Legambiente: “Bisogna accelerare il risanamento dell’Ilva”
L’associazione denuncia la mancanza di un preciso piano di recupero ambientale da parte delle due cordate interessate alla società e cerca di tutelare il diritto alla salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori dello stabilimento siderurgico. Anche il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, ha visitato il sito industriale: “chi vuole l’Ilva deve inserire la decarbonizzazione nelle loro offerte, questo è un elemento preferenziale per scegliere l’acquirente”.
“L’assenza di informazioni sui piani ambientali presentati dalle due cordate interessate all’acquisto dell’Ilva, e che avevamo paventato e stigmatizzato sin dall’approvazione del decimo decreto Ilva, è intollerabile”. Lo ha detto Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto intervenendo durante l’audizione in Prefettura della Commissione Industria del Senato in missione nella città pugliese.
“Ai cittadini di Taranto – ha aggiunto – non viene fornito nessun elemento di conoscenza, e quindi di possibilità di farsi un’opinione informata, ma solo le generiche dichiarazioni e rassicurazioni del Ministro dell’Ambiente Galletti. Una inaccettabile secretazione”.
La rappresentante di Legambiente ha affermato che “non sono ipotizzabili sconti per favorire l’acquisto dell’azienda: le prescrizioni previste dall’Aia vanno urgentemente attuate, il diritto alla salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori dello stabilimento siderurgico non può continuare ad essere subordinato alla produzione di acciaio. E’ necessaria un’accelerazione: c’è una maggiore patogenicità delle polveri tarantine che gli studi epidemiologici hanno acclarato da tempo e che è stata confermata anche recentemente”.
Legambiente ha osservato anche che “con l’attuale tipologia di impianti, l’Ilva può produrre forse 6 milioni di tonnellate all’anno, cosa che andrebbe comunque verificata in termini di valutazione dell’eventuale danno sanitario, non certo gli otto milioni sinora autorizzati. Sostieniamo da tempo la necessità di andare oltre il ciclo del carbone, di cominciare a preparare il futuro, pensando all’introduzione di forni elettrici ed al possibile utilizzo del gas. O si risana davvero o si chiude. Non ci basta sapere – ha concluso Lunetta Franco – che Ilva sta producendo meno. Vogliamo un futuro senza altri malati e morti”.
Anche il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, ha visitato questa mattina lo stabilimento Ilva di Taranto, accompagnato dal direttore dipartimento Infrastrutture e Ambiente della Regione Barbara Valenzano, insieme ai senatori della Commissione Industria. “Non so se ci hanno fatto vedere tutto – ha dichiarato Emiliano al termine del sopralluogo – abbiamo visitato alcuni punti deboli della fabbrica, come l’area GRF (gestione rottami ferrosi) e l’altoforno 4. Ma non abbiamo visto invece l’acciaieria 1 e le discariche”.
“E’ evidente che il percorso di avvicinamento di quella fabbrica alla legalità è molto lento, farraginoso, sia dal punto di vista ingegneristico che finanziario – ha aggiunto il governatore della regione Puglia – e nonostante le acrobazie, compresi questi due patteggiamenti che non sono stati ancora vagliati dai giudici, si deve ricordare che c’era qualcuno che aveva annunciato risarcimenti da un miliardo di euro da dare alla sanità tarantina fin da Natale. Ma si deve sapere anche che ancora adesso i giudici non hanno omologato i patteggiamenti e non è detto che lo facciano. In più bisogna sapere come verranno utilizzati questi soldi e di questo abbiamo discusso nell’audizione che abbiamo tenuto davanti alla commissione in fabbrica. Ovviamente abbiamo specificato che non siamo sicuri che questi soldi si possano utilizzare per qualunque intervento dell’AIA. Noi siamo dell’idea che debbano essere utilizzati per le bonifiche e non per gli impianti e la relativa attività produttiva. Per questo – ha concluso Emiliano – consegneremo alla commissione la lettera che ho spedito al presidente del Consiglio Gentiloni, nella quale ho chiesto di consentire agli acquirenti dell’Ilva di inserire la decarbonizzazione nelle loro offerte e che questo sia un elemento preferenziale per scegliere l’acquirente”.