La rinascita del turismo capitolino si affida al “Romanesco”
Dal 6 all’8 aprile nel “Ghetto” di Roma il primo Festival del Carciofo Romanesco: tre giorni all’insegna dell’ortaggio simbolo tradizionale della città, tra ricette storiche e rivisitazioni
Da oggi e fino a venerdì 8 aprile, Roma ospita nel quartiere ebraico il primo Festival del Carciofo Romanesco: tre giorni all’insegna dell’ortaggio simbolo della tradizione romana tra ricette storiche e rivisitazioni
Un’occasione per riscoprire l’icona gastronomica della campagna laziale che viene così valorizzata e riscoperta non solo come ingrediente fondamentale della tradizione giudaico-romanesca, ma anche alimento cardine della dieta mediterranea, base di un corretto stile di vita per preservare la nostra salute partendo dalla prevenzione.
Presentato nei giorni scorsi all’Universitas Mercatorum dal” Gotha” delle istituzioni romane e laziali, l’evento si ripromette di portare all’attenzione del pubblico, romano e internazionale, uno dei piatti tradizionali della cultura cittadina, quasi a farlo diventare il marchio di origine di un percorso enogastronomico capace di dare nuova linfa all’offerta turistica della regione.
Tra i promotori dell’evento che dal prossimo anno non sarà limitato al solo “Ghetto ebraico” ma vedrà coinvolta l’intera città di Roma, il presidente dell’Associazione Esercenti Pubblici Esercizi di Roma, Claudio Pica e il Presidente dell’Associazione Portico d’Ottavia, Angelo Di Porto che hanno sottolineato quanto il rilancio dei servizi e della ristorazione passi attraverso l’identità del piatto.
Più formazione per vincere la sfida del prossimo decennio
Per questa prima rassegna gastronomica sono dodici I ristoranti del quartiere ebraico che nei tre giorni proporranno un menù speciale a base di carciofo al costo di 35 euro per persona. Un’occasione per gustare al meglio questa specialità della cucina romana, che affonda le sue radici in millenni di storia.
«Questo festival non è una sagra, si distingue dalle altre fiere legate all’ortaggio per la storia e tradizione che intende esprimere nello stesso luogo in cui si tiene», commenta Angelo Di Porto, Vicepresidente FIEPET Roma. «In particolare, si valorizza un patrimonio storico-culturale che affonda le sue radici nella cucina povera dei secoli del ghetto, quando gli ebrei – testimonia Italia Tagliacozzo, storica ristoratrice più nota nel Ghetto ebraico col soprannome di “Reginella”– furono costretti a fare di necessità virtù e a trarre il meglio da ciascuna situazione, a partire dall’alimentazione, dal consumo del pesce povero e delle verdure».
Nasce tra le strade del Ghetto la tradizione culinaria romana
Il carciofo, peraltro, è un alimento da non sottovalutare sia per quanto riguarda le sue proprietà organolettiche e nutrizionali, come ricorda Silvia Migliaccio, Segretario della Società Italiana Scienza dell’Alimentazione (SISA), sia per la “versatilità” del suo utilizzo in cucina quale base anche per piatti non tradizionali ma di sicuro successo, stando al racconto della “super-esperta” televisiva Anna Moroni.
Il carciofo, alimento principe nella dieta mediterranea
È la curiosità l’ingrediente principale in cucina
Ma il carciofo romanesco non è solo una pietanza gustosa e un componente di prelibate ricette salate: strano a dirsi, ma con il carciofo si può preparare anche un delicato e saporito dessert gelato.
Il gusto “carciofetto” nuova specialità in gelateria