domenica, Novembre 24, 2024
Punture di spilloUncategorized

Pd: solite liturgie, stessa confusione

Non a caso, direi per coerenza, il PD questa volta ha scelto una … Nuvola per darsi un nuovo Segretario dopo la sonora batosta elettorale, per altro largamente preventivata, delle ultime Politiche. Per dire che, nella struttura congressuale ideata da Massimiliano Fuksas a Roma,  si è parlato per un intero giorno di aria fritta. Cioè di niente. Nonostante i roboanti propositi di “vita nova” che big e mezzi big ci hanno propinato in questi quasi ben sei mesi. Stesse liturgie delle volte passate, stessi propositi, parole vuote e al vento che si disperdono nell’aria confondendosi, appunto, con l’evanescenza delle nuvole nel cielo.

Unica variante – e questa veramente importante – la scelta di una giovane donna, Elly Schlein, chiamata a rianimare un … corpaccione che da parecchio tempo non dà segni di vita. E bisogna riconoscerle che ce l’ha messa tutta nel dare una sferzata al vecchio partito e lasciando di sasso i tanti capi bastone presenti. Ce la farà? Stiamo parlando di un Partito ridotto ai minimi storici e che in 15 anni ha “divorato ben 11 segretari!

Ma c’è da scommettere che se la Destra non si fosse data, per prima, la “novità” di una Premier invece di un Premier, forse oggi il PD avrebbe ancora un Segretario uomo: Stefano Bonaccini.

Come leggere diversamente l’accordo di vertice, favorito appunto dai vari capicorrente e dai cosiddetti “padri nobili” come Prodi e Veltroni, tra la vincitrice dei Gazebo e il perdente dei Circoli? La “strada”, cioè gli esterni, contro il Partito, gli iscritti?

Si sono sfidati per mesi, anche se civilmente, su linee politiche opposte: ridare al PD la sua perduta identità e riportarlo ad essere nel tempo il primo partito della Sinistra (Schlein), guardare maggiormente a quel che starebbe nascendo nel Centro (Bonaccini), per trovarli ora insieme ai vertici: una, Segretaria e l’altro, Presidente. Con tanto di valletti al seguito – dai Franceschini ai Guerini, agli Orlando, agli Orfini – disponibili  (?!?) a “segarsi” i rami sui quali per anni si sono appollaiati e che gli hanno fruttato… tanto. Non fosse altro, il ritorno in Parlamento e per diverse legislature.

Ma via, siamo seri! Se il PD avesse voluto imboccare una strada davvero nuova avrebbe dovuto evitare questo abbraccio congressuale del tutto innaturale, consentendo alla neo Segretaria di crearsi in autonomia un proprio Gruppo dirigente, relegando l’opposizione interna (quindi il vecchio Partito) al ruolo di oppositore con tutte le garanzie interne, sfidandola sul suo stesso terreno e dandole appuntamento, per esempio, alle Europee del prossimo anno dove si voterà con il sistema proporzionale.

Sarebbe potuto essere quella l’occasione per “pesare” elettoralmente il nuovo Partito e la nuova linea politica. E da lì ripartire per il gioco di alleanze in grado di sconfiggere una Destra che, dopo appena sei mesi, sembra già alle corde proprio per assenza di chiarezza nelle scelte di governo.

Ma così non è stato e quindi, dopo sei mesi di chiacchiericcio precongressuale, tutto come prima anche se è augurabile che Il PD eviti, con questa nuova ma confusa accoppiata Schlein-Bonaccini, di… scimmiottare la “competition” Meloni-Salvini.

Autore

  • Giornalista parlamentare collabora con importanti media nazionali. In Parlamento per oltre 40 anni ha seguito la storia politica del Paese, dalla prima repubblica ad oggi. Ha ricoperto l'incarico di caposervizio all'agenzia giornalistica Asca per la quale successivamente ha diretto, come redattore capo, il servizio politico-parlamentare.

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