Friday for future
Oggi sciopero globale dei giovani per il clima, sulle orme di Greta, la quindicenne svedese che tempo fa ha cominciato questa battaglia scioperando ogni venerdì dalla scuola per sensibilizzare l’opinione pubblica, e in particolare quella dei ragazzi suoi coetanei, contro “l’ingiustizia climatica”.
Una battaglia che vede ormai dalla sua parte decine se non centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, ma che ne conta (purtroppo) altrettante contro. Anche in Italia, dove – a dispetto delle tesi sostenute quasi unanimemente dagli scienziati e fatte proprie dai governi di quasi tutto il mondo, vedi le varie edizioni COP susseguitesi negli ultimi anni – c’è ancora qualcuno che contesta i dati portati a sostegno dell’allarme lanciato sui cambiamenti climatici.
Basta, ad esempio, leggere quanto sostenuto in questo blog dove si riportano le considerazioni del prof. Franco Battaglia, dimenticando, forse, quanto già pubblicato ormai tre anni fa, nel 2016, per chiarire come le tesi di Battaglia fossero – quanto meno – azzardate (leggi qui).
Non è certamente, quello riportato, il solo esempio del dibattito che si sta svolgendo sul tema nel nostro Paese. Così come, a livello mondiale, non mancano prese di posizione “importanti” e influenti, vedi il caso del Presidente Usa Donald Trump (anche se recentemente qualche dubbio si è forse insinuato nella sua sicumera). Ma se anche fosse che i cambiamenti climatici non derivano dall’inquinamento atmosferico prodotto negli ultimi decenni, resta il fatto che proprio tale inquinamento influisce in maniera pesante sulla vita nel pianeta, per cui è quanto mai necessario adoperarsi per ridurlo drasticamente. E questa sta diventando la battaglia prioritaria dei giovani, perché il futuro è loro.