domenica, Maggio 5, 2024
Territorio

Viaggio dentro Roma: il Municipio Roma XII Monteverde

La nostra indagine sulla Capitale ci porta a Monteverde, Gianicolense, Bravetta, Pisana. Intervista a Elio Tomassetti presidente del Municipio XII grande come Civitavecchia, popoloso come Rimini.

Se pensi a Roma vedi le sue innumerevoli bellezze artistiche, le smisurate periferie, la concentrazione di uffici pubblici, le diffuse attività commerciali? Beh, sì tutto questo. Però quando si pensa a Roma dovrebbe saltare agli occhi la sua vastità che la rende eccezionale e anche in questo unica in Italia. Roma ha un’estensione enorme, è grande come la somma delle maggiori otto città italiane come se Milano, Bologna, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Catania e Firenze fossero raggruppate insieme, per intenderci Roma è sette volte più estesa di Milano, un territorio gigantesco, quasi 1.300 kmq. Numeri che fanno capire la specificità e la complessità della città.

Ognuno dei quindici Municipi in cui è suddivisa è esteso come una media città italiana. Il Municipio Roma XII (soggetto di questa tappa) poco più di 73 kmq, sesto in una eventuale classifica tra loro, è paragonabile a una città come Civitavecchia. Anche per popolazione i Municipi sono equiparabili a molti grandi comuni italiani. Il Dodicesimo poco più di 141.000 abitanti, terz’ultimo in graduatoria, è rapportabile a Rimini, la sua densità è di più di 1.930 abitanti per kmq, tra le più basse della città.

È uno dei sette Municipi a sviluppo radiale quelli cioè che vanno dal limite del centro storico fino oltre il Grande Raccordo Anulare. Una sorta di triangolo compreso tra la via Aurelia a nord, via della Pisana/Portuense a sud e il comune di Fiumicino nella zona a ridosso dell’aeroporto. Le Mura Gianicolensi, bastioni ai piedi del Gianicolo e un tratto di Tevere, quello che lambisce porta Portese e viale Trastevere, separano il quartiere di Monteverde, la parte più centrale del municipio, dal centro storico. La parte più esterna oltre il GRA, Casal Lumbroso, Ponte Galeria, Massimina e grandi aree di agro romano arrivano fino al confine con Fiumicino. Un territorio piuttosto disomogeneo con zone di città consolidata: Gianicolense, Villa Pamphili, Colli Portuensi, Buon Pastore e Pisana e Pastano dove gli insediamenti sono meno intensivi e le aree rurali prevalgono.

Municipio piuttosto green, al quarto posto tra tutti, con quasi 2.300.000 mq di verde grazie soprattutto alla presenza di Villa Doria Pamphilj che con 184 ettari è il più grande parco storico della città. Scende al decimo per il verde stradale.

Politicamente il Municipio Roma V si può considerare una delle roccaforti del centrosinistra. Nelle sette elezioni dirette svolte, dalle prime del 1997 ad oggi, per sei volte ha vinto la coalizione di sinistra tranne che nel 2016 quando ha prevalso il M5S. Nel 2021 ha vinto di nuovo il centrosinistra, il presidente attuale è Elio Tomassetti. Nato e vissuto sempre nel municipio, classe ’88, liceo classico al Montale, siamo sempre in zona, e poi laurea in giurisprudenza a Roma Tre, poco al di là del Tevere, è giornalista attivo nel settore della comunicazione socioculturale. Eletto in consiglio municipale nel 2013, è confermato anche nel 2016.

La sede del Municipio è nel quartiere Gianicolense, nella parte più centrale e fortemente urbanizzata, nel vialetto d’ingresso spicca una panchina rossa con affissa una targhetta che in caso di necessità invita a chiamare il numero antiviolenza 1522, arriviamo con qualche anticipo, il presidente ha un impegno precedente, e dobbiamo attendere. Non c’è una vera sala d’attesa ma il tempo è breve e dopo poco entriamo, La stanza del presidente non è grande: riempita da due tavoli, uno per scrivania, uno per le riunioni, poi un paio di mobiletti contenitori, su uno sono poggiate coppe e premi sportivi e una serigrafia del Trastevere Calcio con impressi i colori della città, un enorme poster con la ricostruzione della città antica tra due delle ampie finestre che illuminano la stanza, le bandiere a far da sfondo. Arredamento scarno, informale, un po’ asettico si potrebbe dire sobrio.

  • La bandiera della pace è un’aggiunta recente? Chiediamo.

«Si l’abbiamo messa adesso per quello che succede in questi giorni». Abbiamo cominciato.

  • Nonostante la giovanissima età, 33 giusto?

«Si, si», risponde con un sorriso

  • È in politica già da parecchio e vanta una buona esperienza. Per lei cos’è la politica?

«Per me la politica è veramente una passione, io non sono figlio di politici però dal liceo ho iniziato a occuparmi di politica, della cosa comune e credo che la politica vada fatta anche con un senso di libertà – precisa – Cioè non dobbiamo campare di politica ma dobbiamo portare le nostre competenze dentro chiaramente è un impegno assorbente però io sono fermamente convinto che anche il più piccolo politico debba essere esperto ed avere a cuore il bene comune».

  • Quindi passione però dopo un po’ diventa anche mestiere, professione?

«Sicuramente ci vogliono tante competenze e l’esperienza la si matura sul campo – aggiunge – Parlare di professione è diverso perché bisogna conoscere le procedure, essere preparati, dialogare alla pari con gli uffici però bisogna portare pure quella freschezza all’interno che non guasta, bisogna portarla anche con un po’ di libertà».

  • Roma è una città enorme e il suo Municipio equivale a una media città italiana. Numeri a volte trascurati ma che rendono l’idea di cosa dovete amministrare. Avete mezzi adeguati alle necessità?

«Il Municipio va da Porta Portese compreso, quindi centro storico, fino a Maccarese, il mare; in pochi lo sanno ma noi abbiamo la manutenzione del cimitero di Maccarese che ricade nel nostro territorio – chiarisce – Storicamente il problema dei municipi è di non avere competenze e anche se ci sono le competenze non ci sono i mezzi ma è in atto da parte di questa sindacatura una scelta chiara, dare più potere ai municipi. Con l’AMA, stiamo lavorando sulla trasmissione delle aree verdi e quindi con personale e fondi per poterle gestire  – e continua – Il sindaco ha aperto il tavolo del decentramento a cui partecipano alcuni presidenti di municipio e direttori di Municipio perché anche con le norme attuali noi possiamo cambiare e dare più potere, più autonomia ai Municipi slegando il Campidoglio da alcuni pezzi di amministrazione; anche il Parlamento se ne sta occupando con una  legge quadro degna di Roma Capitale con i Municipi veri e propri comuni metropolitani – il presidente alza lo sguardo – Con Gualtieri stiamo portando un’idea nuova di città, non più quella cui siamo stati abituati che guardava solo in basso ma che finalmente abbia uno sguardo alto, a 360°, che abbia un rapporto con l’Europa, con gli enti sovranazionali e con il governo per risollevare la città e far tornare la Capitale il centro del Mediterraneo e una città europea, così Roma attrae risorse e si risolleva – e precisa – Noi Municipi dovremo essere i bracci amministrativi esecutivi – dice sottolineando con un sorriso – a fronte di un sindaco che faccia politica generale e costruisca un quadro».

Per quanto riguarda i poteri di Roma la commissione Affari Costituzionali della Camera, poche settimane fa, ha dato l’assenso al testo base per la riforma costituzionale necessaria per dare alla Capitale dei poteri analoghi a quelli di una Regione. Prende corpo anche l’ipotesi di cambiare la sua denominazione di Roma Capitale adottata nel 2011 e tornare a quella più tradizionale di Roma. Proseguiamo il colloquio.

  • Il suo Municipio viene identificato con Monteverde, Gianicolense, Villa Pamphilj (il parco storico più grande a Roma) Malagrotta naturalmente e da una significativa presenza di patrimonio archeologico. Si sente una responsabilità in più a governare un Municipio così?

«E’ il territorio in cui sono nato e cresciuto, è quello che amo – dice con un pizzico di orgoglio – un territorio ricchissimo, c’è Villa Pamphilj e il suo patrimonio archeologico, San Pancrazio, Villa Flora, abbiamo tra le mani dei beni incredibili, abbiamo delle funzioni importanti: il Forlanini, il San Camillo ma fuori della parte strutturata della città abbiamo anche un’incredibile opportunità di rilancio urbanistico – e aggiunge – Noi dobbiamo essere l’amministrazione che bonifica Malagrotta e ringrazio Gualtieri perché in tre mesi ha portato 200 milioni di euro dal governo per la bonifica e con il presidente della Regione Lazio Zingaretti ha ottenuto la nomina del generale Giuseppe Vadalà a commissario per la bonifica – precisando – Per la prima volta Malagrotta entra nei 5 siti di bonifica nazionale e così lì possiamo immaginare una città green, una città verde che cresca in relazione agli ultimi standard, le sfide sono tante e questa radialità, questa grande estensione ci permette di affrontare da un lato i problemi del centro storico dall’altro quelli di nuovi pezzi di città».

Tomasetti parla con speditezza e sintesi mettendo insieme questioni generali e locali mostrando una visione generale e le specificità del suo territorio che conosce bene.

  • Roma è la città più verde d’Europa ha Villa Pamphilj, la riserva Naturale Valle dei Casali, grandi estensioni di verde e anche parchi e giardini più piccoli sotto i 20.000 mq che tra un po’ saranno in vostro carico. Qual è il loro stato e cosa vi proponete di fare per questi?

«Stiamo ragionando con l’assessora Alfonsi e il Campidoglio per capire come fare questo passaggio di competenze, stiamo ragionando sul personale e sulle risorse adeguate – poi aggiunge – Darli al Municipio è un atto politico giusto perché noi abbiamo contezza delle emergenze e dello stato periodico delle manutenzioni. Alcuni parchi sono ben manutenuti, altri sono più in difficoltà, ce ne sono tanti, dalla collina Ugo Bassi a Monteverde Vecchio al parco di via Vanni, all’area di via Capasso, largo Ravizza; noi siamo pronti e quando avremo a posto la parte amministrativa faremo con la serietà che ci ha sempre contraddistinto».

  • Rifiuti. Qual è la situazione?

«Si sta costituendo la struttura dell’AMA del Municipio e la pulizia della città è migliorata; ovvio non siamo all’optimum ma per dieci anni si è deciso di non decidere – precisa – Il Comune farà impianti non impattanti ma che vanno nell’ottica dell’economia circolare – aggiunge poi con decisione – La polemica più aspra che faccio con chi ci ha preceduto è che gli rimprovero di aver raccontato male la questione, fare impianti con tecnologie moderne non vuol dire inquinare di più ma esattamente il contrario, aumenta la pulizia, la bellezza della città e ne rilancia l’economia – prosegue più categorico – Dobbiamo dare una nuova idea di Roma,  poi ci sono situazioni particolari – chiarisce – Nel nostro Municipio c’è Valle Galeria, per 40 anni abbiamo ospitato la discarica di Malagrotta, due TM, un sito di rifiuti ospedalieri e uno di trasferenza, è un luogo che va trattato con un occhio di riguardo è un pezzo di città compromesso e questo non è giusto».

  • Nel vostro Municipio sono previsti due nuovi centri di raccolta dell’AMA in via Chesi e a Ponte Mannone. A che punto sono? Qual è la vostra opinione?

«In via Bartolomeo Chesi verrà un’isola ecologica, è in fase di progettazione e verrà finanziata con il PNRR in un quadrante importante; noi siamo favorevoli e la vicinanza con il bosco di Massimina fa pensare ci possa essere una joint venture nella gestione del bosco che oggi pone problemi. Il centro raccolta della carta fa parte del ciclo di recupero in ottica di chiusura del ciclo dei rifiuti, noi siamo favorevoli al piano industriale dell’AMA che prevede la localizzazione di centri raccolta di materiali riciclabili e due digestori».

  • Il decoro della città è dato anche dalle scritte vandaliche e le tag non rimosse sui muri, le erbe spontanee che crescono ovunque e non sono eradicate, strade e marciapiedi non spazzati. Cosa state facendo?

«Qui da noi non c’è una situazione particolare rispetto a altri municipi, i nuclei del decoro di AMA sono operativi e stiamo cercando di creare una task force per provvedere alle parti di città più ammalorate – poi precisa – La città la si recupera non solo cancellando le scritte perché sono un po’ il foglio del popolo ma anche ridando alla cittadinanza degli spazi che siano confortevoli e sociali perché se noi cancelliamo la scritta ma la piazza resta di fatto inagibile o non si cura il disagio sociale continueremo a avere problemi».

  • Decoro è anche la rimozione rapida dei tronconi degli alberi capitozzati, la loro sostituzione poi aiuterebbe anche la riforestazione urbana. Com’è la situazione?

«Stiamo partecipando a molti bandi, tra cui il bando Ossigeno, che prevedono fondi proprio per la rimozione dei ceppi e la ripiantumazione, stiamo chiudendo accordi con le associazioni di volontariato per poter adottare alberi e piccole aiuole  – e aggiunge – Anche togliere un ceppo purtroppo ha bisogno di investimenti e stiamo cercando di fare un quadro con il dipartimento ambiente per individuare le situazioni maggiormente critiche, è chiaro che una città verde parte da una cura seria e un piano ordinato e concreto sulle alberature poi in città bisogno sapere che alberi mettere».

Siamo stati lunghi anche se il tempo è corso via veloce e ci sarebbero altre cose da chiedere dobbiamo concludere, i prossimi impegni del presidente sono già sulla porta.

  • Ci vediamo tra sei mesi per un punto di verifica?

«Con molto piacere».

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