latte

Doping e sfruttamento produtitvo: i NAS di Cremona e la Procura di Brescia stroncano un vasto traffico di farmaci veterinari illeciti. Oltre un milione gli aninali vittime di una zootecnia industriale senza regole 

 

mucche

Plauso della LAV per le indagini del Nas di Cremona e della Procura di Brescia che hanno stroncato un vasto traffico di farmaci veterinari illeciti da somministrare a bovini per aumentare la produzione di latte e tratto in arresto un ex agente di commercio che operava nel settore zootecnico. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata disposta dal GIP della Procura di Brescia, su richiesta del PM Ambrogio Cassiani – già PM del caso giudiziario dei beagle di Green Hill – titolare dell’indagine denominata “via lattea”.

Circa un milione e ottocentomila mucche sono allevate nel nostro Paese in allevamenti altamente intensivi dove l’unica logica perseguita è aumentare la produzione oltre i limiti biologici degli animali. L’allevamento di questi animali, infatti, non è disciplinato da specifica normativa e pertanto gli allevatori e l’industria del latte sfruttano oltre ogni limite questi poveri animali. Una mucca da latte è sottoposta a processi di manipolazione genetica finalizzata ad incrementare la produzione del latte; hanno mammelle enormi che in natura non esistono perché insostenibili per gli animali. Come per le modalità di allevamento non esistono norme nazionali e comunitarie che disciplinino la manipolazione genetica di questi animali, che quindi rimane solo nelle mani dell’industria in una sorta di arbitrio verso il vivente, ingiustificabile e che ha portato enormi danni a questi animali.

Proprio la manipolazione genetica e l’incremento delle mammelle ha portato a gravissime patologie in questi animali e una significativa riduzione della durata della loro vita, tutto per ottenere più di 50 litri di latte da un animale che in natura produrrebbe meno di 20 litri al giorno.

“Gli abusi di questo sistema industriale d’allevamento ultraintensivo sono stati già messi sotto processo in molti Tribunali del nostro Paese, con il fenomeno delle “mucche a terra”: il trasporto di decine di migliaia di questi animali a fine carriera verso il macello, in barba al divieto posto a livello europeo e dal nostro codice penale – dichiara Roberto Bennati, Vicepresidente LAV – questo nuovo scandalo di commercio dei farmaci e di doping illecito di questi animali, conferma che si tratta di una filiera assolutamente inaccettabile e dove l’illegalità è molto diffusa. Gli effetti su questi animali sono gravissimi, veri e propri maltrattamenti genetici e farmacologici a cui le Istituzioni devono porre fine quanto prima.”

“E’ anche ora che le Istituzioni e l’industria zootecnica spieghino ai cittadini come sono allevati questi animali, spiegando che la loro carne è sottoposta a trattamenti medici e doping che finiscono nei piatti dei cittadini, con possibile pregiudizio anche per la salute umana – prosegue Bennati – ringraziamo i Nas e la Procura di Brescia per l’importante lavoro di repressione di questi crimini che ci auguriamo sia di stimolo per provvedimenti urgenti a tutela dei cittadini e degli animali, evitando che il peso economico del settore zootecnico ancora una volta condizioni le Istituzioni nel procrastinare questa situazione di illegalità ed arbitrio diffuso. Ma anche i consumatori possono agire bene e subito, preferendo alimenti senza carne, latte e derivati: su www.cambiamenu.it troveranno informazioni utili e ricette”.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari).

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