sabato, Novembre 23, 2024
Agricoltura

A Bari cagliate sequestrate da NAS. Serve chiarezza su latte importato

 

Apprezzamento di Coldiretti e Cia per l’operazione dei Carabinieri: le organizzazioni agricole chiedono di rendere obbligatoria l’origine del latte in tutti i prodotti lattiero-caseari

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I carabinieri del Nas di Bari, nell’ambito di una serie di controlli mirati disposti in tutta Italia dal comando carabinieri per la tutela della salute su latte e derivati, hanno sequestrato in una azienda casearia della Murgia barese tre tonnellate e mezzo di cagliata di provenienza estera (tedesca e irlandese) in pessimo stato di conservazione e priva delle specifiche di legge.

I controlli hanno preso le mosse da un’analisi dei prezzi di vendita al dettaglio, ritenuti non compatibili con i costi della materia prima e della gestione del caseificio, e hanno così impedito l’immissione in commercio di prodotti caseari potenzialmente pericolosi per la salute del consumatore, per un valore di circa 90mila euro. Il titolare dell’attività, un cittadino barese di 59 anni, è stato deferito alla magistratura per aver detenuto alimenti in cattivo stato di conservazione.

L’operazione dei NAS è stata commentata positivamente dalle associazioni di categoria agricole: per la Cia bisogna infatti lavorare sulla trasparenza assoluta, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine della materia prima in tutti i prodotti lattiero-caseari. “In un momento in cui il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli inaccettabili per gli allevatori -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- non si può tollerare il mercato della contraffazione, le frodi di chi spaccia per mozzarella Made in Italy un prodotto realizzato con cagliata straniera, né tanto meno l’utilizzo di latte in polvere nella produzione di derivati”.

Il problema vero, secondo Scanavino, è conoscere l’origine del latte importato, che in Italia equivale a 8,6 milioni di tonnellate. “Solo con un’etichetta chiara – afferma il presidente Cia – si possono tutelare i consumatori, consentendo loro di fare scelte d’acquisto realmente consapevoli, e al contempo si salvaguardano anche gli allevatori italiani, che ogni giorno lavorano per garantire la qualità e la salubrità del loro prodotto”.

Analogo il commento della Coldiretti che – ricordando come una mozzarella su quattro in vendita in Italia non è ottenuta direttamente dal latte, ma da cagliate, cioè semilavorati industriali che vengono dall’estero senza alcuna indicazione in etichetta – sottolinea come questi comportamenti “provocano una distorsione del mercato, deprimono i prezzi  pagati agli allevatori italiani e causano la chiusura degli allevamenti”.

“Di fronte a questa escalation di truffe e inganni – sottolinea il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – per salvare il made in Italy non c’è più tempo da perdere e occorre rendere subito obbligatoria l’indicazione di origine del latte in tutti i prodotti lattiero caseari per garantire la trasparenza dell’informazione e la salute dei consumatori”.

Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari). Attualmente Presidente di ARGA Lazio (Gruppo di specializzazione dell'Associazione Stampa Romana) e Vicepresidente di UNARGA (l'Unione delle varie ARGA regionali), Tesoriere del Gruppo Romano Corrispondenti e del Gruppo Romano Giornalisti Pensionati.

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