venerdì, Novembre 22, 2024
Uncategorized

La normativa italiana contro lo spreco alimentare

La legge 166/2016, prima firmataria l’Onorevole Maria Chiara Gadda, si pone come obiettivo principale la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera agro-alimentare – trasformazione, distribuzione e somministrazione – favorendo il recupero e la donazione dei prodotti in eccedenza.

Il provvedimento riorganizza il quadro normativo di riferimento che regola le donazioni degli alimenti invenduti contribuendo a raggiungere gli obiettivi generali stabiliti dal Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti del 2006 e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 2014. La legge promuove misure di semplificazione, armonizzazione e incentivazione, stabilendo la priorità del recupero di cibo da donare all’utilizzo umano in via prioritaria.

Questi i punti principali:

  • Una chiara definizione di tutti i termini utilizzati quando si parla di “spreco alimentare”. Ad esempio, sono operatori del settore alimentare tutti i soggetti che svolgono attività connesse ad una delle fasi della filiera; i soggetti donatari invece sono gli enti costituiti per il perseguimento di finalità civiche e solidaristiche che promuovono e realizzano attività d’interesse generale. Per eccedenze alimentari si intendono i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che sono invenduti o non somministrati per carenza di domanda, per rimanenze di attività promozionali oppure prossimi alla scadenza o non idonei alla commercializzazione per alterazioni di imballaggio.  Con spreco alimentare si intende l’insieme dei prodotti alimentari scartati dalla catena alimentare ancora commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano o animale
  • La semplificazione delle procedure di recupero e donazione delle eccedenze alimentari
  • La riduzione della tassa sui rifiuti
  • L’introduzione nelle scuole di un insegnamento sull’educazione alimentare e sulla lotta agli sprechi
  • La promozione di campagne che incentivino le donazioni e sensibilizzino i consumatori
  • Finanziamenti per progetti di ricerca nel settore
  • L’impiego di alimenti recuperati per nutrire gli animali, nel caso non siano utilizzati direttamente dall’uomo.

Autore

Hide picture