domenica, Febbraio 2, 2025
Alimentazione

Gli alimenti col logo della rana non vanno boicottati, anzi…

Non contengono farina d’insetti ma sono solo equosolidali. Sono certificati della Rainforest Alliance e raccomandati anche dal WWF. Questi prodotti amplificano e rafforzano gli impatti benefici delle scelte responsabili, dalle aziende agricole e forestali fino alla cassa del supermercato.

Aveva ragione McLuhan, quando ne “Gli strumenti del comunicare” sosteneva che “Le vere notizie sono le cattive notizie”? Forse sì o forse no, ma nel 1964 il mondo dell’informazione non era ancora invaso dalle fake news. Proprio in questi giorni sulla rete torna a correre una grossa bufala per cui si è parlato di “complottismo”. Secondo alcuni post, infatti, acquistando prodotti contrassegnati dal logo della piccola rana verde si rischierebbe di acquistare prodotti preparati con farina d’insetti, oppure contenenti un “vaccino mRNA”.

Alcuni prodotti certificati con il logo della rana – Sito Rainforest Alliance

Chissà come avrebbe commentato il maestro della comunicazione di massa. In fondo McLuhan aveva visto molto lontano con la sua tesi più famosa secondo cui “il medium è il messaggio“. Ma in questo caso quale informazione si vuole dare agli internauti? In realtà la Rainforest Alliance promuove un’azione collettiva a favore delle persone e della natura. Amplifica e rafforza gli impatti benefici delle scelte responsabili, dalle aziende agricole e forestali fino alla cassa del supermercato.

Agricoltore vietnamita del distretto di Di Linh – Sito Rainforest Alliance

Il sigillo – assicura l’alleanza verde – consente di riconoscere e scegliere prodotti che contribuiscono a un futuro migliore per le persone e il pianeta perché certifica che l’ingrediente è stato prodotto utilizzando metodi che supportano i tre pilastri della sostenibilità: sociale, economica e ambientale. L’obiettivo di fondo della Rainforest Alliance è quello di tutelare gli elementi fondamentali per la sopravvivenza di ogni essere vivente sulla Terra, come le foreste, il clima, i diritti delle popolazioni rurali e i loro mezzi di sussistenza sostenibili, mettendoli al riparo dalla povertà.

Guarda il video “We’re all in” – Sito Rainforest Alliance

Per il logo è stata scelta la rana proprio perché è un ottimo bioindicatore, nel senso che una popolazione sana di rane indica un ambiente sano. La raganella dagli occhi rossi è diventata la mascotte della Rainforest Alliance più di trent’anni fa, proprio perché si trova comunemente nei neotropici, dove i suoi fondatori hanno iniziato a lavorare per proteggere le foreste pluviali tropicali. Da allora, è diventata un simbolo internazionale di sostenibilità. Tanto che lo stesso WWF nella sua guida ai marchi alimentari la qualifica come molto raccomandabile poiché soddisfa standard elevati e la maggior parte dei requisiti per una produzione corretta dal punto di vista ecologico e sociale, oltre a dare un importante contributo allo sviluppo sostenibile.

Quanto è sostenibile il label Rainforest Alliance – WWF

Forse oggi queste produzioni pagano pegno ai timori legati all’apertura del marcato italiano a quattro nuovi “novel food“, come da regolamento comunitario: larva gialla, locusta migratoria, grillo domestico e verme della farina minore, che possono essere utilizzati essiccati o in farina nei prodotti alimentari. Le confezioni che li contengono però devono indicare chiaramente la loro presenza. Inoltre, il ministro Lollobrigida ne ha fortemente sollecitato la vendita in spazi dedicati e segnalati da un’apposita cartellonistica (Decreti 06/04/23). Si aprirà una polemica con l’Unione Europea?

Il ministro Lollobrigida ha fortemente sollecitato la vendita dei novel food in spazi dedicati – MASAF

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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