giovedì, Maggio 2, 2024
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Olio EVO in promozione: “difettate” 8 bottiglie su 10

Scaffale Olio 11

Otto campioni su dieci di olio extravergine di oliva in promozione nei supermercati italiani sono risultati “difettati”, secondo un’indagine condotta da Unaprol, in collaborazione con Inea, sulle confezioni di olio vendute come “prodotto civetta” dalla grande distribuzione. Oli classificati “EVO” a basso costo, certo, ma con una “manipolazione” chimica molto elevata o con parametri organolettici non conformi  che, pur non risultando particolarmente dannosi per la salute, presentano una modificazione di prodotto tale da frodare chiaramente il consumatore, il quale in genere pensa di aver fatto un affare ed invece ha comprato, anche se ribassato, un prodotto alterato.

E’ quanto è emerso nel corso dell’incontro con i giornalisti organizzato dallo stesso Unaprol (il consorzio olivicolo italiano)  presso la Sala Nassyria del comando Carabinieri delle Politiche Agricole (NAC) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e con Unaga-Argalam Lazio,  il gruppo  di specializzazione della FNSI cui aderiscono i giornalisti agricoli e dell’ambiente, territorio, foreste, pesca, energie.

Per il consumatore orientarsi fra gli scaffali del supermercato per acquistare olio extravergine di oliva è di fatto quasi sempre un’impresa. Bottiglie pressoché identiche, etichette molto simili  e scarsa personalizzazione lasciano spesso  solo il prezzo quale principale, se non unico, elemento di immediata differenziazione per il consumatore.

Come ricordato da Colomba Mongiello, vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle frodi alimentari, il prezzo troppo basso deve necessariamente insospettire il consumatore. Dati alla mano, però, il 66% dell’olio “cosiddetto” extravergine transita attraverso la Grande distribuzione dove in genere è in promozione, quando addirittura non in sottocosto.

La “legge salva olio”, recentemente approvata, ha permesso di offrire migliori strumenti per la tutela di chi compra, soprattutto a seguito della grande confusione che si è creata dopo l’acquisto da parte di aziende straniere di storiche marche italiane (Sasso, Bertolli, Berio, solo per fare alcuni nomi) che traggono automaticamente in inganno chi si trova a scegliere e che spesso pensa di comprare italiano e invece molte volte acquista miscele di oli di altri Paesi. Cercando di limitare il fenomeno, con la legge entrata in vigore nel 2013 è stato infatti imposto ai produttori di usare colori diversi e caratteri più leggibili per specificare in etichetta le miscele di oli non italiani (comunitari o extra comunitari) ed aiutare i consumatori nella scelta.

“È fondamentale leggere bene l’etichetta per evitare brutte sorprese” ha sottolineato Colomba Mongiello, ricordando come ci si stia attivando a livello europeo per arrivare ad una regolamentazione più stringente su etichettatura e tracciabilità dei prodotti. Un cammino dove l’Italia ha fatto da battistrada, con molti Paesi e la stessa Unione che hanno preso a modello le norme emanate a livello nazionale (come il tappo anti-rabbocco).

Ad ulteriore tutela del consumatore è comunque attivo – presso il Nucleo Antisofisticazioni dei Carabinieri, direttamente dipendente dal ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione – il numero verde 800.020.320  dove è possibile segnalare tutti i prodotti alimentari sui quali si dovessero aver dubbi per caratteristiche o qualità.

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