Alla scoperta del primo Museo di Cucina
Il Garum si trova nel cuore del Palatino, a Roma, ed è un piccolo gioiello incastonato nella storia. L’ha allestito il maestro pasticcere Rossano Boscolo, fondatore della Campus Etoile Academy. In mostra ci sono antichi ricettari, utensili e macchine per preparare il cibo.
A Roma, a pochi passi dal Lupercale, quel luogo dove si favoleggia siano stati allattati dalla lupa Romolo e Remo, gli antichi fondatori della città, si trova il Museo della Cucina che offre gratuitamente la possibilità di visitare l’importante collezione raccolta dal maestro pasticcere Rossano Boscolo.
Suo padre si mise nel business alberghiero quando era solo un ragazzo, e lui prese le redini della cucina, cominciando a dare corpo alle sue prime innovazioni. La passione di Boscolo prima l’ha portato a realizzare un Campus d’ispirazione internazionale per la formazione dei giovani chef. Il Campus Etoile Academy, raccoglie anche un importante patrimonio librario. La cucina, infatti, dice Boscolo, non è solo cibo, ma anche arte, storia, tradizione, cultura.
Lo chef però ha in mete di più e lo scorso anno ha creato il Museo della Cucina, il Garum, con annessa biblioteca. Il museo è stato allestito, in via dei Cerchi, nella splendida location del Monastero dei padri Olivetani, dell’ordine Benedettino, con la sua facciata iconica a foggia di sipario teatrale e quella mano di gesso, con l’indice puntato, detta dai romani “la mano di Cicerone”. Al piano inferiore il Garum mette in mostra le più varie strumentazioni che nel corso dei secoli si sono utilizzate in alta cucina, in pasticceria, in cioccolateria, in gelateria, nella panificazione e nelle cucine domestiche.
Sono esposti pezzi che spaziano dagli stampi barocchi per il gelato di primo Seicento alle cucine a gas degli anni Cinquanta del secolo scorso; dalle bellissime tazzine toscane ottocentesche, alle macchine per la pasta dei nostri giorni fino alle pentole di design del secondo Novecento. Non mancano, inoltre, vere e proprie chicche come il primo gioco di cucina per bambini, prodotto a Ravensburg nel 1898, o come le semplici e fascinose scodelle da desco conventuale.
Al museo dicono che il sito è in lavorazione e presto sarà disponibile online l’intera collezione. La biblioteca, che si trova al piano superiore, offre un percorso didattico guidato all’interno della grande storia della cucina con curiosità, notizie “gustose”, ricette e parole tratte dalle molte rarità bibliografiche esposte. Non ci sono soltanto le prime edizioni de l’Artusi, ma anche ricettari di Escoffier e Carême, chef che hanno fatto la storia della cucina francese e di grandi maestri del passato come Platina, che scriveva cosa magiare e come mangiare “seguendo l’esempio di Catone, uomo di eccellente virtù, di Marrone, sommo fra i dotti, di Colummella e di Celio Apicio”.
Il museo mette a disposizione dei visitatori anche un’audioguida che illustra i volumi esposti. Il Garum è un piccolo gioiello incastonato in un mare di storia, dove oltre a vistare il museo e la biblioteca è anche possibile organizzare eventi e trovare ospitalità nelle 10 stanze ricavate dalle celle dei monaci olivetani. Insomma, uno spazio per capire come diceva Levi Strauss che “la cucina di una società è il linguaggio nel quale essa traduce inconsciamente la sua struttura”.