Ancora incendi negli Stati Uniti
di Gianluca De Angelis
Gli incendi sono tornati a colpire gli Stati Uniti: nonostante la maggior parte delle informazioni stiano arrivando dalla California (dove le fiamme stanno divorando le aree a nord e a sud della regione), la situazione incendi negli Stati Uniti potrebbe essere in realtà più grave in altre aree. Una serie di circa 75 focolai, infatti, si sta estendendo dall’Oklahoma all’Alaska interessando l’Arizona, il Colorado, l’Idaho e l’Oregon, con un danno che ammonterebbe già a diversi milioni di dollari.
Il fattore scatenante di quest’anno si riscontra nella combinazione della forte siccità che ha colpito queste aree durante giugno e luglio con le forti tempeste estive degli ultimi giorni, cariche di elettricità: proprio in Oregon, ad esempio, l’incendio più grande è stato causato da una serie di fulmini caduti nelle aree boschive.
In California, invece, l’incendio più grande resta ancora il Cranston Fire che sta bruciando ad est di Los Angeles, mentre nell’area di Redding il Carr Fire, oltre ad aver bruciato decine di barche nel Whiskeytown Lake, ha innalzato una colonna di fumo talmente grande da risultare visibile persino dalle immagini satellitari. Qui il senatore democratico californiano Jerry Brown ha infatti anche dichiarato lo stato di emergenza.
Chiaramente, però, l’incendio di queste aree che sta facendo parlare più di sé è il Ferguson Fire (causato dallo scoppio di un’automobile), che nelle fasi più aggressive si è avvicinato moltissimo al confine dello Yosemite National Park, famosissimo parco naturale che ogni anno ospita migliaia di turisti che accorrono da tutto il mondo per ammirarne le bellezze naturalistiche. Il parco, al momento, è nascosto da una spessa coltre di fumo ed è inaccessibile dal 25 luglio: rimarrà off-limits fino al 3 agosto, stabilendo così il periodo di chiusura più importante degli ultimi 30 anni, e anche se per ora i tremila vigili del fuoco impiegati sono riusciti a domare le fiamme (che gli abitanti hanno paragonato ad un “tornado di fuoco”), il rischio resta ancora altissimo. Solo in quest’area circa 38mila persone sono state costrette ad evacuare la zona lasciando le loro abitazioni, e oltre 20mila ettari e 500 case sono andate in fumo: l’intero villaggio di Keswick, di 450 abitanti, è in rovina.
Sembra che anche i forti venti di questi giorni abbiano permesso alle fiamme di avanzare ad una velocità di 80 chilometri orari nelle aree californiane: per ora le zone interessate restano deserte, così come anche lo Yosemite National park: l’unica eccezione sono i vigili del fuoco ed i rangers, che stanno lavorando per continuare a tenere sotto controllo la difficile situazione.