Camera: in Commissione ddl su settore ittico e coltivazione canapa
Questa settimana si sono conclusi i lavori di due Comitati ristretti della Commissione Agricoltura della Camera: sui ddl in favore del settore ittico e sulla coltivazione della canapa.
In entrambi i casi sono stati predisposti dei testi unificati: il primo istituisce presso il Ministero delle Politiche agricole un Fondo per lo sviluppo della filiera ittica; specifica gli scopi dei distretti di pesca (ossia incentivare le pratiche di pesca sostenibile, valorizzare i sistemi produttivi locali e promuovere la qualità e l’ igiene anche tramite sistemi di certificazione o marchi di qualità) e consente ai Centri di assistenza per lo sviluppo della pesca e dell’ acquacoltura, istituiti dalle associazioni e organizzazioni di categoria e dagli enti di patronato, di effettuare attività di assistenza tecnico-amministrativa alle imprese di pesca e alle organizzazioni di produttori e pescatori autonomi o subordinati. Si prevede anche che almeno il 30 per cento delle risorse trasferite dallo Stato alle Regioni per le funzioni in materia di agricoltura e pesca sia destinato a quest’ ultima.
Al settore della pesca vengono poi estese le iniziative a sostegno dell’ imprenditoria e dell’ autoimprenditorialità nelle aree in ritardo di sviluppo; la disciplina della cassa integrazione; e il regime fiscale speciale previsto per i produttori agricoli, compresa l’ esenzione dall’ imposta di bollo (e fino all’ applicazione degli studi di settore per i periodi d’ imposta 2016-2017, le imprese ittiche potranno applicare l’ aliquota Irap all’ 1,9 per cento e una riduzione dell’ imponibile pari al 30 per cento di tutti i beni strumentali in uso o di proprietà).
Prevista anche la revisione della normativa sulle attività di pesca-turismo, che potranno essere svolte 24 ore su 24 e 365 giorni l’ anno, nei limiti di distanza dalla costa individuati dalla Capitaneria di porto e in condizioni meteo marine favorevoli: l’ esercizio dell’ attività nei mesi invernali o di notte comporta però l’ obbligo di dotare le imbarcazioni di sistemazioni anche rimuovibili, per il ricovero al coperto delle persone imbarcate.
Alcuni adempimenti amministrativi sono stati poi semplificati: ad esempio le richieste di rinnovo della concessione demaniale e delle autorizzazioni allo scarico da parte delle imprese di acquacoltura potranno essere effettuate con una semplice autocertificazione se il titolare non avrà eseguito opere di modifica al ciclo dell’ acqua o alle vasche d’ allevamento. Consentita infine la vendita diretta su tutto il territorio nazionale dei propri prodotti (o delle loro trasformazioni) da parte degli imprenditori.
Inoltre, chi intende effettuare attività di pesca sportiva o ricreativa a mare dovrà darne comunicazione una volta l’ anno al Ministero delle politiche agricole con il pagamento di un contributo di 20 euro se si intende pescare da barche a motore, di 10 negli altri casi: la violazione di questi obblighi è sanzionata con la multa di circa 500 euro. Dal pagamento sono esentati minori di 16 anni, over65 e disabili; tra l’ altro scompaiono le limitazioni all’ uso di attrezzi per la pesca sportiva attualmente previsti dal regolamento del 1968.
Infine, nel testo è stato inserito il pacchetto di riforma delle sanzioni nel settore della pesca contenuto nel collegato per la semplificazione e la competitività del settore agricolo che l’ Aula del Senato inizierà a esaminare alla fine della prossima settimana. viene in particolare introdotto il divieto di pescare, detenere, trasportare, sbarcare e commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura in qualunque stadio della crescita e vengono introdotte specifiche sanzioni per la pesca del tonno rosso e del pescespada . La detenzione, lo sbarco e il trasbordo di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla minima diventa semplice illecito amministrativo, così come le violazioni della normativa sull’ etichettatura dei prodotti ittici (con multa da 750 a 4500 euro) e l’ esercizio della pesca marittima senza preventiva iscrizione nel registro dei pescatori marittimi (multa da 2mila a 6mila euro).
L’ altro testo unificato riguarda la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, definita “come coltura in grado di contribuire alla riduzione dell’ impatto ambientale in agricoltura, alla riduzione del consumo dei suoli e della desertificazione e alla perdita di biodiversità”.
Ovviamente la legge riguarda solo le varietà che non rientrano nell’ambito di applicazione del testo unico delle leggi in materia di sostanze stupefacenti, da cui è possibile ottenere alimenti e di integratori ad uso umano o zootecnico, profumi, cosmetici, semilavorati (come fibra, polveri, oli o carburanti), materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria, coltivazioni finalizzate alla bonifica di siti inquinati o per le attività didattiche e di ricerca di istituti pubblici o privati.
L’ acquisto di sementi sarà consentito solo alle aziende agricole dotate di fascicolo aziendale nell’ ambito del sistema informativo agricolo nazionale, cui dovranno essere comunicati tutti i relativi dettagli, compresa la data prevista della semina. In ogni caso, la superficie minima coltivata deve essere pari almeno a mille metri quadrati, ad eccezione di progetti di ricerca autorizzati. A controllare il contenuto di Thc (il tetraidrocannabinolo, ossia la sostanza psicotropa presente nella cannabis sarà il Corpo forestale dello Stato: se non supererà l’ 1 per cento, la coltivazione sarà sequestrata o distrutta, perché rientrerà nella sfera di applicazione della legge sulla droga (che viene infatti modificata nel senso di prevedere la punibilità di chi detiene piante di cannabis ma solo con percentuale di Thc superiore all’1 per cento); se invece il contenuto sarà tra lo 0,2 per cento e l’ 1 per cento, si attiverà la procedura per la revoca della certificazione comunitaria della varietà di canapa.
Saranno anche possibili incentivi per le imprese che impiegano canapa nei semilavorati o nei manufatti, come pannelli isolanti o fonoassorbenti; o contributi in conto capitale fino a 500mila euro, per la realizzazione di impianti di prima trasformazione e di lavorazione che trasformano esclusivamente canapa coltivata in Italia (con vincolo almeno decennale) così come alle attività di ricerca per la ricostituzione di un patrimonio genetico adeguato alle condizioni nazionali e alle esigenze delle diverse filiere (con la possibilità che anche Università, enti di ricerca, scuole, musei etnografici possano realizzare coltivazioni di Canapa o impiegarla come pianta depuratrice dei terreni da sostanze inquinanti).
La Commissione ha poi avviato l’ esame di una risoluzione presentata dal Pd contenente principalmente due impegni per l’ azione in sede europea del nostro Governo: favorire “la dimensione educativa delle iniziative per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole con un ambizioso programma di educazione alimentare per le giovani generazioni” (al posto dell’ approccio fin qui seguito in sede Ue orientato soprattutto alla promozione e distribuzione di prodotti) e scongiurare un rinvio dei lavori sulla proposta di regolamento sul finanziamento del regime di aiuti per la distribuzione di ortofrutticoli e latte nelle scuole”.
Decise poi delle audizioni (in particolare delle associazioni di categoria) sull’ altra risoluzione per il rilancio del piano olivicolo nazionale.