giovedì, Novembre 21, 2024
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Un accordo di filiera per salvare il suino nero italiano

Ha caratterizzato per anni le produzioni di pregio di molte specialità enogastronomiche italiane. E’ il suino nero, maiale dal temperamento completamente differente rispetto al “cugino” rosa più quieto e meno grasso che è stato prediletto dagli allevatori a partire dal dopoguerra in avanti 

Un accordo di filiera siglato oggi a Roma, nella sede di Confagricoltura, ha come obiettivo quello di preservare i suini neri autoctoni italiani per valorizzare il grande patrimonio di qualità, diversità e sostenibilità rappresentato da queste antiche razze, presenti in diverse parti d’Italia.

Firmatari, non solo due delle principali organizzazioni dei produttori agricoli Confagricoltura e Cia, ma anche Federparchi e Legambiente, insieme all’ Organizzazione Produttori Allevatori dei Nebrodi, il Gal Nero dei Nebrodi e l’ Associazione Accademia delle 5 T.

Sei le specie che saranno al centro delle azioni dei firmatari: la Cinta senese, il Nero Apulo Calabrese, il Nero Casertano, il Nero dei Nebrodi, quello di Parma e la Mora Romagnola.

La caratteristica peculiare  dei suini neri italiani è quella che il loro allevamento sia effettuato  all’aperto, allo stato brado dove gli animali hanno la possibilità di nutrirsi con le ghiande,  le radici e gli arbusti che riescono a procurarsi nei terreni boscosi, anche se il disciplinare permette anche la tipologia di allevamento stanziale o semibrado con un’integrazione a base di siero e granaglie.

La possibilità di pascolare all’aperto, insieme alla diversa qualità della loro alimentazione, conferisce alle loro carni peculiarità straordinarie, particolarmente apprezzate dai consumatori nella ricca gamma di salumi che se ne ricavano.

Il settore, fatto di tante eccellenze, risulta però particolarmente frammentato e sino ad oggi non è stato in grado di creare un sistema capace di valorizzare appieno – soprattutto sotto il profilo commerciale – i propri prodotti.

L’accordo appena siglato cerca di superare quest’impasse, con il proposito di costruire un  sistema più moderno, valido e sostenibile sia sotto il profilo economico che quello   ambientale.

Un approccio che oltre a valorizzare la biodiversità del nostro patrimonio zootecnico, permetterà di creare le necessarie sinergie tra la filiera e la predisposizione di strumenti più adeguati per valorizzare prodotti che non solo sono rigorosamente tracciati, ma anche rispettosi delle singole specificità, delle storiche tipicità e delle tradizioni locali.

 

Cristiana Persia

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