giovedì, Novembre 21, 2024
Particolare della locandina dell’iniziativa – Fonte: Orticaweb
Territorio

Palo Laziale, forse svelato il segreto di Caravaggio

Arrivano nuove rivelazioni sulla morte di Michelangelo Merisi dal convegno organizzato all’hotel Margherita di Ladispoli. Sarebbe morto nel piccolo borgo sulle coste laziali.

di Barbara Civinini

A più di 400 anni dalla sua morte, ancora oggi, non è certo dove morì il genio “moderno” della pittura e dove si trovi la sua tomba. Il periodico Tracciati d’arte, il gruppo editoriale de L’Ortica e Centro Mare Radio, hanno cercato di fare chiarezza – promettendo nuove rivelazioni – in un convegno che si è svolto nei giorni scorsi nella sala congressi dell’elegante hotel Margherita a Ladispoli. Fiore all’occhiello della kermesse il maestro d’arte Guido Venanzoni, raffinato pittore del litorale romano. “Il mio dipinto “L’Arresto di Caravaggio a Palo” – racconta Venanzoni – suscitò l’interesse del grande storico dell’arte Vincenzo Pacelli e del suo collaboratore Gianluca Forgione: essi sostenevano non solo l’ultimo approdo a Palo ma addirittura la morte”.

In realtà, già alla fine degli anni 90 Pacelli, compianto professore all’Università Federico II di Napoli, grande esperto di pittura napoletana del Seicento, aveva trovato negli Archivi segreti vaticani alcune lettere che rimettevano in discussione tutto il racconto che fino allora voleva Caravaggio arrivato e morto a Porto Ercole. Nel suo saggio “L’ultimo Caravaggio. Il giallo della morte: un omicidio di Stato”, dopo aver evidenziato una serie d’incongruenze, rispetto alla versione ufficiale, attraverso alcuni carteggi dell’epoca, Pacelli concludeva: “Scenario dell’epilogo è Palo, porto piccolo e desolato ove approda una feluca forse già alleggerita del suo ingombrante passeggero gettato nel mare. Oppure uno dei più grandi pittori di tutti i tempi viene ghermito dalla mano della morte in un’oscura cella della prigione laziale”.

Certo, come ha sostenuto Vittorio Sgarbi in altre occasioni, “il rissoso Merisi, come Galilei, costringe ad aprire gli occhi sul vero, su un’umanità materiale che odora di sangue e di saliva”, e proprio per questo si era procurato molte inimicizie, a parte l’uccisione di Ranuccio Tommasoni da Terni, probabilmente suo rivale in amore, in una rissa in Campo Marzio. Era il 28 maggio 1606.

Davanti a un quadro di Caravaggio –ha detto Sgarbi– è come se fossimo aggrediti dalla realtà, è come se la realtà ci venisse incontro e lui la riproducesse in maniera totalmente mimetica”. E questo, per il suo tempo era sicuramente un “peccato” imperdonabile.

L’iniziativa, patrocinata gratuitamente dal Comune, rappresenta il primo passo per avanzare ufficialmente la tesi che la morte del grande pittore possa essere avvenuta a Palo Laziale. Il rapporto tra Ladispoli e Michelangelo Merisi è sempre stato molto stretto. In più occasioni l’amministrazione comunale ha sollevato dubbi sulla ricostruzione storica degli eventi che portarono alla presunta morte del grande pittore a Porto Ercole.

Il Comune, ha affermato il sindaco Grando, tenterà in ogni modo di fare luce sulle ultime ore di vita del maestro”.

A latere del convegno è stata allestita anche una mostra con le copie dei quadri del Caravaggio realizzati dagli allievi della Bottega d’arte di Venanzoni.

Autore

  • Giornalista Pubblicista, esperta in tecniche sociali dell’Informazione, redattrice dell’Editrice cooperativa “Il Ventaglio”, addetta stampa delle cooperative pesca della Lega (ANCP), redattrice esterna della pagina agricola de “La Voce Repubblicana”, addetta alle Pari Opportunità del Gruppo di Specializzazione agroalimentare della FNSI, divenuto UNARGA, poi consigliere dell’ARGA Lazio, è stata direttrice responsabile della testata del Gruppo Archeologico di Volontari del territorio Cerite, “L’Aruspice”, per più di dieci anni. Dal 2001 è stata funzionario del Comune di Roma, per il quale ha ottenuto l’European Computer Driving Licence (ECD), e nel 2006 è stata nominata membro supplente per l’Amministrazione comunale della Commissione Pari Opportunità. Oggi in pensione anticipata, continua a coltivare la sua passione per il giornalismo e la scrittura come figlia d’arte. Suo padre, Sergio Civinini, noto giornalista dell’agroalimentare, scomparso prematuramente, è stato per innumerevoli anni vicepresidente dell’allora Associazione Stampa Agricola, Gruppo di Specializzazione della FNSI, oggi UNARGA.

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