sabato, Novembre 23, 2024
AgricolturaAmbiente

Legno Vivo. Xylella oltre il batterio

Un documentario racconta come il territorio della Puglia sta vivendo l’emergenza Xylella, il batterio che infesta gli ulivi e ne decreta inesorabilmente la morte

Non c’è nessuno scampo per gli ulivi che vengono colpiti dalla Xylella fastidiosa, il patogeno che provoca il completo disseccamento della pianta. Al momento non esiste cura e quindi, per disposizione di legge, è obbligatorio procedere al loro abbattimento insieme a tutti quelli – sani o meno – che si trovano nell’area in un raggio di 100 metri, con l’imposizione di una totale eradicazione dei fusti dal terreno.

“LEGNO VIVO – Xylella, oltre il batterio” – proiettato martedì  in anteprima nei locali del Senato della Repubblica, presso la sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro –  affronta in 74 minuti il trauma del territorio e delle persone del Salento che dal 2013 (anno in cui è stato individuato il primo focolaio del patogeno) sono costrette a confrontarsi con sradicamenti e trattamenti  intensivi  di pesticidi, nella costante paura che la malattia possa colpire ancora, magari proprio quegli alberi che hanno determinano e determinano ancora la propria attività economica o che hanno accompagnato  la propria infanzia, trasformandosi da semplici piante in veri testimoni di vita.

Il team che ha curato la produzione del lungometraggio è composto dalla giornalista Francesca Della Giovampaola, dal regista Filippo Bellantoni, dalla scrittrice Elena Tioli e dal videomaker Simone Cannone.  La squadra ha intervistato scienziati, agricoltori, avvocati, medici, insegnanti e cittadini impegnati per la difesa del territorio, per cercar di capire se contro la Xylella fastidiosa non esistano soluzioni alternative alla drasticità delle misure sinora intraprese.

Filippo Bellantoni e Francesca Della Giovampaola

Una ricerca che partita dal Salento li ha condotti sino in Spagna, nella provincia dell’Almeria, un territorio molto simile per conformazione a quello presente nella regione che occupa il tacco d’Italia. Qui, un’olivicoltura ad impianti intensivi (proposta da più parti anche per la Puglia come soluzione alla perdita degli ulivi colpiti dal patogeno) ha però di fatto spazzato via le piccole imprese, lasciando spazio solo all’agricoltura industriale, con squilibri gravissimi per l’intero ecosistema ambientale ed economico, accentuando in maniera esponenziale la desertificazione dell’area.

“Ogni parassita, ogni attacco batterico e fungino è sintomo di un’agricoltura avvelenata” afferma nel corso del filmato Vandana Shiva, una delle scienziate ambientaliste più impegnate a livello internazionale per la difesa delle pratiche ecosostenibili nel settore primario.  Solo attraverso tecniche che tutelino la biodiversità e la naturalità dell’area in cui sorgono le coltivazioni – ha continuato Vandana Shiva nel corso del dibattito che ha seguito la proiezione –  liberandolo dall’inquinamento che montagne di chimica (fitosanitari, fertilizzanti, scarichi industriali)  hanno prodotto, si potrà garantire alle piante di attivare quelle innate capacità di difesa naturale che hanno permesso loro di sopravvivere e svilupparsi nel corso di questi 200 milioni di anni sulla terra.

Una tesi che nel dibattito ha trovato pienamente concorde anche il microbiologo Marco Nuti, professore emerito all’Università di Pisa. Nuti ha infatti ricordato come gli ultimi studi scientifici abbiano messo in diretta relazione l’alterazione del complesso dei microrganismi che popolano il suolo con l’insorgenza di patologie gravissime a livello fitosanitario: su un terreno malato la pianta si comporta come se perdesse l’orientamento nella sua risposta immunitaria alle aggressioni. Un po’ quello che accade a noi umani – ha continuato il professore – quando a seguito di terapie farmacologiche molto pesanti, alteriamo il microbioma intestinale, esponendoci a malesseri e talvolta a malattie di ogni sorta. Per ripristinare l’equilibrio qui interveniamo con probiotici. Non si capisce perché – ha sottolineato Nuti – lo stesso sistema non venga applicato anche nei confronti delle piante, offrendo all’ambiente su cui affondano le radici (che ha per loro più o meno la stessa funzione del nostro microbioma)  nuova linfa e vigore attraverso tecniche di agricoltura rigenerativa, per ripristinare  un terreno degradato e impoverito.

 

“LEGNO VIVO – Xylella oltre il batterio” è stato girato interamente tra marzo e luglio di questo anno. Autoprodotto dagli autori (Bellantoni, Tioli e Della Giovanpaola) il progetto ha ottenuto anche il consenso della rete, che ha contribuito alla sua realizzazione attraverso un crowfunding attivo sulla piattaforma Gofoundme.

 

Il trailer di “LEGNO VIVO – Xyllella, oltre il batterio”: https://youtu.be/8M6fvwcMGRO

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