La produzione di olio e vino alla base della nostra cultura
Enotria, così nel Mediterraneo antico era chiamata la nostra penisola, patria del vino ma anche dell’olio d’oliva: due prodotti presenti sulle tavole dei nostri progenitori fin dalla notte dei tempi, due prodotti che fanno parte della nostra più pura tradizione gastronomica alla quale, da sei anni, l’Associazione Italiana Sommelier ha voluto dedicare una Giornata Nazionale incentrata, appunto, sulla cultura dell’olio e del vino.
Una giornata particolare, alla quale il Ministero per i beni culturali, insieme al Mipaaf, ha voluto dare il suo contributo mettendo a disposizione dell’AIS – che sul tema “Vitigni e cultivar tradizionali: un’identità da preservare, un patrimonio da valorizzare” ha organizzato una serie di incontri di approfondimento – prestigiosi siti culturali in 16 regioni d’Italia: dal Museo Nazionale del Bargello a Firenze, al Castello Cavour di Santena, all’Oratorio dei Santi Elena e Costantino a Palermo.
Nel Lazio, la manifestazione si è svolta nelle splendide sale e nel giardino del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, o meglio, di Vigna Giulia, l’antico nome del luogo, come ha ricordato il direttore del Museo, Valentino Nizzo, facendo gli onori di casa durante il convegno i cui lavori sono stati introdotti dalla Presidente dell’AIS Lazio, Angelica Mosetti.
Ospite principale, il vice ministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, che nel suo intervento ha sottolineato come il mondo agricolo si sente comunque responsabile della cultura del territorio: non è solo responsabile del “fare” su un territorio – ha detto – ma partecipa attivamente alla vita, alla storia dei luoghi dove opera.
Un settore produttivo – quello legato all’olio – che, insieme a quello vitivinicolo, rappresenta un vero patrimonio per la nostra terra, il miglior dono che i nostri padri potessero farci. Non per niente la Giornata si è svolta nella sede del Museo Nazionale Etrusco: a questo popolo, a questa antica cultura, si deve infatti lo sviluppo in Italia non solo dell’arte in quanto tale (notevoli le testimonianze fittili, pittoriche, statuarie e di gioielleria giunte fino a noi), ma anche quello dell’arte vitivinicola e olearia di cui poi i Romani si fecero ambasciatori in tutte le terre conquistate dall’Impero.
E dalla Tuscia sono arrivati molti dei prodotti di qualità in mostra – ed in assaggio – nel giardino di Villa Giulia. Vino ed olio, ovviamente, più qualche altra specialità della tradizione laziale, insieme ad autentiche novità da gustare piacevolmente.