Nasce il biodistretto delle Colline e dei Castelli Romani
Presentato nello storico Orto Botanico dell’Università di Roma Tor Vergata il percorso previsto dalla Legge regionale che promuove l’agricoltura biologica, la diffusione di buone pratiche, l’ecoturismo culturale e gastronomico
di Barbara Civinini
E’ nato un patto per la sostenibilità tra produttori, consumatori e amministrazioni, quello del biodistretto. Si tratta di un modello partecipativo che arriva dal basso con l’obiettivo di promuovere l’agricoltura biologica, diffondere buone pratiche, tutelare i saperi locali e la biodiversità, facendo ecoturismo culturale e gastronomico.
Questo, in sintesi, il succo della legge che lo disciplina, approvata dal Consiglio regionale del Lazio, lo scorso luglio, e che adesso dovrà produrre il Regolamento di attuazione.
Di queste organizzazioni, nate spontaneamente in tutta Italia, ce ne sono già una trentina. Secondo la definizione della legge regionale 11/19 – messa a punto secondo la normativa europea per la produzione e l’etichettatura del biologico (Reg. Ce 2018/848) – si tratta di un’area omogenea, dove i vari soggetti che operano nel settore stringono un patto di solidarietà per la gestione sostenibile del territorio.
Nei giorni scorsi è stato presentato il progetto per la costituzione del Biodistretto del comune agricolo più grande d’Europa, quello dei Castelli Romani. L’incontro si è tenuto nell’Orto Botanico dell’Università di Roma Tor Vergata, con i rappresentanti delle amministrazioni locali, dei produttori, dei consumatori e delle maggiori associazioni nazionali come Federbio, Aiab, WWF, Isde, Biodinamici, Rete Wigwam e associazioni internazionali, come Ifoam, Inner, Navdanya International, Cerealia.
Motore dell’iniziativa il coordinamento di produttori che hanno dato vita all’esperienza dei Mercati Contadini di Roma, sulla base delle linee guida del Parco dei Castelli Romani. L’obiettivo primario – ha ricordato la direttrice dell’Orto Botanico, Antonella Canini, confermando la disponibilità dell’Ateneo a dare il proprio supporto – è la valorizzazione del territorio. Insomma, sarà necessaria una governance del territorio sempre più condivisa, come ha detto il rappresentante dell’Arsial, Sandra Di Ferdinando. Secondo Navdanya International, si tratta di consolidare un’alleanza che ha già condiviso molte battaglie comuni, da quella per la libertà dei semi dal giogo delle multinazionali (Seed Freedom) a quella contro il glifosato e i pesticidi (Poison Free), ha detto Manlio Masucci.
Una delle prime iniziative del Comitato promotore sarà dedicata alla sensibilizzazione di produttori e consumatori attraverso la diffusione del Manifesto “Food for Health”, edito da Terra Nuova media partner dell’iniziativa, documento in cui i massimi studiosi internazionali affrontano le questioni produttive in relazione alla qualità dell’ambiente e alla salute umana.
La normativa regionale per il 2020/2021 prevede uno stanziamento di 150mila euro per la parte corrente e di 200mila per gli interventi in conto capitale. Inoltre è istituito un Fondo per la promozione dei biodistretti che, per lo stesso periodo, autorizza una spesa pari a 50mila euro.