venerdì, Maggio 17, 2024
AgricolturaAlimentazione

Superano il milione le firme per la campagna #stopglifosato

Contro l’erbicida più diffuso al mondo si è mobilitata la società civile di tutti i Paesi Ue

Più di un milione di firme raccolte on line a cui se ne aggiungono 237mila acquisite materialmente nei tantissimi banchetti sparsi in tutta Europa.  E’ il risultato dell’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) lanciata pochi mesi fa su imprinting di alcune associazioni ambientaliste per chiedere alla Ue di bandire definitivamente  l’utilizzo del glifosato in agricoltura, impedendo così che questo dai prodotti dei campi e dalle acque sottostanti finisca direttamente sulle nostre tavole.

Questa molecola chimica è infatti alla base di uno dei diserbanti più diffusi al mondo, il Round up di Monsanto, e dal 2015  è stata  inserita dallo Iarc (l’Associazione internazionale di ricerca sul Cancro) fra gli agenti giudicati ‘probabilmente cancerogeni’ per gli esseri umani.

Utilizzato come disinfestante in agricoltura, ma anche in molti spazi urbani per la sistemazione dei giardini e delle aree verdi,  questo prodotto ha scatenato una gigantesca protesta globale, confluita a livello internazionale nella coalizione #stopglifosato che raccoglie 45 sigle associative.

Il contributo dell’Italia alla campagna è stato importante, ha sottolineato  Maria Grazia Mammuccini, portavoce nel nostro Paese per la coalizione Stopglifosato, festeggiando le 73 mila firme raccolte.  “Ora la Commissione europea – ha dichiarato Mammuccini – dovrà adottare una risposta formale per illustrare le azioni che intende proporre a seguito dell’iniziativa dei cittadini”.

A partire dal primo di agosto del 2016 in Italia l’utilizzo di questa molecola ha subito comunque alcune limitazioni. Ne è infatti fatto divieto nelle aree frequentate dalla popolazione, come parchi, giardini o campi sportivi. Ne viene poi impedito l’utilizzo in agricoltura in pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura ed infine è bandito su quei suoli che contengono una percentuale di sabbia superiore all’80% (o in aree particolarmente permeabili)  per impedire che il glifosato  contamini le falde acquifere sotterranee.

Misure che secondo Mammuccini non sono comunque ancora sufficienti a proteggere la popolazione dai pericoli ormai conclamati collegati a questa molecola.

Secondo la portavoce della Coalizione, il Governo italiano dovrebbe infatti al più presto dettagliare le modalità del Piano Nazionale Glifosato Zero, annunciato lo scorso anno dal ministro Martina e che nei suoi originali propositi prometteva  – indipendentemente dalle decisioni adottate da Bruxelles –  di decretare per l’Italia il divieto di utilizzo della molecola entro il 2020.

Cristiana Persia

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