Per la Ue un format italiano contro la contraffazione dell’agroalimentare
Per valutare il grado di sicurezza alimentare e i quantitativi del riso proveniente da Cambogia e Myanmar al varo dell’Icqrf un modello d’azione da presentare ai partner dell’Unione, in grado di tutelare sia la salute dei cittadini che la corretta concorrenza all’interno del Mercato comune
Analizzare e tracciare in maniera puntuale l’arrivo e la distribuzione di derrate provenienti da Paesi extra Ue è l’unico sistema per garantire sia gli standard qualitativi che Bruxelles assicura per gli alimenti che finiscono nei nostri piatti, sia la tutela delle regole di concorrenza leale all’interno dei confini dell’Unione. Parola di Icqrf, il dipartimento dal lunghissimo acronimo del Ministero delle Politiche agricole, che per il nostro Paese ha il compito di tutelare l’agroalimentare e di reprimerne le frodi.
Intervenuto in audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, il direttore generale dell’Istituto, Stefano Vaccari, ha dato conto di un modello al vaglio del suo Dipartimento per semplificare le procedure di controllo e sdoganamento in Italia del riso privo di dazio proveniente da Cambogia e Myanmar , dopo l’estensione anche a questi due Paesi dell’accordo EBA stipulato da Bruxelles per cercare di sostenere le economie più povere delle nazioni in via di sviluppo.
In collaborazione con gli uffici della Dogana, Icqrf sta quindi mettendo a punto un sistema che permette di analizzare in breve tempo (5 giorni al massimo) i campioni di riso proveniente da questi Paesi direttamente nei porti (in particolare quello di Livorno e Genova, maggiormente coinvolti in questa operazione dove sono state controllate ben 500 tonnellate di merce) ed avere così un controllo di qualità sicuro sulle derrate in ingresso ed insieme certezza degli effettivi quantitativi in transito. Attraverso una digitalizzazione di sistema dell’intera operazione, con la messa in comune delle banche dati di istituzioni diverse, Icqrf sostiene che sia più semplice da una parte avere un quadro preciso sulla condizione sanitaria di questi prodotti, dall’altra venire a conoscenza delle effettive quantità che raggiungono i nostri mercati.
Semplificando si sta mettendo a punto un sistema di registro telematico che dialoga fra più operatori e che nel nostro Paese è già in funzione per il comparto dell’olio di oliva. In questo altro settore, così strategico per l’agroalimentare italiano, questo apparato informatico permette giornalmente ad esempio di sapere per ogni litro di olio extra Ue non solo da dove questo provenga, ma anche dove sia destinato, e – su query – dove effettivamente si trovi. Se questo consente di dare piena attuazione agli eventuali accordi internazionali che aiutano i Paesi in via di sviluppo attraverso l’accettazione in Europa di quantitativi di derrate o prodotti senza dazio, al contempo permette di tranquillizzare anche i nostri produttori , consapevoli che un effettivo rispetto dei volumi oggetto dell’intesa non altererà il proprio mercato.
L’idea, ribadisce Vaccari, è quella di presentare anche per il riso che arriverà a dazio zero dai Paesi extracomunitari il format informatico anche agli altri partner dell’Ue. Uno standard concreto, utile da applicare ad esempio in porti come quello di Rotterdam, che movimenta milioni di tonnellate di merce al giorno, dove un mancato controllo sul rispetto degli accordi può rappresentare un vero problema non solo sanitario, ma anche economico per tutti i cittadini dell’Unione.
D’altra parte i produttori nazionali di riso da tempo sono in grande agitazione per questi arrivi che potrebbero falsare la corretta concorrenza in un comparto che ci vede invece come i primi produttori in Europa, con 1,50 milioni di tonnellate prodotto l’anno da circa 4mila aziende che coprono quasi il 50 % dell’intera produzione comunitaria. Una situazione ampiamente denunciata anche da Coldiretti che evidenzia come i prezzi riconosciuti agli agricoltori nostrani quest’anno abbiano già fatto registrare contrazioni consistenti per le principali varietà di prodotto che vanno dal -58 % per l’Arborio al -57 % per il Carnaroli, dal -41 % per il Roma al -37% per il Vialone Nano.
Cristiana Persia