Nelle insalate confezionate batteri resistenti agli antibiotici
di Gianluca De Angelis
Nei vari tipi di insalate pronte possono essere presenti batteri resistenti agli antibiotici, questo è quanto comunicato da uno studio pubblicato su “mBio”, rivista della Società americana di microbiologia. È una notizia da non sottovalutare in quanto vengono proposte dal mercato una grande quantità di insalate tagliate, già pronte per l’uso e presentate in confezioni di plastica; insalate di cui si fa un grandissimo uso e che costituiscono un’ottima soluzione per molte famiglie che sopperiscono in questo modo al poco tempo a disposizione da dedicare in cucina. Questo tipo di prodotti a base di insalata e altre verdure crude possono essere contaminate da batteri potenzialmente pericolosi per la nostra salute, secondo quanto è risultato da una ricerca dell’Istituto tedesco Julius Kühn (JKI) e dell’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR).
I batteri resistenti agli antibiotici si sviluppano nel suolo, in corsi e bacini d’acqua, nel letame, e quindi nel concime, e nei fanghi di depurazione, ed essendo stati ritrovati anche nei vegetali si sta ora verificando quale sia il conseguente rischio per i consumatori.
È perciò buona abitudine lavare con accuratezza, prima di consumarle, tutte le verdure crude, l’insalata e le erbe fresche con acqua potabile; ciò allontanerebbe il rischio in attesa che siano trovate delle soluzioni che possano tutelare ancora di più la nostra salute. Il consiglio di lavare verdure e insalate riguarda soprattutto le persone maggiormente esposte, come, per esempio coloro che hanno le difese immunitarie abbassate, le donne incinte o le persone che hanno subito trapianti d’organo o chi assume farmaci chemioterapici, quindi tutte persone particolarmente vulnerabili ed esposte ad infezioni e malattie.
È importante ricordare i precedenti allarmi di due anni fa per batteri di Salmonella e in particolare di Escherichia Coli, ritrovata nelle insalate in busta e causa di numerosi casi di infezione, come l’epidemia scoppiata in Gran Bretagna nel 2016.
È meglio, dunque, acquistare soltanto le confezioni di insalata presenti nei banconi refrigerati, fare attenzione alla data di scadenza del prodotto ed anche accertarsi della presenza di condensa all’interno della busta e all’eventualità che vi siano molte foglie attaccate alla confezione: in questo caso, bisogna evitare di acquistare e consumare il prodotto. È comunque consigliabile collocare subito in frigo il prodotto appena acquistato, per poi consumarlo entro le successive 24 ore. Come per tanti altri prodotti, quindi, occorre una educazione del consumatore a una maggiore accortezza, condizione essenziale per tutelare la salute.