sabato, Maggio 18, 2024
AgricolturaAgroalimentare

Agricolture Ue a confronto

L’ultimo rapporto dell’Istat mette in evidenza la grande competitività raggiunta da alcuni segmenti del nostro settore primario a livello internazionale. Molte le posizioni di primo piano rispetto ai nostri partner europei e la conferma di player internazionale nel settore dell’ortofrutta

In quasi tutti i comparti produttivi l’Italia si pone tra i primi tre paesi a livello europeo, ma sono l’ortofrutticolo, il vitivinicolo e l’olivicolo quelli che rappresentano i principali settori dell’agricoltura italiana.

Sul quinquennio 2011-2015, l’Italia con circa 4,6 miliardi di euro di produzione cerealicola è al terzo posto in Europa, superata solo dalla Francia e dalla Germania, (rispettivamente con 12,2 e 8,2 miliardi di euro)

In particolare l’Italia è prima in Europa per la produzione di grano duro e riso (rispettivamente 1,5 e 0,4 miliardi di euro in media).

Per le produzioni agricole industriali l’Italia non è invece  tra i paesi più rappresentativi e non figura ai primi posti nell’Ue. Il comparto è dominato dalla Francia, in cui si concentra oltre il 22% del valore della produzione europea e dai paesi dell’Est-Europa, con le coltivazioni di girasole e barbabietola da zucchero. Tuttavia, all’interno del comparto, l’Italia è il primo produttore europeo di soia e tabacco, con valori rispettivamente di 0,3 e 0,2 miliardi di euro nel 2016.

Il comparto degli ortaggi freschi, pur risentendo delle oscillazioni dei volumi produttivi e della volatilità dei prezzi, rimane strategico per l’Italia. Con i suoi 6,1 miliardi di euro (6,7 qualora si consideri anche il valore della produzione di patate) l’Italia si pone al primo posto nell’Ue nella media 2011-2015, seguita da Spagna (5,6 miliardi di euro) e Francia (2,8 miliardi).

Il nostro paese è il primo produttore europeo di “altri ortaggi freschi” (es. carote, finocchi ecc.) con 4,7 miliardi di euro in media e il secondo di pomodori (1,1 miliardi di euro).

Le esportazioni di prodotti orticoli ammontano a 3,7 miliardi di euro nel 2016, con un saldo positivo della bilancia commerciale pari a 1,3 miliardi di euro.

Con 4,8 miliardi di valore della produzione, il comparto della frutta in complesso  vede quindi il nostro Paese al secondo posto in Europa – subito dietro la Spagna – e il quinto esportatore mondiale di frutta.

Anche nel comparto degli agrumi l’Italia risente della forte concorrenza della Spagna che con 2,1 miliardi di euro in media guida la classifica Ue, mentre  il nostro Paese è al secondo posto con 1,1 miliardi di euro. Questa produzione, tipicamente mediterranea, vede poi al terzo posto la Grecia con 0,2 miliardi di euro. Questi tre Paesi insieme rappresentano oltre il 95% del valore della produzione europea

Anche nella produzione di olio di oliva la Spagna occupa il primo posto nell’Ue (1,9 miliardi di euro nella media del quinquennio 2011-2015), seguita dall’Italia (1,6 miliardi). La Spagna rappresenta il 43,6% del valore della produzione, l’Italia il 36,1%, la Grecia il 17,5%. Segue il Portogallo con l’1,5% e quasi 70 milioni di euro.

Per l’oro verde, l’Italia risulta essere il secondo produttore ma il primo importatore (3,7 miliardi di euro) e il secondo esportatore (2,1 miliardi di euro).  Il saldo commerciale di oli e grassi vegetali nel 2016 per il comparto  è però negativo (-1,6 miliardi di euro).

Il vino resta il prodotto italiano espressione del “made in Italy” più riconosciuto e apprezzato, frutto di un impegno costante dei viticoltori italiani nel migliorare e affinare il prodotto.

A livello Ue il nostro paese è il secondo produttore dopo la Francia (9,7 miliardi per la Francia, 6,6 miliardi per l’Italia in media quinquennale); seguono la Germania e la Spagna rispettivamente con 1,3 e 1,2 miliardi di euro.

Va tuttavia notato che il netto vantaggio della Francia nel valore della produzione, e soprattutto di quella destinata all’export, corrisponde a quantità prodotte simili tra Francia, Italia e Spagna. Ciò rispecchia, evidentemente, le differenze nel livello medio dei prezzi, condizionati dalla composizione delle tipologie del vino: nel 2016 il prezzo medio al litro del vino prodotto in Italia era pari al 47% di quello del vino d’oltralpe, mentre il prezzo medio del vino spagnolo era pari al 20% di quello francese. Nel 2016 circa il 35% dell’export francese (2,9 miliardi di euro) è di champagne, vino per il quale il differenziale di prezzo rispetto a prodotti analoghi degli altri paesi (spumante, prosecco, etc.) è molto elevato. Di contro, il peso del vino Dop in bottiglia rappresenta il 71,2% del valore dell’export italiano e solo il 61,5% di quello francese.

Cristiana Persia

Autore

Hide picture
Verified by ExactMetrics