giovedì, Maggio 9, 2024
Ambiente

La sfida che non si può perdere

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Il 30 novembre si apre a Parigi la Conferenza internazionale sul clima (Cop 21). Appuntamento essenziale per trovare un accordo (partecipano anche Usa e Cina) per ridurre il riscaldamento globale così da limitare, se possibile, le conseguenze negative per il pianeta Terra. In vista della Conferenza, in Parlamento si avrà una serie di incontri e dibattiti sul tema della emergenza climatica, che verrà esaminato anche dall’Aula della Camera “trovando il giorno giusto” tra il dibattito sulla Legge di Stabilità e quello sulle riforme costituzionali . Lo ha comunicato la presidente della Camera, Laura Boldrini, aprendo oggi – giovedì 12 novembre –   presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, l’incontro dal titolo “Cop 21 – La sfida che non si può perdere – L’Italia e l’Europa verso la Conferenza di Parigi”.

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La Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini

“L’ appuntamento di Parigi tra poche settimane è cruciale – ha sottolineato Laura Boldrini – e non possiamo permetterci di fallire e perdere quella sfida. Tuttavia, non basta limitarci a osservare e commentare quello che i governi decideranno a Parigi, ciascuno di noi deve responsabilizzarsi e fare qualcosa. Dobbiamo farlo prima della Cop21 ma anche durante e dopo”.   “Se non facciamo sì che la temperatura del pianeta non salga di più di due gradi  le conseguenze per le generazioni future saranno drammatiche. Non sarà facile a Parigi e il risultato positivo non è affatto scontato perché si tratta di fermare una tendenza in atto da molto tempo che peggiora nonostante il maggior livello di consapevolezza. Sono felice che in questa occasione l’Unione europea arrivi con una posizione condivisa:  ha saputo trovare un terreno comune di intesa. E’ il modello che dovremmo seguire su molti altri ambiti. Questo, dimostra che la politica serve e, citando Papa Francesco,  la politica serve perché il mercato da solo non garantisce l’ inclusione sociale. Per la tutela dell’ ambiente serve una politica gentile e autorevole, onesta e partecipata. Portatrice di una visione ideale sul futuro del nostro Pianeta”

“L’ importante – ha detto ancora la Presidente della Camera – è che a Parigi ogni Stato prenda i propri impegni” con chiarezza e per quanto riguarda l’ Italia “sarà  importante anche il ruolo del Parlamento nel tradurre in legislazione l’impegno che il governo prenderà.  Spero che la politica a Parigi sappia trovare il coraggio necessario per decidere e che lo faccia per il bene di tutta l’umanità”.

Per Laura Boldrini “Non possiamo condannare le prossime generazioni a vivere male, senza un futuro”, tutto dipende da quei due gradi in più “. I giovani di oggi sono l’ultima generazione che potrà porre rimedio alla situazione di grande degrado in cui ci troviamo, ha detto ancora la Presidente della Camera che ha citato un passo della Enciclica “Laudato si..” in cui il Pontefice sottolinea che solo affrontando il degrado  umano e sociale si potrà affrontare quello ambientale. “C’è una opportunità che la politica non si può far sfuggire”, ha aggiunto citando poi un rapporto della Banca Mondiale secondo cui se non si interviene subito nel 2030 ci saranno 100 milioni di nuovi poveri e ci troveremo davanti ad un nuova figura di migrante forzato, l’ecorifugiato, costretto a  spostarsi forzatamente dalla propria terra per le conseguenze devastanti del cambiamento climatico. “Gli ecorifugiati sono una categoria che per ora non ha alcun riconoscimento e non ha una protezione. Le istituzioni hanno una doppia responsabilità politica rispetto a queste prospettive:  morale e politica  altrimenti avremo conseguenze catastrofiche”

Dopo l’intervento introduttivo della Presidente della Camera, Laura Boldrini, sono tra gli altri intervenuti il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, , il Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci, la Presidente dell’Intergruppo parlamentare per il clima Globe Italia, Stella Bianchi e il Sindaco di Genova, Marco Doria.

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Il Ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti

In particolare il ministro Galletti ha evidenziato come occorra un impegno più assiduo di quello che si sono prefissati i 158 maggiori Paesi  del mondo per arrivare all’obiettivo dell’aumento dei 2 gradi centrigradi. “Quando siamo andati a sommare gli impegni presentati da questi 158 Paesi – afferma Galletti – è venuto fuori 2,7 gradi di aumento della temperatura al 2020.  Insomma, se quei 158 Paesi, e gli altri sono poca roba, facessero solo quello che hanno detto nei contributi nazionali presentati comunque non raggiungeremmo l’ obiettivo dei 2 gradi”. Per il ministro dell’Ambiente “serve più ambizione e noi non a caso abbiamo messo nei nostri obiettivi europei una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra  e se ci sarà bisogno possiamo andare anche oltre il 40% per evitare di superare i 2 gradi. Chiediamo che anche gli altri Paese facciano altrettanto”.

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Il Presidente della Commissione Ambiente Camera, Ermete Realacci

Da parte sua il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Realacci, ha sostenuto che “bisogna avere chiaro che vincere la sfida del clima è possibile. L’ Italia, che è un paese di contraddizioni, può vantare sul fronte ambientale importanti primati: a parità di valore prodotto le nostre aziende utilizzano meno materie prime ed energia e producono meno rifiuti ed emissioni e siamo leader europei nel riciclo industriale: recuperiamo 25 milioni di tonnellate di materia ogni anno sui 163 totali europei. La Germania, che ha un’ economia più grande, 23. Con un risparmio di energia primaria di oltre 15 milioni di tep, e 55 milioni di tonnellate di CO2 evitate. La sfida della sostenibilità è stata già raccolta da molte nostre imprese. Dall’ inizio della crisi quasi un’ impresa su quattro ha investito sul green e proprio queste sono le realtà che innovano di più, che esportano di più e creano più posti di lavoro”.

Per Realacci, “il 14,9% delle assunzioni previste per il 2015 (74.700 posti di lavoro), secondo il rapporto GreenItaly 2015 di Fondazione Symbola e Unioncamere, riguarda green jobs, con picchi del 67% nell’area aziendale della progettazione e della ricerca e sviluppo”. “Se poi andiamo oltre lo steccato dei green jobs propriamente detti e guardiamo anche alla richiesta di figure professionali con competenze green, vediamo che le assunzioni con questi requisiti sono 219.500. Nell’ insieme si arriva a ben 294.200 lavoratori ‘ green’, il 59% della domanda di lavoro”, sottolinea ancora Realacci, per il quale “puntando sul green il made in Italy coniuga qualità, tradizioni, innovazione e competitività”. Un modello di sviluppo “che somiglia molto a quell’ economia a misura d’ uomo, che rifiuta lo scarto, attenta alla custodia della casa comune di cui parla Papa Francesco”.

La riunione odierna alla Camera è visibile nel video che segue:

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Autore

  • Roberto Ambrogi

    Giornalista professionista, specializzato nel settore economico-finanziario con pluridecennale esperienza maturata attraverso tutti i tipi di media (agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, tv e web). Esperto di comunicazione, effettuata in vari settori economici (per conto di società finanziarie, industrie agroalimentari, aziende commerciali e turistiche) e politici (Responsabile rapporti con la Stampa di Partiti e Gruppi Parlamentari).

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