martedì, Dicembre 3, 2024
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Calano in ottobre i prezzi delle materie prime alimentari

Le abbondanti scorte per l’esportazione hanno più che compensato il brusco aumento dei prezzi dello zucchero

I prezzi internazionali delle materie prime alimentari sono scesi ad ottobre, con i prezzi dei prodotti lattiero-caseari, delle carni e degli oli vegetali che hanno più che compensato l’impennata dei prezzi dello zucchero, secondo l’Indice dei Prezzi alimentari della FAO pubblicato oggi.

L’indice dei prezzi alimentari della FAO – un indice ponderato su base commerciale che misura la variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di prodotti alimentari – ha registrato in ottobre una media di 163,5 punti, un calo dello 0,9% rispetto a settembre e del 7,4% rispetto al livello dell’anno scorso.

L’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari ha trainato il calo generale, scendendo del 4,8% rispetto al mese precedente e del 34% rispetto al picco raggiunto nel febbraio 2014. I prezzi più deboli riflettono l’aumento delle esportazioni di tutti i principali prodotti lattiero-caseari, in particolare dalla Nuova Zelanda.

L’indice dei prezzi delle carni è sceso del 2,0% da settembre, con le carni di ovini, suini, bovini e pollame che hanno registravano cali dovuti principalmente alle abbondanti scorte per l’esportazione.

L’Indice dei prezzi degli oli vegetali è sceso dell’1,5%, il suo nono calo mensile consecutivo, raggiungendo il livello più basso dall’aprile 2009. L’ultimo slittamento è stato guidato principalmente dalla domanda d’importazioni globali di olio di palma e dalle abbondanti scorte dei maggiori paesi esportatori. I prezzi internazionali dell’olio di soia sono leggermente aumentati.

L’indice dei prezzi dei cereali della FAO è aumentato dell’1,3% rispetto a settembre, principalmente a causa delle quotazioni più rigide del granoturco negli Stati Uniti. I prezzi del riso, al contrario, sono diminuiti, in parte influenzati dai movimenti valutari che hanno pesato sulla varietà Japonica e su altre varietà fragranti.

L’indice dei prezzi dello zucchero è salito dell’8,7%, principalmente a causa delle prospettive di produzione negative legate al clima in India e Indonesia, oltre che per le previsioni di un aumento della produzione di canna da zucchero in Brasile utilizzata per produrre etanolo.

Previsioni al rialzo sulla produzione cerealicola mondiale

La FAO ha anche alzato le sue previsioni per la produzione cerealicola globale nel 2018 portandole a 2.601 milioni di tonnellate, principalmente a causa di stime più elevate per la produzione di grano in Canada e Cina. Ciononostante, la nuova previsione rimane del 2,1% più bassa del livello record raggiunto nel 2017.

Si prevede che quest’anno la produzione mondiale di riso supererà il record di tutti i tempi registrato l’anno scorso dell’1,3%, raggiungendo 513 milioni di tonnellate, secondo l’ultimo Bollettino FAO sull’Offerta e la Domanda di Cereali, anch’esso pubblicato oggi.

La produzione mondiale di grano nel 2018 è ora prevista a circa 728 milioni di tonnellate, con un calo del 4,3% rispetto all’anno scorso. Le colture di grano invernale, da raccogliere nel 2019, sono attualmente seminate nell’emisfero settentrionale, mentre nell’Unione europea, negli Stati Uniti e in India si prevedono prezzi remunerativi per stimolare un incremento delle semine.

La produzione mondiale di cereali a grana grossa è prevista a 1.360 milioni di tonnellate, un calo del 2,2% rispetto al 2017. Le colture a grana grossa sono attualmente seminate nei paesi dell’emisfero meridionale e le prime prospettive indicano un’espansione delle piantagioni di mais in Sud America.

La FAO prevede che l’utilizzo di cereali nel mondo aumenterà dello 0,2% fino a raggiungere il record di 2.653 milioni di dollari, stimolato da maggiori quantità per i mangimi e per usi industriali, specialmente in Cina e negli Stati Uniti.  L’uso di grano per il consumo si prevede aumenterà dell’1%, mentre quello di riso dovrebbe aumentare dell’1,1%.

Le scorte di cereali globali alla fine del 2019 si prevede ora che raggiungeranno quasi 762 milioni di tonnellate, circa il 6,5% al di sotto del loro livello di apertura record. Le scorte di cereali secondari, per la prima volta in sei anni, caleranno mentre quelle del grano si ridurranno del 4,5%, con i prelievi a carico dei principali esportatori. Le scorte mondiali di riso, al contrario, si prevede aumenteranno del 2,6% raggiungendo 176,6 milioni di tonnellate.

Il commercio internazionale di cereali dovrebbe scendere dell’1,1% dal livello record del 2017/18, con riduzione degli scambi sia di grano che di riso. Il commercio mondiale di cereali secondari rimarrà vicino al livello record dell’anno scorso, con circa 195 milioni di tonnellate, con volumi di granturco in aumento mentre quelli di sorgo in declino.

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