lunedì, Maggio 13, 2024
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Inarrestabile la crescita dei prodotti Dop, Igp e Stg

Occasione colta in modo particolare dalle aziende agricole del Mezzogiorno che fanno registrare gli incrementi maggiori

Siamo la patria del Parmigiano, del Prosciutto della mozzarella  e del San Marzano, prodotti apprezzati non soltanto dai nostri connazionali, ma sempre più richiesti  dai consumatori di tutto il mondo.   Le specialità tipiche del nostro territorio pur configurandosi in molti casi ancora come prodotto di nicchia, continuano il loro inarrestabile processo di crescita e diffusione sulle nostre tavole e su quelle internazionali.

A confermarlo la fotografia per i prodotti Dop, Igp e Stg  italiani presentata dall’Istat in relazione all’analisi del decennio 2006-2016. Solo con riferimento al 2016 per i produttori il comparto ha registrato un aumento del 4,4%  rispetto al 2015,  con incrementi  consistenti registrati soprattutto nel Mezzogiorno dove la crescita  ha raggiunto il 12% e nel Centro ( + 2,5%). Trend in leggero ribasso invece per il Nord: -0,3%. Sempre nel 2016, crescono anche i trasformatori (+ 4,6%), con uno sviluppo che si concentra quasi completamente al Sud,  che registra un incremento del 16,2% per le attività legate a questo settore. Piccola crescita  anche al Nord ( + 0,3%) e una leggera flessione nelle regioni del Centro (-0,4%).  L’allevamento di qualità vede poi un aumento sia delle strutture ( + 3,2%) che della superficie investita: + 16%. In prima fila anche qui il Mezzogiorno: + 8,8% per gli animali allevati e + 32,7% per la superficie).

I settori privilegiati quelli dell’ortofrutta, dei formaggi, insieme ai cereali e agli olii d’oliva.

Per le estensioni raggiunte,  fra i principali prodotti di origine animale, spicca la Sardegna  che possiede il numero più elevato di strutture  con oltre 3 mila allevamenti che provvedono alla produzione dei Dop: Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Agnello di Sardegna . Tra i prodotti di origine vegetale con oltre 3 mila ettari di superficie, per gli Olii extravergine di oliva prevale  l’olio Toscano (Igp) , mentre per gli Ortofrutticoli  la Mela Alto Adige (Igp) seguita dalla Dop Val di Non.

Secondo i dati offerti dall’Istituto nazionale di statistica il comparto Dop, Igp e Stg sembra anche essere in grado di garantire meglio il ricambio generazionale.  Nel 2016 infatti le entrate di nuovi operatori certificati (12.513) ha compensato notevolmente le uscite (8.828).

Un mondo che tuttavia appare però dominato, almeno nella titolarità,  prevalentemente dagli uomini: fra i produttori le donne sono appena il 20,1% , per scendere al  14,4% nel settore della trasformazione.

La maggior parte dei produttori si concentra nelle aree collinari e montane, dove opera il 76,3% dei lavoratori. Circa la metà dei trasformatori (49,3%) opera in quattro regioni del Centro-nord: Emilia-Romagna (19,5%), Toscana (16,2%), Lombardia (7%) e Veneto (6,6%).  In Emilia-Romagna e Lombardia prevalgono i trasformatori di prosciutti e insaccati (macellatori, elaboratori e porzionatori), in Toscana gli operatori oleari (molitori e imbottigliatori) e in Veneto i confezionatori ortofrutticoli.

Complessivamente, fra il 2006 e il 2016 si registra un consistente aumento del numero di specialità riconosciute e di quelle attive, con tassi di crescita elevati soprattutto nel triennio 2009-2011.

Nel decennio considerato, le specialità Dop, Igp e Stg riconosciute dall’Ue passano  infatti da 156 a 291. Queste sono ampiamente diffuse sull’intero  territorio nazionale, anche se guidano la testa della classifica regioni come Emilia Romagna e Veneto, rispettivamente con 45 e 38 Dop e Igp riconosciute. Fanalino di coda il Molise, con sole 6 eccellenze presenti fra i prodotti agroalimentari del territorio.

Cristiana Persia

 

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