Sempre più green l’agricoltura italiana
Il nostro Paese leader mondiale per superficie coltivata a biologico e primo in Europa per numero di agricoltori impegnati nel settore
di Gianluca De Angelis
Quello avvenuto in Italia per gli alimenti biologici è un vero e proprio boom: solo nel 2018 i consumi di cibi bio hanno visto un incredibile aumento del 10,5% delle vendite. È quello che emerge da una analisi Coldiretti, sulla base dei dati Nielsen
Una vera e propria “svolta salutistica”, quindi, con gli italiani più attenti ai prodotti scelti e agli alimenti che introducono sulle loro tavole: ormai, moltissimi consumatori acquistano direttamente dai produttori, si recano nelle fattorie, negli agriturismi e nei mercati per supervisionare e scegliere con una sicurezza maggiore.
Ma non solo: questa grossa crescita della domanda ha fatto conseguentemente aumentare anche la stessa produzione dell’Italia. Il nostro Paese, ormai, è leader nel numero di imprese che coltivano biologico con 64.210 imprese su 1.795.650 ettari.
Le principali produzioni sono: i foraggi per l’alimentazione degli animali (342.653 ettari), i pascoli (321.011 ettari), i cereali (299.639 ettari) seguiti dagli ulivi (222.452) ettari e dalla vite (103.545 ettari), raddoppiata negli ultimi cinque anni.
Dal punto di vista delle regioni, invece, in testa al biologico troviamo la Sicilia con 363.688 ettari, la Puglia con 255.853 ettari, la Calabria con 204.527 ettari, la Sardegna con 140648 ettari e il Lazio con 132923 ettari.
Ma i record italiani non si fermano qui: l’Italia, sempre stando a Coldiretti, sarebbe infatti leader mondiale per superficie coltivata a biologico: sulla superficie totale, si parlerebbe del 14,6% davanti a Uruguay (11,9%) e Spagna (8,7%) mentre è prima in Europa per numero di agricoltori impegnati nel biologico.
Si tratta, conclude la Coldiretti, della conferma della svolta dell’agricoltura italiana che è diventata la più green d’Europa con il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario con 294 prodotti tra Dop e Igp, 5056 prodotti agricoli tradizionali censiti dalle Regioni, la minor incidenza di prodotti agroalimentari con residui chimici fuori norma (0,6%) e la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati.