mercoledì, Aprile 2, 2025
Territorio

Sotto le stelle, a spasso nel bosco

A pochi chilometri da Roma, c’è un vero e proprio scrigno di biodiversità, che offre riparo dalla calura estiva. Si tratta del bosco Macchia Grande di Manziana, quello che resta della sconfinata Silva Mantiana che nell’antichità si estendeva dal territorio di Veio fino ai Monti della Tolfa. Oggi con i suoi 580 ettari costituisce una delle realtà boschive più interessanti nella zona a Nord della Capitale. Il bosco colpisce subito il visitatore per la maestosità dei suoi Cerri, restituendo subito la sensazione del contatto diretto con la natura.

Locandina dell’iniziativa, particolare – Università Agraria di Manziana

Macchia Grande, infatti, custodisce una delle più estese fustaie di Cerro e Farnetto dell’Alto Lazio, e ricade nella Zona di Protezione Speciale del “Comprensorio Tolfetano Cerite Manziate”. Questo tesoro verde si trova a un chilometro dalla piccola cittadina di Manziana, a circa 320 metri dal livello del mare, ed è proprietà dell’Università Agraria che ne gestisce i diritti di uso civico. Anche quest’anno, con l’arrivo dell’estate, grazie alla disponibilità dell’Agraria e del Comune di Manziana, è possibile visitare il bosco anche di notte, in compagnia dalle lucciole che lo illuminano.

La carta dei sentieri – Università Agraria di Manziana

Si tratta d’itinerari facili, di circa 3 chilometri. L’Università ha tracciato 4 percorsi, ognuno segnalato da un colore diverso, per conoscere e visitare in sicurezza questa meraviglia che è a disposizione di tutti, gratuitamente. “La foresta però – rileva l’Agraria – non è un parco pubblico urbano, ma un ambiente naturale prezioso, frutto di una secolare convivenza tra essere umano e natura. Tutti hanno il compito di mantenerla e conservarla, a testimonianza dell’antica foresta laziale e nel rispetto delle popolazioni locali che l’hanno ereditata e mantenuta integra nel suo complesso”.

Il Fontanile Nuovo restaurato – Università Agraria di Manziana

Per gli appassionati di archeologia c’è il verde, il Sentiero degli Alberi Monumentali, che in località Muraccioli, custodisce rovine di età romana. Il giallo, il Sentiero dei Fontali, lungo via di Mezza Macchia, corredato di pannelli illustrativi, presenta 3 antichi fontanili: Testa di Bovo, del Bottaccio e dei Larghi della Mola. Per i cinefili invece c’è l’azzurro, il Sentiero del Cinema che parte proprio dall’ingresso del bosco e procede verso la Larga delle Canepine, dove sono stati girati molti film come “Il Marchese del Grillo” di Monicelli e “Pinocchio” di Begnini. La Porcarecce invece è stata scenario per molti western all’italiana, come “Django” di Corbucci.

Nel bosco di Manziana sono stati grati molti film, fra cui “Pinocchio” di Benigni – Università Agraria di Manziana

Il rosso, il Sentiero del Bologno, il più impegnativo, si spinge ai confini del bosco, dove in primavera è presente una ricca fioritura di orchidee spontanee oltre al fontanile omonimo. Ma c’è molto di più da vedere come l’antica Cava di Zolfo, il monumento naturale della Caldara, eredità dell’attività vulcanica del Sabatino, sepolcreti etruschi, i resti della villa romana del Fossone con cisterne, tratti della via Clodia e il famoso Ponte del Diavolo di età repubblicana, che collegava con le antiche terme di Stigliano, al confine tra Manziana e Canale Monterano, luogo del cuore FAI.

Ponte del Diavolo, risalente forse al I sec. a.C., collegava le Antiche Terme di Stigliano, al confine tra i territori del Comune di Manziana e Canale Monterano – FAI

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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