La Regione Lazio convoca il tavolo agroalimentare
Nell’ordine del giorno mancano però prezzo del latte vaccino, danni da fauna selvatica e fattorie didattiche. Coldiretti Lazio fa pressioni perché siano affrontati questi temi e perché si scongiuri la perdita di oltre 50 posti di lavoro minacciati dallo sfratto al Laboratorio ARAL che controlla la qualità di circa 500 allevamenti zootecnici per un totale di oltre 60.000 capi da latte.
E’ stato convocato per mercoledì prossimo, 20 maggio, presso la sede della Regione Lazio, in Via R.R. Garibaldi, dall’assessore Sonia Ricci, il Tavolo Agroalimentare con all’ordine del giorno il nuovo PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2014/2020 e la Filiera Zootecnica, dopo che la Coldiretti Lazio ha chiamato la Regione alle proprie responsabilità.
“Il settore agricolo ed agroalimentare regionale sta attraversando un momento cruciale per il proprio futuro fatto di opportunità di sviluppo che tuttavia rischiano di essere vanificate se non verranno affrontati con tempestività ed efficacia i problemi che ostacolano ancora il pieno esplicarsi del lavoro quotidiano delle migliaia di imprese agricole che operano con successo nel nostro territorio rendendo concreto quel modello di sviluppo che oggi solo l’agroalimentare può garantire a questa Regione”. Così il presidente della Coldiretti Lazio, David Granieri nella richiesta inviata all’assessore Ricci agli inizi di maggio.
Coldiretti Lazio chiede con forza, inoltre, che nel Tavolo di mercoledì sia affrontato il problema non più rinviabile della procedura di sfratto nei confronti del Laboratorio ARAL (Associazione Regionale Allevatori del Lazio) di Maccarese, che mette a rischio una cinquantina di posti di lavoro e l’importantissima attività di controllo qualitativo svolto dal Laboratorio presso gli allevamenti del Lazio. Infatti l’ARAL analizza ogni anno oltre 300.000 campioni, effettua controlli su oltre 60.000 capi tra bovini, bufali, ovini e caprini su un totale di circa 500 allevamenti. Un’attività che garantisce il controllo qualitativo, la corretta gestione delle aziende e la tracciabilità della produzione a tutto vantaggio della salute e della tutela del consumatore.
A ciò si aggiunge il momento di crisi che il sistema allevatoriale laziale sta affrontando in conseguenza sia della mancanza di un’adeguata voce di spesa nel bilancio regionale sia per i mancati pagamenti relativi alle annualità precedenti.
“La Costituzione italiana attribuisce la materia agricola alla competenza esclusiva delle Regioni e quindi alla responsabilità diretta dell’Istituzione Regionale, il dovere di affrontare le diverse questioni legate alla sviluppo delle imprese agricole e al loro ruolo nell’economia della Regione, seppur in un contesto di coordinamento e quadro giuridico fissato spesso dallo Stato e/o dall’Unione Europea”, ha aggiunto Granieri.
“La Coldiretti del Lazio, che rappresenta la maggioranza delle imprese agricole della nostra Regione, è sollecitata dalle stesse imprese affinchè la Regione si impegni nella risoluzione delle principali problematiche che oggi le costringono a un quotidiano difficile che mette a rischio la loro stessa sopravvivenza”. Così il direttore di Coldiretti Lazio, Aldo Mattia.
Coldiretti Lazio, ha chiesto inoltre che nel Tavolo convocato per mercoledì, vengano affrontate le questioni del prezzo del latte vaccino non ancora affrontato nonostante la grande mobilitazione dello scorso 6 febbraio a Piazza del Campidoglio e nelle altre principali piazze italiane per riportare l’attenzione sul prezzo del latte alla stalla sceso a livelli insostenibili al punto da non coprire neanche i costi di produzione costringendo migliaia di imprese alla chiusura.
Inoltre, l’approvazione della deliberazione legislativa sugli Interventi regionali per la conservazione, la gestione, il controllo della fauna selvatica, la prevenzione e l’indennizzo dei danni necessita ora di essere attuata con urgenza mettendo a punto la relativa regolamentazione operativa nell’interesse delle imprese agricole che continuano a subire danni importanti a causa della fauna selvatica che evidentemente non conosce le pause e i tempi della politica e dell’amministrazione.