La protesta degli agricoltori arriva nel centro di Roma
Niente grande manifestazione ma una sfilata simbolica di quattro trattori nel cuore di Roma fino al Circo Massimo dove i portavoce hanno parlato della loro lotta e dei loro obiettivi
Non c’è stata la grande manifestazione e nemmeno il concentramento annunciato in piazza San Giovanni dove tutto era predisposto per accogliere i manifestanti. Invece una rappresentanza simbolica di quattro trattori e una decina di agricoltori di Riscatto Agricolo, uno dei gruppi organizzatori delle proteste di questi giorni, partita in mattinata dal presidio di via Nomentana altezza GRA, dopo qualche ora ha raggiunto il Circo Massimo alle 12.30 circa.
Gli agricoltori di Riscatto Agricolo, tra i più dialoganti con le istituzioni, avevano spiegato che non avevano intenzione di provocare disagi alla città né attirare gruppi politici estranei alla loro lotta che avrebbero potuto infiltrarsi e cercare provocazioni, per questo dopo aver annunciato una grande mobilitazione avevano poi ripiegato su un’azione simbolica che portasse le loro proteste davanti gli occhi dei cittadini.
Le manifestazioni che da un mese circa si svolgono in molti luoghi e città sono nella quasi totalità dei casi opera di gruppi spontanei, comitatii di agricoltori e di gruppi di attivisti. Proprio per la natura spontaneista della lotta esiste una notevole eterogeneità di posizioni, di rivendicazioni e di obiettivi. Lotta partita sull’onda di quelle analoghe che si stanno diffondendo in Europa, prima in Germania e poi in Francia, ora si è incanalata su un percorso per lo più con motivazioni di carattere nazionale.
Le politiche europee sull’agricoltura e quelle per la salvaguardia ambientale sono state le scintille che hanno acceso il fuoco ma poi le motivazioni interne sono state le propagatrici delle fiamme che sono arrivate fino a far scoppiare un incendio che gli organizzatori locali tengono sotto controllo comunque le loro azioni provocano disagi notevoli per il traffico anche con blocchi stradali e di svincoli autostradali che in altri frangenti e con altri protagonisti, nei mesi scorsi sono stati duramente repressi.
Galassia variegata quella degli agricoltori in lotta che fatica a raggiungere una piattaforma unitaria anche se alcuni punti della rivendicazione sono comuni a tutti i gruppi.
L’insoddisfazione per il green deal elaborato dalla Commissione europea che impone una brusca frenata alle coltivazioni poi i punti cardine e che pesano di più e subito sulle tasche degli agricoltori. Il taglio dell’Irpef agricola fatto dal governo, l’aumento dei costi del carburante anche a causa delle mancate detassazioni, la incontrollabile spirale dei prezzi della filiera, impersonificata nella grande distribuzione organizzata che impone ai produttori prezzi bassi di vendita e invece prezzi alle stelle per i consumatori sui banchi delle rivendite, l’importazione di alimenti prodotti con pratiche vietate in Italia che provoca una evidente concorrenza sleale.
Un movimento di lotta che finora ha dimostrato una notevole determinazione che ha messo sotto accusa le grandi associazioni di categoria tacciate di non fare gli interessi dei lavoratori e viste anzi come corresponsabili della situazione perché presenti a tutti i tavoli europei e nazionali che hanno preso le decisioni oggi duramente contestate.
Nella sosta al Circo Massimo alcuni dei portavoce hanno spiegato le motivazioni e le azioni previste per i prossimi giorni. (guarda il video qui sotto)
Nel pomeriggio il governo ha ricevuto le associazioni di categoria, Coldiretti, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri mentre il ministro Lollobrigida ha incontrato i rappresentanti di Riscatto Agricolo i protagonisti del giro di Roma ed è stata annunciata una modifica alla norma sull’Irpef che dovrebbe essere ripristinata ma scaglionata per reddito, sul resto ancora nessuna risposta nonostante tra i partiti di governo ci sia una forte tensione quasi uno stridio. I manifestanti del presidio di via Nomentana hanno annunciato che a partire dalla 20 si muoveranno in corteo percorrendo tutto il GRA fino a tornare alla partenza.
Il Grande Raccordo Anulare è un’infrastruttura vitale per la città e per il traffico nazionale ed è costantemente in affanno e intasato e l’ora prevista per il tour del GRA è quella di punta del traffico. Se non si volevano creare disagi ai cittadini si è imboccata la strada sbagliata ma a quanto pare questo non interessa alla politica che invece si è dimostrata assai pronta e rude in altre circostanze. Gli automobilisti che saranno coinvolti dal rallentamento del traffico non saranno certo contenti.