Olio. Granieri: con IGP, Puglia più forte sui mercati
“Dobbiamo cogliere tutte le opportunità che ci offre la regolamentazione comunitaria per offrire al sistema di qualità delle imprese olivicole pugliesi di competere sui mercati internazionali con le regole della trasparenza e dell’origine certificata”. Lo ha affermato il presidente di Unaprol, David Granieri, durante l’evento in Camera di Commercio a Bari per la costituzione del comitato promotore dell’IGP Puglia dell’olio extra vergine di oliva. “La Puglia – ha poi aggiunto Granieri – divide già con la Toscana la “maglia rosa” delle vendite di olio a denominazione di origine sui mercati in tutto il mondo e con l’istituzione della futura IGP (indicazione geografica protetta), potremo – ha poi riferito – mettere in sicurezza dal punto di vista dell’origine la parte di prodotto pugliese che non può ancora fregiarsi del riconoscimento comunitario della designazione di origine. In Puglia, ha poi proseguito il presidente di Unaprol, si produce oltre il 40% della produzione olivicola nazionale e, per questo, la regione concorre in maniera determinante alla formazione del prezzo dell’olio italiano. Con l’IGP – ha riferito, contribuiremo ad aumentare la catena del valore dell’olio pugliese, restituendo rispetto e dignità al lavoro di migliaia di imprese agricole della regione”.
Cinque, attualmente, le DOP dell’olio di oliva presenti in Puglia. Rispettivamente nelle province di Brindisi (Collina di Brindisi), Foggia (Dauno), Bari (Terra di Bari), Lecce, Taranto e Brindisi (Terre d’Otranto), Taranto (Terre Tarantine). L’olivicoltura pugliese è caratterizzata da una vasta gamma di varietà, si arriva a contarne circa 53. Sul territorio regionale sono presenti le varietà con maggiore consistenza in termini di superficie occupata. La principale è la “Coratina” che occupa una superficie di circa 90.000 ettari (pari all’8% del totale nazionale), seguono in ordine di importanza l’ “Ogliarola Salentina”, la “Cellina di Nardò” e l’ “Ogliarola Barese”. Una realtà molto interessante, in è rappresentata dalle olive da mensa. In questo comparto, la Puglia riveste un ruolo importante con circa il 20% della produzione nazionale in cui spicca la produzione della Bella di Cerignola DOP.
Il nostro Paese vanta un patrimonio indiscutibile a livello mondiale, per le oltre 350 cultivar censite, per la possibilità di ottenere oli dai sapori e dai profumi diversi che identificano un chiaro legame con il territorio, per le 43 Denominazioni di origine, per i circa 176mila ettari investiti a biologico e per molto altro ancora. Le mutate preferenze dei consumatori stanno orientando anche le piccole imprese verso un processo di differenziazione sempre più spinto per conquistare nuovi segmenti di mercato tra i quali: Dop, Igp, Bio, 100% italiano, monovarietale.
Nel tempo ed in maniera progressiva, secondo l’osservatorio economico di Unaprol, lo scaffale degli oli si è arricchito di referenze con l’obiettivo di rendere sempre più qualificata l’offerta. Tale ampiezza di assortimento ha, però, reso più complesso il processo decisionale d’acquisto del consumatore, che si muove in una categoria commerciale permeata da incertezze che riguardano la qualità e i prezzi, fortemente disomogenei (effetto marmellata).
“La sfida sui mercati internazionali – ha riferito al termine Granieri – sarà quella di agganciare il potere di acquisto dei consumatori che, sostenuto dalla ripresa economica, agevolerà nuovi acquisti, indirizzando i consumi verso la domanda di oli extra vergine di oliva di qualità italiana sul mercato mondiale.