Xylella: Sipav e Sei, sconcerto per ordine sequestro piante
Secondo gli esperti dei due istituti non ci sono evidenze scientifiche per modificare gli interventi già messi in atto
La società italiana di patologia vegetale (Sipav) e la società entomologica italiana (Sei) “non sono a conoscenza di nuove evidenze sperimentali, validate dalla comunità scientifica, tali da modificare le linee guida” d’intervento per contenere la diffusione della Xylella fastidiosa e hanno “appreso con sconcerto” del sequestro preventivo delle piante di olivo disposta dalla magistratura pugliese nei giorni scorsi. Lo affermano i presidenti delle due società, Giovanni Vannacci, docente all’università di Pisa, e Francesco Pennacchio.
“Le motivazioni degli interventi di contenimento – spiegano – originano dal solo riscontro della presenza di un organismo da quarantena qual è Xylella fastidiosa, e non dal nesso di causalità tra essa e la sindrome di disseccamento rapido dell’olivo. Le solide basi di conoscenza fornite dalla ricerca internazionale, recepite dall’Ue e dalle organizzazioni fitoiatriche nazionali e internazionali, consentono di concludere che la diffusione di Xylella in Italia ed Europa aprirebbe prospettive drammatiche per l’agricoltura”. Secondo i due esperti il “potenziale impatto economico può essere stimata dal confronto con episodi precedenti, quale la diffusione in Brasile di questo patogeno, dove è ritenuto responsabile di danni per circa 100 milioni di euro l’anno” e perciò è necessario “intensificare la ricerca scientifica” per “fornire valide basi a supporto di interventi tecnici e normativi che rispondano alle legittime aspettative di coloro che si sentono minacciati da questo grave problema, che potrebbe avere ripercussioni epocali non solo sul comparto olivicolo, ma anche su altri comparti di primaria importanza economica e sociale”.