venerdì, Novembre 22, 2024
Agroalimentare

I Mercati agroalimentari strategici per una più equa distribuzione del cibo

In un summit convocato alla FAO si sono incontrati i rappresentanti dei principali mercati agroalimentari all’ingrosso del mondo. Obiettivo individuare una linea strategica che possa conciliare i principi etici con quelli economici per combattere lo spreco del cibo, in un ottica di solidarietà e collaborazione allo sviluppo per tutti i Paesi della Terra

Sicurezza alimentare, tracciabilità di prodotto, contenimento dei prezzi , valorizzazione delle risorse territoriali e dei principi di eco compatibilità degli alimenti , sono i punti principali su cui si sono soffermati i partecipanti della 31a Conferenza internazionale della Wuwum, l’assise internazionale dei centri agroalimentari all’ingrosso, ospitata dal Car di Roma e che si è aperta in seduta plenaria presso  la sede della FAO.

L’importanza  di queste strutture logistiche e di distribuzione per promuovere una corretta alimentazione è stata ribadita più volte nei tre giorni che hanno caratterizzato gli incontri.

In modo particolare secondo la FAO attraverso una pianificazione concordata a livello mondiale queste strutture  potrebbero rappresentare uno degli strumenti  più efficaci non solo per combattere la fame nel mondo, ma anche  per promuovere stili di vita corretti fra i consumatori, attraverso  la valorizzazione delle agricolture locali con l’offerta di cibi freschi e stagionali, promuovendo azioni per il rilancio della piccola distribuzione tradizionale e con un’attenzione alle principali problematiche ambientali  con cui ci confrontiamo, veicolando misure per il contenimento degli sprechi e il riciclaggio dei rifiuti.

Il concetto base che ha animato gli incontri è stato “Nutrire il mondo di freschezza” , un obiettivo sottolineato anche in apertura del congresso dal presidente della Wuwum, Donald j.Darnald che provocatoriamente ha ricordato che già duemila anni fa i Romani erano riusciti in quest’intento,  creando una rete in grado di approvvigionare costantemente  anche  i mercati ai confine limite dell’Impero.

Ed è proprio lo scambio di best practies che caratterizza l’esperienze più virtuose in questo settore ha animato la conferenza.  Il direttore del Car di Roma e presidente di Italmercati Fabio Pallottini  ha ricordato come i mercati agroalimentari siano un presidio di garanzia della sicurezza alimentare e per questo depositari della fiducia del consumatore grazie alla qualità offerta e ai sistemi di controllo garantiti.  Elemento ribadito anche da Stefane Layani, presidente del Rungis (il mercato di rifornimento per Parigi) che ha evidenziato come  la complessa struttura normativa, dal tipo di confezionamento, alle indicazioni in etichetta fino alla bolla di trasporto concorrono concorrono a strutturare questo legame di stima con l’acquirente finale.  Di solidarietà ha parlato invece Andrea Segrè, presidente del Caab, l’agromercato bolognese secondo il quale  la centralità di queste grandi strutture che valorizzano colture, aziende, prodotti, interessi locali di “peso” limitato, dovrà essere sempre più spesso coniugata con un impegno di solidarietà con le fasce sociali più deboli, spesso incapaci di ottenere da sole salubre cibo nutriente.

L’expertice che sostiene il centro agroalimentare di Roma ha ricevuto il plauso del Viceministro delle politiche agricole Andrea Olivero che ha ribadito la piena esportabilità di questo modello anche nei Paesi meno sviluppati, dove riuscire a comprare cibo fresco rappresenta spesso un miraggio: “Il Car di Roma dimostra che gli agromercati  rappresentano il territorio dove sono ubicati, come centri di scambio di informazioni importanti per le città dove operano. Le campagne romane e laziali sono straordinarie – ha precisato Olivero –  ma un tale patrimonio non significherebbe nulla senza un mercato in grado di rendere i cittadini consapevoli e arricchiti dalla vocazione agricola del loro territorio”

Ai convenuti alla Conferenza la Fao ha poi specificatamente richiesto impegno non soltanto per l’esportazione nei Paesi poveri di un modello organizzativo virtuoso, ma anche un epocale salto di qualità nei sistemi di distribuzione alimentare per favorire la  disponibilità di cibo sano e nutriente per tutti e dovunque a prezzi equi.

Cristiana Persia

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