L’UE propone quote di cattura del pesce spada
Nell’ultimo Consiglio dei ministri europei dell’agricoltura e pesca il commissario per l’ambiente e gli affari marittimi, Karmenu Vella, ha chiesto l’appoggio dei governi Ue a una proposta per l’introduzione e la progressiva riduzione delle catture del pesce spada nel Mediterraneo, in linea con le conoscenze scientifiche.
Il pesce spada del Mediterraneo è diventato un caso urgente in cui la drammatica situazione dello stock richiede un’azione correttiva immediata, ha fatto sapere Vella nella nota inviata ai governi dei Paesi comunitari interessati. Il commissario ha quindi auspicato che l’Ue attui misure concrete già nella prossima riunione della Commissione internazionale per i tunnidi, in programma in Portogallo a metà novembre.
Nel bacino del mare nostrum la popolazione di pesce spada si è infatti ridotta di un terzo rispetto agli anni ottanta, a causa della sovra-pesca. Questo allarme sulla sostenibilità degli stock è stato anche confermato dagli scienziati dell’ICCAT, l’International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas, riuniti a Madrid la settimana scorsa.
Per l’organizzazione non governativa “Oceania”, che si occupa delle principali tematiche di tutela dell’ambiente marino, senza un piano di emergenza per il recupero degli stock l’Ue, che rappresenta il 75-80% delle catture totali di pesce spada nel Mediterraneo, sarà costretta alla “chiusura della pesca”. Sempre secondo “Oceania” attuando il modello di “quote pesca” adottato per il pesce spada dell’Atlantico e il tonno rosso, che hanno sofferto situazioni di sovra-pesca simili a quelle del pesce spada del Mediterraneo, gli stock possono dare notevoli segnali di miglioramento, in linea con una gestione sostenibile.