Dal Papeete di Salvini al “harakiri” di Conte
La lezione di Salvini, che nell’estate 2019 di colpo ha perso tutto, evidentemente non è servita a Giuseppe Conte che tre anni dopo “scimmiotta” il segretario della Lega trascinando quel che resta dei 5 Stelle in una operazione veramente suicida, oltre che irresponsabile per il Paese.
Alla parte più intransigente dei senatori grillini, che sembra maggioritaria e che insiste per passare all’opposizione, c’è da porre una sola domanda: “cui prodest”? In appena quattro anni sono passati dal 32 del 2018 al 10 per cento. E questo “casino” (in tutti i sensi) nella speranza di racimolare un paio di punti di consenso, sempre che si voti nel maggio 2023.
Perché se la legislatura si scioglie ora, come ad oggi è probabile, l’armata Brancaleone di Conte è destinata a non andare oltre il 5 per cento per vedersela con le micro-formazioni di Renzi, Calenda, Toti, Mastella e via dicendo. Davvero un bel successo per chi aveva preso la guida del Governo all’indomani del successo elettorale alle ultime politiche.
Solo responsabilità di Conte? Non direi. Anche se l’ex Premier, da quando è uscito da Palazzo Chigi, ci ha messo del suo. Le “colpe” vanno condivise innanzitutto con Beppe Grillo e con i tanti “scappati di casa” che improvvisamente, senza arte né parte, si sono trovati a fare i conti con una cosa più grande di loro: legiferare, poggiare il c..o sugli stessi scranni dei Padri costituenti. Ovvio che il patatrac, vista l’impreparazione di molti, fosse dietro l’angolo.
Del resto, un “cast” messo su da un istrionico capocomico come Beppe Grillo non poteva che portare ai risultati di oggi. La politica, per quanto giunta ai titoli di coda, è ancora una cosa ben diversa dai “vaffa”.
E quando a dirigere un’orchestra davvero “strimpellata” è stato chiamato sul podio un Maestro come Mario Draghi, gli improvvisati musicisti hanno preso a “steccare” più del solito e il… Capo concertino (Giuseppi) è andato nel pallone.
Resta l’interrogativo: Grillo li ha “raccattati” con un clic e li ha portati in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno? Non c’è riuscito.
Se invece l’obiettivo reale – ma non dichiarato per non spaventare un Paese dormiente – era quello di creare casino rovesciando il tavolo e mandando la politica a carte quarantotto, allora ha raggiunto il suo scopo.
Peccato che il tutto avvenga sulla pelle degli Italiani, in piena crisi economica e sociale, con una pandemia che sta rialzando la testa, una guerra nel cuore della vecchia Europa e un pacchetto di provvedimenti che il governo stava predisponendo per fronteggiare la situazione e che resterà “al palo”.
Mai come in questo caso appare “azzeccata” un’espressione napoletana, molto volgare ma efficace: “A fessa è gghiuta mmano a ‘e criature”. Altri direbbero “I cazzabubboli”!