martedì, Maggio 21, 2024
Agroalimentare

2018, record di esportazioni per il cibo italiano

di Gianluca De Angelis

È un record assoluto, quello stabilito nel 2018 per quanto riguarda le esportazioni di Made in Italy agroalimentare nel mondo: grazie anche ad un ulteriore aumento dell’1,8%, che fa volare il bilancio dello scorso anno all’impressionante cifra di 41,8 miliardi di euro, quindi, il cibo italiano si dimostra come uno dei più apprezzati e presenti sulle tavole internazionali. I dati definitivi sono stati tracciati da un’analisi di Coldiretti e Istat, che hanno confermato anche come il principale partner alimentare per il mercato di riferimento dell’italian food europeo sia ancora la Germania, mentre fuori dai confini comunitari in cima alle esportazioni ci siano sempre gli Stati Uniti.

Sempre più apprezzati sono proprio i prodotti base della dieta mediterranea, da sempre icone del mercato alimentare italiano all’estero: il vino, con un ulteriore aumento del 3%, rimane il prodotto italiano più esportato, con particolare attenzione per quanto riguarda la categoria degli spumanti, che aumentano del 13% e raggiungono un valore delle vendite all’estero superiore a 1,5 miliardi durante l’anno. A seguire, secondo lo studio, il settore ortofrutticolo, seguito da salumi e formaggi (che segnano un incremento del 3%) e la pasta, che aumenta del 2% sulla base delle proiezioni su dati Istat relative ai primi dieci mesi.

Ma è anche fondamentale tutelare i prodotti italiani dalle sempre più frequenti contraffazioni, che avvengono proprio per via di questo successo sempre crescente e per la ricerca all’estero di cibo nostrano. Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, ha infatti sottolineato che: “L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”.

Prandini ha poi aggiunto anche che “occorre superare peraltro l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse per la promozione del vero Made in Italy all’estero puntando a un’Agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo sul modello della francese Sopexa ed investire sulle Ambasciate, introducendo nella valutazione principi legati al numero dei contratti commerciali. Mentre a livello nazionale, servono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo”.

Quindi si sta preparando una grande strategia internazionale, che parte dall’organizzazione nazionale per proteggere le nostre esportazioni e rendere ancora più presenti sul mercato globale i prodotti simbolo dell’italianità, già distintisi finora per la qualità negli altri Paesi

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