venerdì, Novembre 22, 2024
Ambiente

L’ingegneria green salverà le nostre risorse idriche

Giornata mondiale dell’acqua: un rapporto delle Nazioni Unite suggerisce di guardare all’intelligenza di Madre Natura per salvare il nostro futuro

Dobbiamo smettere di porci in antagonismo con la Natura ed invece studiarla perché Lei contiene in sé già tutte le soluzioni alle nostre problematiche.  Questo in sintesi il concetto espresso da Audrey Azoulay, il direttore generale dell’Unesco, a commento del nuovo report dalle Nazioni Uniti sullo stato generale delle risorse idriche del Pianeta, diffuso questo 23 marzo 2018 in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua.

Riuscire a contemperare le richieste della nostra società che per il suo sviluppo richiede quantitativi sempre maggiori di questa risorsa che è invece definita (ed appare scarsa rispetto alla domanda)  con una sua più incisiva tutela attraverso comportamenti che siano maggiormente ecosostenibili è una delle più grandi sfide a cui siamo chiamati, nell’obiettivo di conciliare progresso e conservazione del nostro pianeta.

D’altronde le statistiche parlano chiaro. La domanda globale di acqua è cresciuta di sei volte rispetto all’inizio del XXI secolo e continua ad aumentare  a ritmi di circa l’1% l’anno, in funzione dell’espansione  demografica, del boom economico di molti nuovi Paesi  e del cambiamento nei modelli di consumo di una larga parte della popolazione mondiale. Richieste maggiorate che continueranno senza sosta anche nelle prossime due decadi a  fronte di nuove esigenze industriali  e di consumo interno,  mentre l’agricoltura proseguirà a rappresentare il principale fruitore di questa risorsa.  Il tutto mentre i cambiamenti climatici legati all’inquinamento e alla deforestazione stanno stravolgendo l’intero ciclo dell’acqua, creando inondazioni e siccità ovunque.

Si stima che in questo momento quasi 3,6 miliardi di persone (circa la metà della popolazione mondiale) viva in aree in cui per almeno un mese l’anno questa risorsa è praticamente assente. Una condizione che gli esperti dicono potrebbe arrivare ad affliggere entro il 2050 fra i 4,8 e i 5,6 miliardi di individui.

Una situazione che già oggi è uno dei fattori scatenanti di buona parte delle migrazioni a cui assistiamo e– senza adeguati interventi – non potrà che peggiorare minando non solo la prosperità, ma la stessa stabilità politica di intere regioni continentali.

Cosa fare quindi?

Il report delle Nazioni Unite indica la via in soluzioni che definisce nature-based, ovvero basate sulla natura, individuando in quelle azioni che madre terra già mette in pratica per rigenerarsi lo spunto per pratiche che possono essere applicate – traslandole –  in sistemi diversi al fine di contenere meglio (e preferibilmente annullare)  gli squilibri che le nostre attività creano nell’ambiente.

Per contenere il “peso” della nostra impronta sul Pianeta, insieme alla promozione dell’economia circolare, secondo gli esperti dell’ONU i governi dovranno anche predisporre azioni per un completo restauro ecologico dei propri territori,  facendo tesoro di quei modelli e quelle pratiche che la moderna  ingegneria green sta elaborando in tal senso, proprio emulando la Natura.

Ripristino del paesaggio forestale, infrastrutture verdi o naturali, la riduzione del rischio di catastrofi e il contrasto ai cambiamenti climatici basati sul rafforzamento dell’ecosistema naturale, sono tutte misure che dovrebbero quindi entrare in maniera prioritaria nell’Agenda  di tutti i Paesi del globo.

E’ necessario, secondo gli esperti, superare il concetto di superiorità con cui sinora ci siamo approcciati a Madre natura, vista alternativamente o come elemento matrigno , e quindi da combattere,   o come istituzione materna, fonte così subalterna e inesauribile di risorse da predare.

Occorre invece individuare nell’intelligenza che muove scientificamente i suoi principi di adattamento, la guida più sicura per intraprendere quelle azioni di inevitabile cambiamento dei nostri comportamenti che solo così potranno garantirci un futuro come umanità,   che potrebbe finalmente anche essere di prosperità e pace.

Cristiana Persia

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