venerdì, Settembre 20, 2024
Alimentazione

Sugar tax: la tassa sulle bevande zuccherate

di Gianluca De Angelis

Una richiesta che si sta facendo via via più pressante, rivolta al Ministro della salute, è quella di imporre una tassa sulle bevande zuccherate: si tratta di un ennesimo tentativo di provare a ridurre il consumo di tutta una serie di prodotti che contribuiscono, chiaramente, ad amplificare la consistente problematica della cattiva alimentazione e dell’obesità anche in Italia. Ricordiamo infatti che la presenza di bambini obesi o in sovrappeso nel nostro Paese è altissima, con una cifra che arriva a circa il 30%. Le conseguenze del caso sono infatti molte, con il servizio sanitario nazionale che si sta vedendo via via sempre maggiormente coinvolto nell’affrontare tutte quelle patologie che derivano proprio dall’obesità: dal diabete alle malattie cardiovascolari, la spesa per le casse statali è arrivata a toccare cifre stratosferiche che oscillano tra i 6,5 e 16 miliardi di euro l’anno.

Ma la vicenda non riguarda solo il nostro Paese: l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) considerano infatti l’obesità ormai alla stregua di una vera e propria “epidemia globale”, con l’eccesso di consumo di zuccheri alla base della problematica, e si stanno muovendo per contrastarla attivamente con iniziative sempre più diffuse.

Sempre tornando all’Italia, l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare dell’Istituto superiore di sanità (2008-2012) ha analizzato che gli italiani assumono circa 100 g al giorno di zuccheri semplici, pari al 20,7% delle calorie. Si tratta del doppio rispetto a quanto consigliato dall’Oms. Ma non finisce qui: sempre secondo gli ultimi studi, è emerso che il consumo medio di bevande zuccherate per ogni cittadino è di circa 50 litri/anno, con un consumo giornaliero di zucchero che, per alcuni individui, arriva addirittura a 12 grammi di zucchero.

L’ipotetica tassa 20% sullo zucchero aggiunto alle bibite (una cifra tutt’altro che superflua), potrebbe quindi generare un incasso di 470 milioni di euro, da reinvestire poi in campagne di sensibilizzazione e di istruzione alimentare. In tutto il mondo diversi Paesi hanno adottato una tassa sullo zucchero aggiunto alle bibite, e stiamo parlando di: Gran Bretagna, Francia, Irlanda, Belgio, Portogallo, Finlandia, Ungheria, Messico, Cile e città come Filadelfia e Berkeley negli Stati Uniti.

C’è da dire che le grandi compagnie hanno già cominciato a trovare soluzioni alternative ai grossi quantitativi di zucchero presenti nelle bevande, e ne sono una dimostrazione tutti i drink “zero zuccheri” che hanno cominciato ad essere distribuiti in questi anni. Certo è che l’aggiunta di una tassa del genere potrebbe dare un’ulteriore e definitiva spinta per andare in questa direzione, incentivando ulteriormente le aziende a modificare le ricette e creando allo stesso tempo un fondo per la realizzazione di programmi di prevenzione.

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