sabato, Maggio 18, 2024
Territorio

Viaggio dentro Roma: il Municipio XIII Aurelio

Continuiamo la nostra indagine sulla Capitale. Questa volta il viaggio dentro Roma ci porta a scoprire la zona nord-ovest della città. Intervista a Sabrina Giuseppetti Presidente del Municipio XIII

La sede del Municipio XIII si trova in via Aurelia la strada che dà il nome al quadrante e che per comodità lo identifica. E’ la via consolare tracciata dagli antichi romani che da millenni collega la città al nord costeggiando il mar Tirreno fino ad arrivare al confine con la Francia; nella parte cittadina è l’asse che percorre il municipio da San Pietro fino a Castel di Guido al confine con il comune di Fiumicino dove si comincia a percepire l’aria marina di Maccarese e Fregene.

Roma ha un territorio enorme, 1.287 Kmq, è grande quanto la somma di otto città italiane, in pratica Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Firenze raggruppate; per intenderci è sette volte più estesa di Milano. Numeri che già da soli fanno capire meglio la particolarità della città e le difficoltà che ne possono derivare per chi la deve amministrare. Ma è sempre stato così. Ogni Municipio in cui è suddivisa Roma è esteso come una media città italiana e il Municipio XIII, 66,93 kmq, non tra i più grandi, il nono in una eventuale classifica, è paragonabile a Savona. Per popolazione i quindici Municipi sono equiparabili a molti grandi comuni italiani. Il XIII, non molto popoloso, il penultimo se facessimo una graduatoria, ha circa 135.000 abitanti, come Salerno.

Municipio con alcune caratteristiche che lo rendono unico. Nella sua parte più a sud confina con il Vaticano, Porta Cavalleggeri ne costituisce uno dei varchi di accesso, lambisce il centro storico, le Mura Aurelie, bastioni ai piedi del Gianicolo, lo separano da Trastevere, poi una vasta città consolidata che arriva fino al Grande Raccordo Anulare, diverse zone periferiche densamente abitate Montespaccato, Casalotti, Pantan Monastero lungo l’asse della via Boccea e una cospicua area di agro romano che dall’Acquafredda arriva fino a Castel di Guido ultima propaggine e confine comunale sulla dorsale della via Aurelia.

Particolari anche le vicende politiche che fanno del Municipio XIII uno di quelli più contrastati e in cui c’è stata una certa alternanza amministrativa nel tempo. Nelle sette elezioni dirette che ci sono state dal 1997, quattro volte ha prevalso il centrosinistra, compreso le ultime del 2021, due il centrodestra e una, la precedente, il Movimento 5 Stelle.

La presidente attuale è Sabrina Giuseppetti, esponente del PD, che dopo aver prevalso alle primarie del centrosinistra è riuscita anche a vincere le elezioni al ballottaggio contro Marco Giovagnorio del centrodestra. La Giuseppetti è giovane ma alle spalle ha già una lunga militanza politica fin da studentessa del Liceo Seneca, istituto di zona, poi consolidata nell’attività nel quartiere di Casalotti, zona di periferia dove è nata e risiede, per estendersi poi man mano a tutto il municipio fino a ricoprire incarichi cittadini e regionali. Nella precedente giunta di centrosinistra ha ricoperto il ruolo di assessora ai lavori pubblici, edilizia privata e patrimonio, successivamente quello alle politiche sociali e sanitarie. Laurea in Giurisprudenza, è dipendente di Roma Capitale e svolge il suo incarico proprio presso il Municipio XIII. La macchina amministrativa la conosce per averne visto e vissuto a lungo ambiti diversi.

Benché sia stato un po’ laborioso trovare il tempo per il nostro incontro alla fine la voglia di comunicare ha prevalso sugli impegni imposti dall’avvio di consigliatura e dalle emergenze alcune delle quali hanno l’aura di permanenti. L’appuntamento è in prima mattinata. Lei è al telefono. Una breve attesa ci dà la possibilità di vedere la segreteria all’opera con diverse postazioni e un andirivieni ragguardevole. La sua stanza non è grande, oltre la scrivania, una libreria, il tavolo riunioni, la foto del Presidente Mattarella attaccata al muro, le bandiere, tutto piuttosto essenziale per non dire scarno, insomma quello che ci si aspetta da un ufficio pubblico, una pianta da terra, apparentemente un’areca, a ingentilire. Niente di più. Però la bella e ampia vetrata e la limpida giornata di sole ci fanno scorgere in lontananza delle montagne con le cime innevate.

Sabrina Giuseppetti, Presidente XIII Municipio di Roma

Ma ci siamo dilungati. Cominciamo il colloquio.

  • Nonostante la giovane età lei è in politica da parecchio e da molto tempo della politica si ha una concezione piuttosto negativa. Per lei cos’è?

«Mah per me la politica è soprattutto un servizio ovvero mettersi al servizio dei cittadini, occuparsi del bene comune e cercare di risolvere i problemi, i tanti problemi che ci sono per un amministratore locale. La politica è soprattutto risoluzione dei problemi quotidiani, nulla è astratto, non una politica che si basa sui massimi sistemi ma una politica fatta di cose concrete e di soluzioni a problemi concreti – poi precisa – però mi permetto di aggiungere che la politica per me che l’ho iniziata a 17 anni è passione, ci credo e la sento un po’ come la mia seconda pelle».

  • Passione quindi ma anche mestiere?

«La politica è anche un sacrificio, sicuramente ci vuole passione però bisogna farla con professionalità questo si, per cui se per mestiere intendiamo saper fare politica, conoscere la pubblica amministrazione per aiutare la risoluzione dei problemi, si la politica è un mestiere e va fatta con la giusta competenza e professionalità non ci si può improvvisare».

  • Le sue esperienze precedenti qui nello stesso municipio le hanno fatto vedere tante cose e le saranno utili per il futuro. C’è un errore da non commettere?

«L’errore da evitare è non ascoltare i cittadini. Ma l’ascolto delle istanze poste da cittadini, comitati e associazioni non devono essere un alibi per chi fa amministrazione, per chi fa politica – poi aggiunge– se ci hanno votati dobbiamo avere la capacità di fare sintesi rispetto alle richieste che arrivano, assumerci l’onere e l’onore delle scelte»

Idee generali chiare. La presidente ci introduce così nella conversazione.

  • Il Municipio XIII ha alcune caratteristiche che lo rendono unico nel quadro cittadino. Il suo territorio va da lambire il centro storico e la Città del Vaticano da Cavalleggeri, alle zone periferiche di Montespaccato, Casalotti, Pantan Monastero fino a Castel di Guido passando per le aree più urbanizzate dell’Aurelio e Boccea. Ogni zona le sue difficoltà. Come affronterete queste specificità?

«Sappiamo che nelle zone centrali ci sono certe esigenze e nelle zone periferiche ce ne sono delle altre. Uno dei primi temi di cui noi ci vogliamo occupare è la mobilità che è un tema trasversale a tutto il municipio. Purtroppo da troppi anni non c’è uno sviluppo infrastrutturale legato alla mobilità e a noi piacerebbe riuscire a dare delle risposte. Sicuramente le zone più periferiche hanno una carenza di servizi maggiore rispetto alle zone centrali e questo è un gap da assottigliare. Sfide non semplici che però abbiamo il dovere di affrontare per cercare di dare una visione diversa a questo territorio».

  • Trasporti. Questo è il municipio conosciuto un po’ in tutta Italia perché è quello della funivia…

«In quella zona periferica del municipio io ci sono nata e cresciuta e da quando avevo quindici anni e andavo alle superiori so bene cosa significa prendere l’autobus alle sette di mattina su via di Casalotti, nessuno me lo deve raccontare – si accalora la nostra interlocutrice – nel municipio è la parte che soffre di più del tema del trasporto pubblico e negli anni si è fatta avanti l’idea della funivia che però tale è rimasta. Siamo ancora a uno studio di fattibilità del progetto della funivia che è nato da un’associazione di cittadini. E’ stato anche caldeggiato dalla amministrazione precedente che però non è riuscita né a completare la progettazione, né a farlo diventare un progetto esecutivo e cantierabile, né a mettere il primo pilone. Dove sarebbe dovuta sorgere una fermata adesso c’è un benzinaio. La funivia è una idea ma non un vero e proprio progetto e io non credo che sia risolutivo del problema del trasporto pubblico in quella zona»

Siamo entrati nell’argomento per cui siamo qui. Ora affrontiamo lo specifico.

  • Roma è la città più verde e più agricola d’Europa. Il Municipio 13 ha circa 450 Kmq di aree verdi complessive ci sono diversi parchi e giardini sarebbero luoghi adatti a permettere ai cittadini di sostare in zone piacevoli e ai bambini di giocare in sicurezza, luoghi di socialità oltre che polmoni verdi utili a contrastare l’inquinamento, aiutare il clima, la città, i cittadini. Qual è la situazione delle aree verdi? Cosa vi proponete di fare?

«Sulle aree verdi del nostro Municipio ora c’è un’attenzione particolare perché si sta discutendo per assegnare le aree verdi fino a 20.000 mq ai Municipi nell’ottica di quel decentramento amministrativo di cui ormai si parla da anni. Noi ci proponiamo di manutenerle, tenerle in buono stato e farle fruire in sicurezza dai cittadini, non è semplice perché non ci sono mezzi adeguati per poterlo fare. L’impegno è quello di potenziare l’ufficio del verde». Poi passa a un caso concreto, da anni al centro del dibattito in zona. «Ho fissato un appuntamento con il comitato promotore per il parco della Cellulosa perché vorremmo riuscire a portare a casa l’apertura e la fruizione del parco. Lo dobbiamo mettere in sicurezza perché lì c’è una situazione non sicura, ci sono continue cadute di alberi, è pericoloso per i cittadini. Però dopo l’acquisizione dei 14 ettari adesso dobbiamo trovare il sistema di gestire quel polmone verde che è una meraviglia che abbiamo sul nostro territorio. Insieme all’Assessorato all’Ambiente e al Patrimonio del Comune di Roma ho chiesto l’istituzione di un tavolo proprio per arrivare a trovare una gestione di questa area»

  • Oltre la manutenzione infatti c’è il problema della gestione: avete un modello in testa?

«Bisogna distinguere aree verdi fino a certe dimensioni, un parchetto giochi che si può anche dare in gestione attraverso protocolli d’intesa come per esempio quello con un’associazione del nostro territorio, l’Associazione Talento e Tenacia di Montespaccato dell’IPAB Asilo Savoia. Loro si occuperanno di gestire il giardino Paparelli di Montespaccato per due anni. però è un fazzoletto di terra per cui un’associazione di cittadini anche ben organizzati lo può sicuramente prendere in gestione. Altra cosa sono i parchi pubblici o parchi che hanno delle dimensioni diverse. Lì sono importanti le idee e l’esperienza dei cittadini ma certamente solo su base volontaria non si potranno occupare di gestire un parco. Lì serve un impegno e una professionalità che soltanto un ente organizzato quale può essere Roma Natura con i mezzi che ha a disposizione può cercare di gestire e manutenere. Trovare delle forme di collaborazione anche per parchi così grandi con i cittadini, l’associazionismo di quartiere che vive quei luoghi e che vede quali problemi ci sono sarà fondamentale, è imprescindibile il rapporto di collaborazione con loro ma certo non può essere in capo a una associazione la gestione di un parco pubblico».

  • Nel vostro municipio c’è la Riserva Naturale dell’Acquafredda con un insediamento agricolo notevole che produce lavoro, reddito e prodotti alimentari a metro zero, un vasto agro romano a vocazione agricola a Castel di Guido, il Parco della Cellulosa e a ridosso del centro il Parco Piccolomini. Avete un programma per sviluppare l’agricoltura urbana magari nella versione orti urbani?

«Nelle linee programmatiche che abbiamo presentato al consiglio c’è la realizzazione degli orti urbani. Crediamo molto nel tema della food policy. In un municipio come questo che ha tantissimo agro romano penso che potrebbe esserci una collaborazione con tutte le realtà che si occupano di agricoltura. Potrebbe essere anche un volano di sviluppo per i tanti produttori agricoli che ci sono e che a volte non trovano risposte su questo territorio ma vanno altrove»

La presidente parla con calma e precisione, mostra una grande determinazione e voglia di far sapere cosa si sta facendo e quello che si vorrà fare.

  • I rifiuti sono un’emergenza a cui Roma Capitale sta dando attualmente una risposta. Vedremo. C’è il progetto del decentramento dell’AMA e c’è l’ipotesi di realizzare impianti nei Municipi. Uno anche nel vostro. Qual è la vostra posizione?

«Si c’è un progetto per un impianto di compostaggio su via di Casal Selce, su un’area che è stata individuata dall’AMA con un progetto che è già è stato discusso che non appena possibile vorrò vedere perché credo che questi siano i temi di cui la politica deve occuparsi anche con coraggio. E’ evidente che parlare di un impianto di compostaggio in una zona come quella che ha avuto per decenni a pochi chilometri più in là la discarica di Malagrotta oggi genera dei problemi – prosegue con tutta la chiarezza del caso – andare in un quartiere come quello a dire che si farà un impianto di compostaggio, ci vuole attenzione, queste cose vanno comunicate con molta attenzione e spiegate molto bene ai cittadini. Però è evidente che se sarà dovrà portare con sé, e lo pretenderò da presidente di Municipio, tutta una serie di servizi di cui c’è bisogno perché il contraltare devono essere i servizi per la cittadinanza, non si può pensare di addossare su zone di periferia come quelle degli impianti e in cambio non dare nulla in termini di manutenzione stradale, di infrastrutture pubbliche e opere di urbanizzazione che ancora non si sono completate –  precisa  – i nostri quartieri periferici sono ancora spesso sprovvisti di illuminazione pubblica e di marciapiedi. C’è tanto lavoro da fare, però cogliamo l’occasione di dare delle opportunità di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita dei nostri territori».

  • Il decoro della città è dato anche dalle scritte vandaliche e i tag non rimossi sui muri, le erbe spontanee che crescono ovunque e non vengono sfalciate, le piccole discariche che crescono ai bordi delle piazzole dei cassonetti o in luoghi appartati. Lavori che apparentemente non richiedono grandi mezzi. Perché non si fa questa manutenzione?

«Il tema di fondo è il ruolo vero che deve svolgere il Municipio. Il presidio e il controllo del territorio, la capacità di vedere con i propri occhi quello che accade sulle nostre strade dev’essere prerogativa del Municipio, ma per fare questo servono risorse. Siamo al paradosso che le risorse economiche avremo la possibilità di averle, oggi abbiamo il problema delle risorse umane, dei tecnici che ci servono perché gli uffici sono in grande sofferenza. Spesso questi lavori non si riescono a fare perché non ci sono materialmente gli uomini che girano il territorio e si rendono conto di quali sono le problematiche da risolvere. Credo che il vero decentramento amministrativo, la grande sfida che avremo davanti nei prossimi anni sarà proprio questa; assegnare ai Municipi delle competenze a fronte di risorse umane perché non si può gestire il territorio se non si hanno uomini e mezzi per poterlo fare».

  • I marciapiedi sconnessi che diventano quasi delle vere e proprie barriere architettoniche …

«Abbiamo chiesto anche fondi in bilancio per la sistemazione, per il rifacimento e la messa in sicurezza di tanti marciapiedi dei nostri quartieri. Quando parliamo di mobilità o di viabilità non dobbiamo pensare solamente alle automobili o ai ciclomotori o al trasporto pubblico, dobbiamo pensare anche al pedone e ancora di più a coloro che vivono una disabilità quindi che si muovono in carrozzina e anche alle mamme che portano il bambino con il passeggino e renderli più facilmente fruibili. Poi c’è il tema, che riguarda un po’ tutta Roma, della sosta selvaggia dei monopattini che rappresentano un ostacolo enorme per le persone con disabilità o ipo o non vedenti»

Siamo lunghi … quindi andiamo veloci verso il finale.

  • Facciamo un patto, stabiliamo un arco di tempo non corto ma nemmeno troppo lungo, 6 mesi un decimo della consigliatura, quali saranno le vostre priorità?

«Riprendere quei cantieri che non sono stati avviati, far partire i lavori per l’auditorium di via della Pineta Sacchetti, l’apertura del mercato di San Silverio in zona Gregorio VII, iniziare i lavori e trovare le modalità gestionali per l’ex Campari di Montespaccato, occuparci delle manutenzioni stradali e una cosa che ci chiedono i cittadini; la pista ciclabile di via Gregorio VII»

  • Che non è l’unica pista ciclabile che crea problemi, ne sanno qualcosa in via della Pineta Sacchetti vicino al Gemelli …

«Le piste ciclabili fatte con il criterio di prendere la vernice e il pennello e tirare giù una linea gialla non funzionano, penso se ne sono resi conto anche quelli che l’hanno voluta fare – dice con un sorriso – il problema è però che oggi per cercare di migliorarla e metterla in sicurezza bisogna trovare i soldi, stiamo cercando, l’assessore si sta occupando di trovare i mezzi per i lavori di sistemazione e di messa in sicurezza della pista ciclabile di via Gregorio VII – prosegue chiarendo –  le piste ciclabili sono una risorsa e vanno potenziate nei nostri territori con tutte le difficoltà che ci sono a Roma perché dobbiamo calarle nel contesto in cui viviamo, dobbiamo essere realisti Roma è un città che dal punto di vista viario ha delle difficoltà in più, spesso i quartieri sono stati progettati urbanisticamente nella maniera non più corretta, insomma è complicato, però le cose si possono fare ma si devono fare bene».

Ci lasciamo con un accenno alle questioni politiche.

  • Appena insediati la vostra maggioranza ha perso subito un pezzo, andrete avanti cosi o potrebbero esserci allargamenti a altre forze?

«Adesso andiamo avanti così perché non c’è un problema numerico. Credo che questa sia una maggioranza che ha i numeri per poter governare, una maggioranza coesa fatta dal gruppo del Partito Democratico, Sinistra Civica Ecologista e Lista Civica Gualtieri e quindi stiamo avviando un percorso politico di consiglio insomma come è giusto che sia e poi in futuro vedremo quello che succederà».

Lo smartphone della Presidente, momentaneamente silenziato, si agita e vibra, si è trattato di un’attesa solo di pochi minuti ma ci ricorda che la giornata davanti è lunga e piena di impegni e il tempo sembra sempre troppo veloce. Ci sarebbero state altre domande, le teniamo per la prossima volta.

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