Piano olivicolo nazionale aggrega filiera olio italiana. Siglato documento congiunto
Un “nuovo inizio” con un percorso in sette tappe per la filiera dell’olio di oliva italiano. Dopo l’anno orribile per l’olivicoltura caratterizzato da un drastico calo della produzione a causa del maltempo e varie fitopatie, la filiera italiana riparte in modo unitario. E’ quanto emerge dal testo di un documento congiunto firmato, dopo anni di dialogo difficile tra i settori commercio, trasformazione, industria olearia, e produttori. Il documento firmato dai rappresentati di Federolio (commercio oleario), Aifo (frantoiani), Assitol (industria) e Aipo, Cno, Unapol, Unaprol e Unasco, le cinque organizzazioni di produttori nazionali (A.O.P.), è il risultato di un nuovo equilibrio all’interno della filiera dell’olio di oliva. Vuole essere anche un forte segnale di unità che faciliterà il compito della politica, del Governo, del Parlamento e delle Regioni stesse perché in questo soggetto unitario trovano, ora, un interlocutore unico che rappresenta tutti i settori della filiera dell’olio di oliva del Paese.
Sette i punti sui quali si articola il documento: il varo di un piano strutturale per il recupero degli impianti in stato di abbandono; incentivi a copertura dei costi per mancato reddito e per manutenzione; intervento straordinario per una politica di credito agevolato per le imprese olivicole; una misura dedicata allo sviluppo di nuovi ed efficienti centri di stoccaggio; miglioramento della qualità del prodotto, anche attraverso un sostegno della ricerca; potenziamento della promozione e comunicazione per l’olio extra vergine; politica di valorizzare di tutti gli sbocchi produttivi.
Il documento unitario, sotto riportato, prende spunto dalle proposte di un nuovo Piano Olivicolo Nazionale, le cui linee strategiche riferite a: interventi sulla struttura produttiva; qualificazione del prodotto; miglioramento della strutturazione della filiera e una più efficace politica di promozione furono presentate dal Ministero delle Politiche Agricole lo scorso 21 gennaio. Auspica, inoltre, che la risoluzione Mongiello, già approvata all’unanimità in Commissione Agricoltura alla Camera impegni il Governo a destinare cospicue risorse per sostenere il settore e per rilanciare l’immagine all’olivicoltura italiana sui mercati di tutto il mondo.
Il Testo del Documento
Nota per un piano olivicolo nazionale
L’annata che ci lasciamo alle spalle si è caratterizzata come non mai da una scarsissima produzione che, malgrado la particolarità, evidenzia il continuo calo di produzione di olive e quindi di olio extravergine che da anni l’Italia continua ad avere.
Il Mipaaf ha presentato il 21 gennaio 2015 una strategia di intervento attraverso quattro punti:
- interventi sulla struttura produttiva;
- qualificazione del prodotto;
- miglioramento della strutturazione della filiera;
- una più efficace politica di promozione.
Gli operatori di tutta la filiera concordano che è ormai imprescindibile il varo di un Piano Olivicolo Nazionale che veda un forte impegno finanziario nazionale e conseguentemente contenga precise misure da implementare nei PSR regionali per parte agricola e quindi nei POR per la parte artigianale, industriale e commerciale della filiera.
In merito all’impegno si ricorda e si sostiene la mozione, che è in via di approvazione in parlamento, che prevede un fondo di rotazione triennale di 90 milioni di euro.
Il Piano Olivicolo non potrà prescindere da sette assi d’intervento:
- il varo di un vero piano strutturale che permetta nell’immediato un recupero degli impianti in stato di abbandono rendendoli subito produttivi, per favorire sia la produzione di olio extravergine, sia di olive da tavola attraverso l’infittimento degli oliveti esistenti e l’avvio di nuovi investimenti per impianti intensivi che siano in grado di valorizzare varietà italiane e che abbiano tempi brevi per la messa in produzione;
- incentivo a copertura dei costi per mancato reddito e per la manutenzione degli impianti che maturano prima dell’entrata in produzione dei nuovi oliveti;
- un intervento straordinario ed immediato a favore delle imprese agricole che aderiscono al piano strutturale per favorire una politica di credito agevolato per le imprese olivicole in sofferenza finanziaria che non hanno avuto raccolto per la mancata produzione, con la disponibilità di risorse per la costituzione di appositi fondi rischio per costruire linee di credito dedicate, oltre che per l’abbattimento del costo del credito e soprattutto come fattore di spinta alla partecipazione al piano e di sostegno dei costi che ciò comporta;
- stoccaggi la possibilità di costruire una misura dedicata allo sviluppo di nuovi ed efficienti centri di stoccaggio a favore di strutture (cooperative, O.P., frantoi di medie dimensioni) che possano concentrare il prodotto in vista della commercializzazione e che siano così in grado di avere il giusto potere contrattuale rispetto a dei partner che vogliono acquistare il vero olio italiano;
- un deciso miglioramento qualitativo del prodotto, olio extravergine di oliva, attraverso un potenziamento della ricerca e promuovendo l’avvio di IGP regionali come fatto dalle regioni Toscana, Sicilia e Calabria e come altre Regioni hanno già avviato la procedura. Lo sviluppo di un sistema di tutoraggio nelle procedure di trasformazione, spingendo i produttori agricoli all’impiego di pesticidi accettati nei principali paesi di destinazione degli oli nazionali e costituendo con gli Organi di controllo e con tutte le componenti della filiera un tavolo di confronto per l’ottimizzazione dei controlli in tutti gli stadi della filiera;
- un’importante campagna di promozione e comunicazione per l’olio extravergine in grado di dare degli strumenti che possano permettere di recuperare quote di mercato che in questo terribile anno si sono perdute riducendo il reddito delle imprese;
- mettere in grado la filiera olivicola di valorizzare tutti gli sbocchi produttivi, in particolare dell’olio extra vergine di oliva, riconoscendo anche all’industria e al commercio oleario di aver saputo conquistare e difendere importanti quote di consumatori all’estero in un contesto di annosa carenza produttiva nazionale.
David GRANIERI Giovanni ZUCCHI
Presidente UNAPROL Presidente ASSITOL
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Gennaro SICOLO Giuseppe MASTURZO
Presidente CNO Presidente FEDEROLIO
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Luigi CANINO Piero GONNELLI
Presidente UNASCO Presidente AIFO
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Marco DIPIERDOMENICO Tommaso LOIODICE
Presidente UNAPOL Presidente AIPO
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