MUSE: un modo nuovo per raccontare la vita sulla Terra
Scienza, natura, sostenibilità e società sono i concetti chiave sui quali si è sviluppato il lavoro svolto dal museo trentino in 10 anni di attività: oltre 4 milioni e 660mila i visitatori entusiasti dell’esperienza
Scienza, natura, sostenibilità e società sono i concetti chiave sui quali si è sviluppato il lavoro svolto dal MUSE, nel primo decennio della sua attività. La struttura e gli allestimenti del museo trentino – realizzati con l’investimento della Provincia autonoma di Trento – rappresentano una declinazione dei temi essenziali ed oggi il MUSE è un riferimento nella museologia contemporanea, oltre che un centro di aggregazione culturale per il territorio.
Realizzato dal noto architetto Renzo Piano, secondo criteri di eco-compatibilità, il MUSE è stato inaugurato a luglio 2013. Ha un’estensione di oltre 12mila metri quadrati. Il profilo dell’edificio gioca con dei rimandi alle montagne circostanti in un equilibrio tra vuoti e pieni, con le sue pareti vetrate affacciate sul quartiere residenziale, edificato tra il quartiere “Le Albere”, con costruzioni moderne e sostenibili, realizzate su progetto di Renzo Piano e l’antico Palazzo vescovile delle Albere, del sec. XVI, residenza estiva della nobile famiglia Madruzzo fino al 1659; negli anni recenti divenuta teatro di mostre, laboratori, eventi e spettacoli, su iniziativa del presidente MUSE Stefano Zecchi.
Zecchi, intervenuto alla cerimonia, per i 10 anni del MUSE, il 22 luglio scorso ha parlato dei suoi obiettivi: “Quando sono arrivato a Trento nel 2019 sono rimasto colpito dalla realtà del MUSE. Ho trovato un museo molto dinamico sul piano della ricerca e delle relazioni internazionali, che è l’aspetto su cui io vorrei puntare per il futuro, ossia aumentare la notorietà, le relazioni e anche il pubblico straniero”.
Sono state oltre 4.500 le persone che si sono prenotate, per il 22 luglio. In serata, negli spazi esterni la discussione scientifica “Dal passato al futuro attraverso l’Antropocene, l’era dell’umanità”, musica e spettacoli. A testimoniare l’attività svolta, in questo decennio, alcuni dei dati raccolti: 135 mostre temporanee allestite, 336 diverse collezioni custodite, che spaziano dalla botanica all’archeologia, dalla zoologia alla geologia, con oltre 5 milioni di singoli reperti; 200 laboratori e attività per le scuole, 250 eventi per il pubblico, oltre ad attività di ricerca, con 858 pubblicazioni scientifiche e comunicazione della scienza, per i visitatori; ed ancora, 200 partnership con enti e fondazioni, per lo sviluppo di progetti specifici ed un lavoro di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e dell’Agenda 2030.
Oltre 4 milioni e 660mila i visitatori, in dieci anni di attività; persone di varie età e diversa provenienza, tornate anche per più volte in visita al museo.
E, tra i vari progetti portati avanti lungo il percorso dell’accessibilità e dell’inclusione, oltre alla masterclass “Progettare l’inclusione”, organizzata proprio in occasione del decimo anniversario della nascita del museo, si evidenzia un interesse specifico verso le persone con disabilità o più fragili, con un’attenzione particolare anche alle povertà educative.
Il direttore MUSE Michele Lanzinger è intervenuto per i festeggiamenti, con il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, l’assessore all’istruzione, università e cultura della Provincia Mirko Bisesti, l’assessora alla cultura del Comune di Trento Elisabetta Bozzarelli, e il presidente del Comitato scientifico MUSE Alberto Garlandini.
Lanzinger ha riassunto il percorso che, a partire dagli anni Novanta, ha portato dal Museo Tridentino di Scienze Naturali fino al MUSE: “Possiamo sintetizzare in tre passi la nostra storia: i primi dieci anni sono serviti per dare vita a qualcosa di diverso rispetto a ciò che era stato fino a quel momento il Museo Tridentino di Scienze Naturali, diverso rispetto allo stesso modello di museo scientifico che negli anni Ottanta ancora resisteva. Abbiamo creato un nuovo linguaggio con cui la scienza naturale ha potuto dialogare con la tecnologia, l’innovazione, le scienze umane. Passando per lo sviluppo sostenibile, ben prima degli accordi di Parigi. Il secondo decennio – ha aggiunto – ha confermato che si poteva realizzare un insieme di attività nuove e creative; abbiamo dato vita a molte iniziative innovative e cominciato a ragionare, progettare e dare forma concreta al progetto MUSE. Infine – ha concluso il direttore – gli ultimi dieci anni hanno conferito un senso compiuto a tutto questo. Abbiamo consolidato un mix vincente, che all’epoca non esisteva, fra museo naturalistico e science center, fra esposizioni e giochi interattivi: il MUSE”.
Il percorso espositivo museale usa la metafora della montagna per raccontare la vita sulla Terra. Si inizia dalla cima: la terrazza, che si affaccia sulla Valle dell’Adige e quattro piani, per poi scendere fino al piano interrato e la serra tropicale, sempre approfondendo di volta in volta le tematiche delle biodiversità, della sostenibilità e dell’evoluzione.
In occasione del centenario dalla fondazione il MUSE, al piano interrato, propone una mostra inedita “MUSE 100. Un secolo di museo”, inaugurata il 22 luglio 2023 e visitabile fino al 22 ottobre prossimo. Sono raccolti ed esposti dieci frammenti tratti dalla storia del Museo di Storia Naturale di Trento, fondato nel 1922 e poi modificatosi, nel corso del tempo, fino a giungere al MUSE di oggi, per raccontare il senso di un agire per oltre un secolo di storia; reperti, documenti, fotografie e strumenti del passato.
Un’occasione per far riemergere le storie dei protagonisti, umani e non umani, che hanno reso il museo un luogo simbolo dell’incontro tra conoscenza scientifica e cittadinanza.
Fra presente e futuro, il MUSE proseguirà nel suo intento di portare sul territorio importanti ricadute, in termini scientifici e formativi, ma anche economici e di visibilità, di presenza e di scambi culturali con il mondo.
(foto di Tommaso Gasperotti)