giovedì, Maggio 9, 2024
Agricoltura

Banca delle Terre. Seminiamo il futuro

Aperta ufficialmente, a Roma, la vendita degli appezzamenti messi a bando dalla Banca delle Terre, gestita da ISMEA. Martina dice: Diamo nuovo valore ai terreni pubblici, con un investimento su sostenibilità, economia e lavoro. Nei primi mesi di attività 137mila visualizzazioni. Soddisfazione delle organizzazioni professionali agricole.

di Barbara Civinini

Mentre l’erosione da abbandono cresce più velocemente dell’espansione delle periferie urbane e aumenta l’indice di frammentazione delle grandi aree rurali, il ministero delle Politiche Agricole ha aperto la porta al recupero della terra. Lo strumento messo a punto dai tecnici è la Banca delle Terre, istituita presso l’ISMEA dalla legge delega per il recupero di competitività del comparto agroalimentare (L.154/16).

L’Istituto di Servizi per il Mercato Agrioalimentare ha costituito l’inventario dei terreni che si rendono disponibili a seguito di pensionamento o di cessazione dell’attività, mettendo tutte le informazioni accessorie sul web, in una vera e propria banca dati dedicata. Dunque, trovare un terreno adesso sarà molto più semplice: basterà un solo click per geolocalizzarlo e avere tutte le informazioni utili come caratteristiche naturali, tipologia di coltivazione e i valori catastali.

 

Fonte: ISMEA

Il 5 dicembre è stata aperta la procedura per la messa in vendita di 8.000 ettari pronti a essere coltivati – quasi tutti al Sud (68%) – ma si tratta solo del primo lotto, che fa parte di un’operazione complessiva da oltre 20mila ettari. Queste terre producono in gran parte seminativi (3770 ha) e prati pascoli (1930 ha) ma ci sono anche 800 ettari di boschi. Per aderire è sufficiente presentare la manifestazione d’interesse sino al 3 febbraio. Per gli under 40 sono previste condizioni più favorevoli e la concessione di mutui agevolati. Si stima che dalle vendite saranno ricavati circa 110 mln di euro, che saranno destinati ai giovani imprenditori.

Finalmente giubilano in Confagricoltura i terreni incolti di proprietà pubblica, saranno disponibili per i giovani che vogliono fare impresa agricola. Insomma, siamo a un giro di boa, come con la prima grande riforma agraria del 1950, varata dal Governo De Gasperi, che, poi, fu soprattutto una riforma fondiaria che distribuì le terre, schieransi contro il latifondo estensivo.

Secondo la Confagricoltori (CIA) la nascita della Banca delle Terre è il segno di un importante cambiamento per facilitare l’ingresso delle nuove leve nel settore, anche perché acquistare a prezzi di mercato è quasi impossibile. In Francia un ettaro costa in media 5.500 euro e in Germania 6.500 euro, mentre in Italia si aggira intorno ai 18 mila euro. Anche secondo la Coldiretti la disponibilità di terra è un elemento determinante per le 53.475 imprese agricole italiane condotte da under 35 che fanno registrare un aumento record del 9,3% nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo scorso anno. Con la Banca nazionale delle Terre agricole stiamo sperimentando una nuova forma di rivalutazione dei beni comuni, con l’obiettivo chiaro di favorire lo sviluppo di nuove realtà agricole nei territori, ha dichiarato il ministro Martina. Anche il Lazio ha approvato l’elenco dei beni agricoli da conferire alla Banca: 5000 appezzamenti che sono rientrati nella disponibilità della Regione.

Tutorial:  https://www.youtube.com/watch?v=7mmalKJE_GM&feature=youtu.be

Elenco terreni della regione Lazio: http://www.regione.lazio.it/binary/rl_personale_demanio/tbl_news/Banca_della_terra.pdf

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