PAC nel mirino: tagli, proteste e futuro incerto per l’agricoltura europea
Dal taglio ai fondi PAC alla crisi del lavoro agricolo, le principali organizzazioni del settore chiedono all’UE politiche più eque e sostenibili. A Roma il confronto tra istituzioni, sindacati e associazioni in vista della prossima riforma.
La nuova proposta di riforma della Politica Agricola Comune (PAC), illustrata dalla presidente Ursula von der Leyen e inclusa nel Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, ha scatenato un’ondata di reazioni durissime dal mondo agricolo, sindacale e ambientalista. Il taglio netto del 20-30% delle risorse destinate al settore, l’introduzione di un Fondo unico e la sostanziale riorganizzazione della struttura finanziaria della PAC stanno facendo vacillare le fondamenta stesse della politica agricola europea.
Coldiretti: “Disastro annunciato”
Tra le voci più critiche, quella di Coldiretti, che ha parlato apertamente di “disastro annunciato”. Il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno attaccato frontalmente la Commissione Ue e il commissario all’Agricoltura Hansen, accusato di aver “votato con l’unanimità un taglio draconiano, salvando solo l’80% del budget, quando sarebbe stato più dignitoso dimettersi”.
“Se i governi non si opporranno – hanno dichiarato – saranno corresponsabili della fine della politica agricola europea. La nostra mobilitazione sarà permanente per i prossimi due anni, per salvare agricoltori, consumatori e il sogno europeo”. In piazza a Bruxelles, i giovani agricoltori Coldiretti hanno inscenato un flash mob con cartelli provocatori: “Benvenuti a Vonderland” e “Questa non è Europa”.


Le testimonianze dei giovani agricoltori: “Senza PAC, il futuro si spegne”
Dal cuore della protesta emergono storie concrete e preoccupanti. Lorenzo Ottoni, agricoltore mantovano, ha ricordato come la PAC sia stata “determinante” per l’avvio e lo sviluppo della sua azienda. Irene Pavesi, apicoltrice cremonese, ha lanciato l’allarme sull’abbandono delle aree marginali. Ilaria Pizzolato, allevatrice veneta, teme invece per la sopravvivenza della zootecnia da latte in montagna: “Senza premi e aiuti, sarà impossibile resistere alla concorrenza estera”. Anche Daniele Paolucci, viticoltore, è lapidario: “Senza PAC, il mio progetto si ferma. È un investimento sul futuro che l’Europa non può cancellare”.
Cia: “Vergognoso attacco alla sicurezza alimentare”
Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha definito la proposta una “disintegrazione della PAC”, accusando Bruxelles di anteporre le spese militari all’agricoltura: “La von der Leyen aveva l’occasione per difendere l’Europa e la sua sicurezza alimentare. Così facendo, ha scelto la corsa agli armamenti e ha annacquato la PAC in un Fondo unico che metterà i settori in concorrenza fra loro”.
EFFAT: “Un colpo ai lavoratori agricoli”
Anche il sindacato europeo EFFAT ha espresso “profonda delusione” per la nuova architettura della PAC, giudicata carente in tutele per i lavoratori. La condizionalità sociale, sebbene confermata, resta poco incisiva e rischia di essere neutralizzata da due elementi critici: l’esenzione dalle sanzioni per le aziende sotto i 10 ettari (che rappresentano il 70% del totale) e la confusione tra sanzioni europee e nazionali in caso di violazioni dei diritti del lavoro.
«Così – ha spiegato Ivan Ivanov, segretario politico EFFAT agricoltura – si rischia di trasmettere un messaggio pericoloso: che violare i diritti è accettabile se sei un’azienda piccola». Dello stesso avviso il presidente del settore agricoltura EFFAT, Fabrizio De Pascale: “Il Fondo unico rischia di diluire le priorità del lavoro agricolo, lasciando tutto alla discrezione degli Stati membri”.
Greenpeace: “A rischio la lotta climatica e la biodiversità”
Sul fronte ambientale, Greenpeace ha lanciato l’allarme: “Il nuovo regolamento non prevede più vincoli per il finanziamento delle misure ambientali e climatiche. È un passo indietro gravissimo”, ha dichiarato Marco Contiero, responsabile Politiche agricole per Greenpeace Europa. L’organizzazione teme che l’abolizione dei criteri vincolanti possa portare a un azzeramento dei fondi per l’agricoltura verde, compromettendo la tutela della biodiversità e accelerando la desertificazione delle aree rurali.
Tra i pochi elementi positivi, Greenpeace segnala i limiti agli aiuti per le grandi aziende e l’intenzione della Commissione di premiare gli agricoltori più bisognosi. Ma, avverte l’associazione, “senza controlli rigorosi, tutto rischia di rimanere sulla carta”.
Fedagripesca Confcooperative: “Un pericoloso segnale di abbandono”
Anche Fedagripesca Confcooperative ha preso posizione contro la proposta della Commissione. “La Commissione ha deciso di compiere un passo indietro rinnegando l’essenza stessa dell’Unione Europea”, ha dichiarato il presidente Raffaele Drei. “Smantellare la PAC significa smontare il principale pilastro su cui si è costruita l’Europa”.
Drei ha definito “grave” il segnale politico di abbandono che arriva in un momento di forte instabilità geopolitica. “Invece di sostenere la competitività delle filiere, si continua a imporre agli agricoltori standard elevatissimi senza fornire gli strumenti per rispettarli, aprendo nel frattempo alle importazioni da Paesi terzi”. Ha poi concluso: “La decisione di accorpare la PAC al Fondo Unico è anacronistica. In un momento così delicato, serve una visione strategica unitaria, non un mosaico di decisioni slegate tra Stati membri”.
Comunicare la PAC: il progetto CAPCOM e il nuovo bando CAPGEN
In un clima di crescente tensione, mercoledì 23 luglio si terrà a Roma, a Palazzo della Valle, l’evento conclusivo del progetto europeo CAPCOM – promosso da ANSA e Confagricoltura – per migliorare la comunicazione e la comprensione della PAC tra cittadini e agricoltori.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, insieme a istituzioni e imprenditori agricoli, parteciperà a un dibattito per analizzare le criticità e proporre soluzioni. In questa occasione verrà anche lanciato il nuovo bando europeo CAPGEN, che prenderà il testimone di CAPCOM per il biennio 2025–2026.
Il bivio della PAC
La nuova PAC si presenta come uno dei dossier politici più controversi della legislatura europea. L’allarme lanciato dalle principali organizzazioni agricole, dai sindacati e dagli ambientalisti è chiaro: la proposta, se non rivista, rischia di minare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore agricolo europeo. Con una mobilitazione che promette di non spegnersi e una spaccatura sempre più evidente tra Bruxelles e le campagne d’Europa, il futuro dell’agricoltura si gioca – oggi più che mai – nel cuore della politica europea.