Una fattoria per le donne abusate
Accordo tra l’Università Agraria di Bracciano e l’associazione “Collina dei Venti”. L’intento dell’istituto universitario, eredità dei vecchi usi civici post unitari, e dell’associazione è quello di realizzare un progetto di recupero territoriale con scopi sociali. Nel Lazio le proprietà amministrate dalle Università Agrarie ammontano a circa 50.000 ettari.
di Barbara Civinini
Per secoli la campagna romana è stata in mano alle grandi famiglie nobili. Poi, con l’unificazione, la politica agraria dovette fare i conti con gli antichi diritti delle popolazioni locali che gravavo da tempo immemorabile sui vecchi feudi. Fu così che la legge Boselli nel 1894 affrancava la proprietà dai gravami degli usi civici locali riesumando l’antichissimo termine di “Università Agraria”: la parte riscattata rimaneva all’ex-feudatario, mentre l’altra era devoluta a questa particolare forma di proprietà collettiva, di cui, ancora oggi, il Lazio è particolarmente ricco. Anche con la legge del 1927 i boschi e i pascoli, continueranno a rimanere in gestione alle Università Agrarie.
Oggi, a distanza di secoli, dall’antico Ducato di Bracciano, feudo Pontificio amministrato da un ramo della famiglia Orsini,che poi cedette il titolo agli Odescalchi, arriva una casa di accoglienza per le donne abusate: la“Collina dei Venti”. Sarà ospitata negli spazi dell’ex comunità di recupero Punto Linea Verde.
Si tratta di una casa di semi-autonomia di secondo livello, rivolta a donne vittime di violenza e ai loro figli minori. Il progetto di recupero, spiega il vicepresidente dell’Università di Agraria, Alberto Bergodi, è stato possibile grazie all’accordo siglato con l’Associazione Temporanea di Imprese Collina dei Venti, che autorizza l’uso dei locali e dei 9 ettari di terreno in località Macchia Grande. E’ un progetto che rappresenta un’ottima soluzione –commenta Alberto Bergodi– non solo per valorizzare gli spazi del patrimonio collettivo, ma anche per contribuire alla realizzazione d’importanti attività ad alta valenza sociale. Non si tratterà di una struttura chiusa – aggiunge– ma di un servizio che proporrà, al contrario, occasioni d’integrazione con il territorio e che garantirà la massima fruibilità sia per gli utenti sia per i cittadini. Pensiamo –rileva il vicepresidente– che attivare sinergie e collaborazioni a vantaggio della comunità debba essere uno degli obiettivi principali per un ente di gestione di proprietà collettive come il nostro.
La realizzazione del progetto è affidata a un Consorzio che include tra i partner l’Università Agraria di Bracciano, alla quale è affidato un ruolo di supervisione, per verificarne la coerenza e la compatibilità con gli scopi dell’ente. Oltre al recupero dei 14 fabbricati presenti, saranno attivate attività agricole e sarà allestita una fattoria sociale con scopi anche educativi. La struttura, che ospiterà una scuola dei mestieri dedicata alla formazione di artigiani, guardando alle nuove tecnologie produttive, si propone anche come spazio aperto d’incontro e per fare attività culturali. Inoltre, è prevista la realizzazione di sentieri e percorsi attrezzati. L’intervento previsto è di oltre 1.500.000 euro.
Oggi l’università Agraria di Bracciano gestisce oggi circa 2300 ettari di territorio, che sono utilizzati prevalentemente per la semina e il pascolo di bovini e ovini. Complessivamente nel Lazio le proprietà amministrate dalle Università Agrarie ammontano a circa 50.000 ettari di terreno.