giovedì, Novembre 21, 2024
AgricolturaAmbiente

Vedo in cielo uno stormo di droni…

Con applicazioni che permettono la supervisione, il monitoraggio e spesso un vero e proprio intervento sul territorio, i Droni si stanno configurando come strumenti a basso costo ed  alte prestazioni in grado di offrire molteplici opportunità e reali nuovi scenari per moltissime professioni.

Pilotati comodamente da terra, questi oggetti volanti radiocomandati  permettono di fare riprese e telerilevamenti aerei molto accurati e per questo stanno attirando sempre più l’attenzione di agronomi, geometri, architetti, archeologi, ingegneri, operatori dell’informazione  e più in generale di tutti coloro che, come istituzioni o associazioni,   si occupano a vario titolo di tutela del territorio.

Nati come applicazioni in campo militare, la loro conversione all’utilizzo civile ha spalancato decisamente infinite prospettive di sviluppo. Prospettive che sono state oggetto di un dinamico incontro: “Droni e telerilevamento” avvenuto nel corso della Rome Drome Conference, la serie di appuntamenti aperti  al  pubblico e organizzati nella Capitale  proprio per facilitare la divulgazione degli aspetti tecnologici e delle funzionalità di questi  strumenti.

Molte le opportunità offerte  dalle recenti implementazioni della tecnologia per il possibile utilizzatore: dalla capacità di alloggiare fotocamere reflex di ultimissima generazione, (come la Canon 5D o Nikon d800) in grado di offrire immagini con risoluzione cinematografica,  alla possibilità di utilizzare su uno stesso drone sensori di rilevamento intercambiabili in grado di assolvere alle più svariate esigenze: dal controllo della temperatura del suolo,  alla possibilità di geo-referenziare con una precisione che sfiora i tre centimetri i dettagli del territorio.

Lo sviluppo parallelo e coordinato di tecnologie meccaniche, hardware e software rendono i droni capaci  di raccogliere ed elaborare in tempi brevi  informazioni di ogni genere sul territorio. Spesso già utilizzati dalle amministrazioni pubbliche  (è il caso di Ravenna che se ne è servita per valutare con immediatezza i danni provocati dall’alluvione sulle sue coste) sono sempre più usati per compiere missioni pericolose (ricerca persone in caso di incendi, livelli di radioattività in aree contaminate, ecc.) in cui è preferibile limitare al massimo l’intervento dell’uomo.

Opportunità incredibili, quindi, che insieme a grande entusiasmo  sollevano anche parecchi dubbi sia per quanto riguarda la tutela della privacy  (l’idea che chiunque dotato di un drone ci possa filmare in qualunque posto o possa sorvegliare la nostra  casa spaventa un po’ tutti) sia di sicurezza vera e propria: visto il loro peso – spesso di parecchi chili –  l’eventualità che dall’alto ci possano cadere addosso perché si guastano o qualcuno ne perde il controllo non è del tutto da escludere.

Tuttavia (e per fortuna)  opportunità professionali e tutela della sicurezza trovano una severa limitazione e giusta conciliazione nel rigido regolamento con cui l’ENAC (Ente Nazionale per l’aviazione civile) disciplina tutto il settore dei SAPR, i sistemi aeromobili a controllo remoto –  i nostri droni per intendersi –  e stabilisce un vero e proprio Regolamento che prevede brevetti speciali sia per i piloti (anche se in effetti questi rimangono a  terra) , sia per l’abilitazione dei  mezzi che sfrecceranno  sulle nostre teste o sui monumenti più prestigiosi.

Ad organizzare i corsi  per l’abilitazione ci sono specifici operatori autorizzati dall’Ente. Il costo di questo mini brevetto oscilla mediamente  fra  i 600 e i 900 euro. Anche  gli strumenti di volo devono  ricevere la certificazione di autorizzazione  al volo. Sarà però il costruttore  ad ottenerla dall’ENAC  e a specificarvi in quali zone il piccolo  velivolo è autorizzato ad alzarsi in volo.

Attenzione quindi quando comprate questi che spesso sembrano semplici giocattoli tecnologici.  Soprattutto se siete professionisti, le multe per essere privi di brevetto da pilota APR  o aver utilizzato apparecchi non autorizzati possono essere molto, molto salate.

Per il resto come sottolineato da Alessandro Cardi,  direttore della Regolamentazione Tecnica ENAC, l’esplosione dell’interesse verso questo settore è visibile dal numero elevatissimo di richieste che  giungono quasi quotidianamente all’Ente.  Questo ha reso necessario pensare ad una semplificazione del Regolamento ideando nuove disposizioni che non incidano sulla garanzia di  sicurezza, quanto piuttosto lo alleggeriscano di tutti quei vincoli burocratici che rallentano inutilmente l’evasione delle domande.

La  nuova bozza del Regolamento sarà disponibile per essere visionata  e commentata dal pubblico già dalla  prossima settimana sul sito dell’ENAC.  In questo modo,  sottolinea  Cardi,  si spera di giungere ad un nuovo documento, la cui attuazione sarà prevista per maggio,  pienamente condiviso anche con tutti quelli che operano in questo nuovo  settore.

Nel frattempo la notizia che grazie ai droni sia stato possibile individuare nuove abitazioni etrusche nel Parco di Veio, offre l’immediata percezione di quanto questi strumenti possano essere d’ausilio  per la valorizzazione e la tutela di un territorio così ricco,  ma anche problematico, come quello italiano.

Cristiana Persia

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