domenica, Maggio 19, 2024
Attualità

Agrinsieme: l’agroalimentare si conferma settore strategico dei territori italiani

Il coordinatore Dino Scanavino: tra le attività economiche, quella agricola è la terza voce in termini di crescita percentuale (+7,8%) dell’export tricolore. Ora è necessario che lo straordinario patrimonio “made in Italy” sia affiancato da adeguati strumenti e interventi volti a consolidarne la base strutturale delle aziende e la sfera organizzativa della filiera. L’embargo russo rende urgente una revisione del quadro di strumenti per la gestione delle crisi.

 

agrinsieme

Nei primi tre mesi dell’anno sono state in particolare le regioni nord-orientali (+2,9%) e meridionali (+2,5%) a trainare le vendite di beni nazionali sui mercati esteri. In tale contesto, il contributo dei prodotti “made in Italy” agroalimentari è stato del 9% grazie soprattutto al Sud, dove l’export di cibo e bevande ha rappresentato il 16,4% del totale territoriale. Così il coordinatore di Agrinsieme, Dino Scanavino, commenta i dati Istat sulle esportazioni delle regioni italiane del primo trimestre 2015.

Ma è il confronto con i valori dello scorso anno a confermare che l’agroalimentare è uno dei settori più strategici della bilancia commerciale nazionale. Tra le attività economiche, quella agricola è infatti la terza voce in termini di crescita percentuale (+7,8%) dell’export “made in Italy”, dietro soltanto ai mezzi di trasporto e ai prodotti per il trattamento dei rifiuti, mentre l’alimentare (+5,8%) è la terza “potenza” tra le attività manifatturiere. Nell’Italia nord-occidentale, le vendite oltre confine di prodotti agricoli crescono a un ritmo più che doppio (+5%) rispetto al totale nazionale (+2,1%) mentre l’export alimentare aumenta del 2,5%. Nel Mezzogiorno l’aumento tendenziale delle spedizioni agricole è di oltre 18 punti percentuali, secondo in termini relativi solo agli autoveicoli. Forte anche la crescita relativa di prodotti alimentari, che sfiora al Sud il 9%. Cibi e bevande trainano anche l’export del Nord-Est (+6,7%) e del Centro Italia, dove l’aumento dell’8% rappresenta una delle tendenze più importanti nella bilancia commerciale del territorio.

Numeri incoraggianti per un settore che, sempre con più convinzione, sta raccogliendo la sfida dell’internazionalizzazione. Del resto -sostiene Agrinsieme- la crescita della domanda globale di cibo, unita all’aumento d’interesse dei consumatori verso prodotti ad elevato contenuto qualitativo e distintivo, rendono quella dei mercati internazionali la via principale di sviluppo per le aziende agricole italiane.

Per rafforzare la leadership e trovare efficaci percorsi di valorizzazione sui mercati esteri, dove i competitor sono sempre più agguerriti, però, è indispensabile che lo straordinario patrimonio “made in Italy” -sottolinea il coordinatore Dino Scanavino- sia affiancato da adeguati strumenti e interventi volti a consolidarne la base strutturale delle aziende e la sfera organizzativa della filiera. Oltre a ciò, il calo drammatico delle vendite sul mercato russo per effetto della crisi con l’Ucraina, rende urgente una revisione del quadro di strumenti per la gestione delle crisi e dei rischi in agricoltura che passi attraverso politiche innovative rispetto al passato, sia in ambito nazionale sia a livello comunitario.

In questa prospettiva Agrinsieme (che raggruppa Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari), con oltre un milione di aziende agricole, più di cinque mila cooperative, il 40% del valore della produzione agricola, rappresenta un interlocutore strategico nei confronti delle istituzioni per sollecitare la definizione degli interventi richiamati. I dati dell’Istat sono incoraggianti. Un’opportunità che bisogna cogliere per consolidare la leadership dei prodotti agroalimentari all’estero e, più in generale, per promuovere l’internazionalizzazione del sistema Italia.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari).

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