Trivelle in Adriatico: è scontro Governo-Enti locali
E’ sempre più accesa la polemica che molti enti locali, insieme a vari comitati a tutela dell’ambiente, hanno sollevato contro gli atti del Governo in materia di trivellazioni e ricerche di idrocarburi off-shore.
In particolare si contesta il rilascio in extremis di alcune licenze concesse alle società petrolifere dal Ministero dello Sviluppo economico, guidato da Federica Guidi, proprio, il 22 dicembre, il giorno prima dell’approvazione della legge di stabilità che prevede il divieto del rilascio di nuove concessioni, fatto però salvo quanto già deciso in precedenza.
Così facendo il Governo, appunto con la norma inserita nella legge di stabilità, ha di fatto reso inutile la richiesta di molti dei quesiti referendari – ancora al vaglio della Consulta – che avrebbero chiamato i cittadini a pronunciarsi sulla questione, aprendo di conseguenza anche una discussione politica per una nuova regolamentazione del settore.
Secondo quanto reso noto ad esempio dal Fai, il fondo italiano per l’ambiente, solo alcuni mesi fa il ministero dello Sviluppo economico ha rilasciato ben 11 concessioni al largo della Puglia e una al largo del Parco del Delta del Po, per un totale di 69 concessioni operative di estrazione e 24 di ricerca.
Ma quello che ha provocato l’indignazione generale sono stati proprio gli ultimi provvedimenti del 22 dicembre, con cui dal Mise si sono concesse nuove autorizzazioni, un attimo prima dello stop, in zone considerate veri gioielli marini per il nostro Paese: come il permesso dato alla società britannica Petroceltic per effettuare prospezioni nell’area delle isole Tremiti in Puglia.
Polemiche strumentali, sottolinea la Ministra Guidi, evidenziando appunto solo la finalità di esplorazione e ricerca delle ultime concessioni. Posizione sostenuta anche dal Premier Renzi che ricorda come è facile essere preda di inutili allarmismi su decisioni prese dal Governo che – in genere – ad un’analisi più attenta si rivelano come ponderate e vantaggiose per il Paese.
Spiegazioni che non sembrano assolutamente convincere le Regioni interessate, così come tutte le associazioni e gli enti che si sono mobilitati contro queste procedure negli ultimi anni. Così mentre i Comitati No-Triv propongono di ricorrere al Tar per invalidare almeno le decisioni del 22 dicembre scorso, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha annunciato che solleverà la questione di conflitto di legittimità fra Stato e Regioni proprio davanti alla Corte Costituzionale.
Sulla questione abbiamo chiesto ad un esperto amministrativista, l’avvocato Federico Tedeschini, se ci sono le condizioni perché queste istanze possano essere accolte.